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sabato, Gen 22

Abbiamo provato Carbon, l’ebike che sembra una moto



Da Wired.it :

Cinquant’anni dopo, nel 2017, l’allora 21enne Filippo Beltrami ha rilevato il marchio riportandolo in vita con una bici elettrica realizzata con pezzi preparati da produttori emiliani a pochi chilometri dalla sede (e, in minima parte, con pezzi da Varese) seguendo un progetto messo a punto con altre tre persone, compreso un suo ex-professore. “Abbiamo raccolto il budget necessario per la prima produzione grazie al crowdfunding e per allestire il primo lotto di clienti – ci ha raccontato Beltrami. –  Dopo un anno abbiamo rimesso mano al progetto e deciso di portare tutta la produzione dall’estero all’ formando un team di ragazzi, posizionandoci su un mercato del lusso e raccogliendo i componenti da produttori a km 0, gli stessi che forniscono marchi come Pagani, Lamborghini, Maserati o Ferrari”. 

Il fondatore Filippo Beltrami (a destra) nella sede a Reggio Emilia

Come suggerisce il nome, Carbon è realizzata in grossa parte da carbonio, ma anche l’alluminio è presente in modo importante e Moto Parilla si è avvalsa dell’esperienza dello stesso telaista che lavorava a Varese per Cagiva. Ogni pezzo – dal caratteristico forcellone con parti lamierate e forgiate saldate fino alle più piccoli viti o all’abnorme disco del freno da 380 mm in acciaio trattato termicamente, più grande di quello delle MotoGp e anche alla comoda sella in pelle – sono custom, non c’è niente di standard. E buona parte dei pezzi è ricavato “dal pieno”. In sede a Reggio Emilia non avviene solo l’assemblaggio, ma anche la progettazione e la prototipazione tramite stampanti 3D, che ritornano molto utili anche per una mini produzione interna in carbonio per esempio di alcuni passacavi o per il pezzo per distanziare il manubrio dal telaio e non rovinare l’alluminio. Tutto è insomma realizzato a mano con un approccio sartoriale, dato che ogni modello può essere personalizzato ad hoc secondo le esigenze.



[Fonte Wired.it]