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Accordo tra Ucraina e Russia, Europa e Stati Uniti hanno idee molto diverse su come giungere a un’intesa

da | Ago 18, 2025 | Tecnologia


I leader europei stanno per scontrarsi direttamente con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla questione delle condizioni per giungere a un accordo tra Ucraina e Russia. Oggi, lunedì 18 agosto, i capi di governo di Regno Unito, Francia, Italia, Germania e Finlandia accompagneranno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington per incontrare Trump e discutere i termini di un possibile accordo nella guerra tra Russia e Ucraina.

All’incontro partecipano anche il segretario generale della Nato Mark Rutte e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il vertice segue di tre giorni il summit in Alaska tra Trump e Vladimir Putin, primo incontro diretto tra i due presidenti dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina nel febbraio 2022. L’esclusione di Zelensky dai colloqui del 15 agosto ha alimentato i timori europei di una trattativa bilaterale tra Washington e Mosca. Per questo la presenza congiunta dei leader dell’Unione vuole essere anche un segnale politico di unità in un momento di divergenze: mentre Trump spinge per una soluzione rapida che potrebbe prevedere concessioni territoriali, gli alleati europei ribadiscono la difesa della piena sovranità e dell’integrità di Kyiv entro i confini riconosciuti dal diritto internazionale.

Le due visioni

La posizione europea: integrità territoriale e garanzie concrete

Prima di volare a Washington, i leader europei hanno coordinato la loro posizione attraverso una serie di contatti nel corso del weekend e domenica hanno tenuto una videoconferenza con Zelensky per definire la strategia negoziale. Il presidente ucraino ha ribadito che qualsiasi intesa dovrà rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina nei confini riconosciuti internazionalmente dal 1991, escludendo quindi la cessione delle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson che la Russia rivendica come proprie dal settembre 2022.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha assunto il ruolo di coordinatore della posizione europea, sottolineando che Kyiv e l’Europa devono mantenere una strategia comune nei colloqui di Washington per un accordo tra Ucraina e Russia. Macron ha definito l’obiettivo di garantire una pace forte e duratura che non legittimi le conquiste territoriali ottenute con la forza militare, principio che la Francia considera fondamentale per la stabilità dell’ordine internazionale. La Francia teme, infatti, che accettare le annessioni russe possa creare un precedente pericoloso per altri conflitti territoriali, dalla Georgia alla Moldova, dove Mosca mantiene truppe in regioni separatiste. Il presidente francese ha inoltre evidenziato la necessità di garantire che l’Ucraina mantenga accesso al Mar Nero attraverso i porti di Odessa e Mykolaiv, elementi cruciali per l’economia ucraina.

Germania e Regno Unito hanno espresso preoccupazioni specifiche sui meccanismi di garanzia post-conflitto. Berlino vuole evitare che le truppe tedesche vengano coinvolte direttamente in operazioni di peacekeeping, preferendo contributi logistici e finanziari piuttosto che militari, a causa delle restrizioni costituzionali sui dispiegamenti all’estero delle forze armate tedesche. Londra, uscita dall’Unione europea ma ancora membro della Nato, punta a mantenere un ruolo centrale negli accordi di sicurezza per l’Ucraina, considerando la questione ucraina strategica per la sicurezza britannica nel Mar Nero e nel Baltico. L’Italia ha dichiarato la disponibilità a guidare operazioni di peacekeeping europee, proponendo la creazione di una zona cuscinetto lungo la linea del cessate il fuoco protetta da contingenti multinazionali.

La posizione americana: concessioni reciproche per una pace rapida

Secondo l’inviato speciale Usa Steve Witkoff, dopo il vertice di venerdì in Alaska con Trump, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe accettato per la prima volta che Stati Uniti ed Europa possano offrire a Kyiv garanzie di sicurezza simili all’Articolo 5 del trattato della Nato, che prevede l’intervento degli alleati in caso di attacco (Ap). Anche se il segretario di Stato Marco Rubio, commentando l’incontro di Anchorage, ha sottolineato che sia la Russia sia l’Ucraina dovranno fare concessioni per porre fine al conflitto e che un accordo potrebbe risultare difficile da raggiungere nel breve termine.

Le divergenze principali restano sui compromessi territoriali. L’amministrazione americana ha dimostrato disponibilità ad accettare scambi territoriali già durante i colloqui di Anchorage: secondo fonti citate da Reuters, Putin potrebbe cedere alcune piccole aree attualmente occupate dalle forze russe in territorio Ucraino, ma Kyiv dovrebbe rinunciare a vaste zone del territorio orientale che Mosca non è riuscita a conquistare militarmente. Un compromesso che né Kyiv né la coalizione dei volenterosi sembrano disposti a accettare. La differenza sui tempi costituisce un ulteriore elemento di attrito: Trump punta a risultati rapidi (la sua priorità è un cessate il fuoco a stretto giro), mentre i leader europei preferiscono negoziati più lunghi per garantire condizioni durature. Dopo i colloqui in Alaska, Putin ha inoltre proposto la Cina come possibile garante di un accordo sulla sicurezza dell’Ucraina, una soluzione che preoccupa i leader europei ma che Washington potrebbe valutare per bilanciare i costi delle garanzie.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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