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giovedì, Ott 17

Abbiamo scoperto gli “stormquake”, terremoti generati da violente tempeste


Considerati finora solo rumore di fondo, gli stormquake sono sismi a bassa intensità che si verificano sul fondo degli oceani e pertanto non sono pericolosi

Uragano Irma
(Immagine: Noaa/NASA Goddard Modis Rapid Response Team)

Violente tempeste come gli uragani possono scatenare terremoti. È la sorprendente rivelazione avuta dagli scienziati della Florida State University mentre studiavano i terremoti a bassa intensità. Li hanno chiamati stormquake, letteralmente tempesta-terremoti – un termine un po’ difficile da tradurre in un bell’Italiano (tempestamoti?). Comunque li vogliate chiamare, sono fenomeni sismici scatenati dalla violenza delle tempeste marine e, per questo motivo, seguono una certa stagionalità e si concentrano in aree del pianeta con caratteristiche geologiche particolari. Pericolosi? Per nulla, riferiscono i ricercatori: non sono nemmeno percepibili dall’essere umano, a meno che qualcuno non trovi un modo per stare in piedi sul fondo dell’oceano.

Nello studio, appena stato pubblicato su Geophysical Research Letters, Wenyuan Fan e i suoi colleghi descrivono questo nuovo tipo di evento sismico mai individuato prima, scoperto per caso mentre analizzavano i dati che quotidianamente le reti di sismografi dislocati in tutto il mondo raccolgono. Il loro obiettivo inizialmente era studiare i terremoti a bassa intensità, che spesso sono difficili da distinguere da quello che chiamano rumore di fondo del pianeta.

Ma a un certo punto si sono resi conto che certe rilevazioni erano diverse rispetto a quelle che stavano studiando: queste deboli, strane scosse – al massimo magnitudo 3,5 ma che potevano perdurare per giorni – non si verificavano mai tra maggio e agosto e riguardavano principalmente le coste oceaniche del nord degli Stati Uniti.

Poi l’intuizione, verificata dai dati: i tremori erano concomitanti allo scatenarsi di violente tempeste, come l’uragano Ike nel 2008 e l’uragano Irene nel 2011.

Ribattezzati pertanto stormquake, tra il 2006 e il 2015 gli scienziati ne hanno contati 14.077.

Come si originano? L’ipotesi è che l’energia delle tempeste si trasferisca all’oceano generando onde giganti che a loro volta creano delle onde secondarie, che sconquassano il fondale marino propagandosi per migliaia di chilometri.

Non tutte le tempeste per quanto violente danno origine a degli stormquake. Lo spaventoso uragano Sandy nel 2012, per esempio, non ne ha creato nessuno. Questo secondo i ricercatori dipende dalle caratteristiche geologiche delle coste e dei fondali: gli stormquake si verificano in aree con un’ampia piattaforma continentale sommersa.

La ricerca su questo nuovo fenomeno sismico è solo all’inizio, scrivono gli autori entusiasti. Non sono terremoti pericolosi per gli esseri umani (non riusciamo a percepirli ma solo a registrarli con le reti di sismografi), ma continuare a studiarli potrebbe fornire “nuove informazioni su come funziona il mondo”.

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