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giovedì, Lug 11

Adriano Panzironi, ecco i trucchi per promuovere la dieta Life 120


Impersonando alla perfezione l’archetipo del mago, il guru dello stile di vita Life 120 è protagonista di un sistema di comunicazione auto-celebrativo. Grazie a format creati ad hoc e all’assenza di un vero contraddittorio, è facile illudersi che stia dicendo solo verità

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(screenshot: Life120/YouTube)

Ogni grande comunicatore, tanto in politica quanto sui social network, è in grado di calarsi con maestria nei panni di un proprio personaggio, che di volta in volta può assumere le sembianze del guerriero, del saggio, del burlone, dell’innocente o di molti altri stereotipi. E non c’è dubbio che anche Adriano Panzironi, figura di riferimento del discutibile stile di vita e della dieta Life 120, abbia straordinarie abilità comunicative (almeno quello, visto che non è né un medico, né un dietologo).

Non sempre però dietro questa forma impeccabile si cela altrettanta sostanza, soprattutto quando i contenuti della comunicazione riguardano tematiche strettamente scientifiche come la salute delle persone, l’ideazione di una dieta corretta e una serie di consigli pratici da adottare in combinazione (per non dire in alternativa) a quelli della cosiddetta medicina ufficiale. Come vedremo, infatti, il sistema di Panzironi basa molta della sua forza sul proprio impianto narrativo, costruito sapientemente attraverso una serie di format ed escamotage che indirizzano il pubblico verso una visione a senso unico. Un sistema così solido che, va detto, difficilmente nei più convinti può essere scalfito dall’ascoltare un’altra campana. Ma andiamo comunque.

Panzironi non è un mago, ma si comporta da mago

Tra i vari archetipi ben noti nel mondo del marketing – prendendo in prestito la teoria di Carl Gustav Jung – quello che più si sovrappone al personaggio di Adriano Panzironi è senz’altro il mago. Il mago è anzitutto un grande conoscitore delle leggi della natura, ha il controllo degli strumenti per governarla ed è dunque capace di raggiungere traguardi che sembrerebbero impossibili. Grazie alla propria visione e alla propria genialità, il mago è una persona in grado di trasformare il mondo, capace di far diventare realtà ciò che pareva possibile solo in sogno. E così via.

Chiunque abbia letto almeno un pezzo di uno dei 3 libri targati Life 120 o abbia guardato un poco delle trasmissioni televisive in onda 24 ore al giorno su Life 120 Channel (ossia i due principali mezzi di comunicazione, insieme ai social), avrà forse colto qualche analogia con quanto appena descritto. La promessa di longevità fino al traguardo esplicito dei 120 anni, il continuo ribadire il lungo percorso di studi svolto (comunque non formalizzato in una laurea), l’idea maturata nel tempo di una soluzione capace di risolvere i problemi di salute alla radice e la declamazione delle ricette messe a punto – la dieta e, possibilmente, gli integratori a base di spezie – sono solo i primi esempi di come lo stereotipo del mago ritorni di continuo.

Non a caso, poi, a volte la figura del mago sconfina momentaneamente verso il classico archetipo adiacente: il ribelle. L’anticonformismo rispetto ai precetti della medicina ufficiale, il desiderio di rivoluzione contro l’ingiustizia delle folli e inutili spese per i medicinali venduti dalle case farmaceutiche e prescritti dai medici, e in generale il desiderio di riscatto per sé e i suoi sostenitori, rientrano in questa seconda immagine stereotipata. Sono invece versioni del mago a pieno titolo quelle del guaritore, dell’alchimista, dello sciamano e dello stregone, che di volta in volta possono essere colte o meno nelle modalità di comunicazione. Dalla parte opposta, invece, c’è il peggior terrore di qualunque mago, da cui un buon comunicatore dovrebbe sempre tenersi ben alla larga: apparire un ciarlatano.

Le criticità del format

Il primo elemento, peraltro individuato anche da Agcom in occasione della sanzione a Panzironi, è il continuo intreccio tra i contenuti divulgativi (più o meno) scientifici e i suggerimenti pubblicitari. Già il fatto che il canale tv, la collana di libri, gli integratori, il programma mandato in onda e gli eventi abbiano tutti nomi simili o identici ben esplicita questa criticità. In televisione, poi, la promozione del libro appare in sovrimpressione proprio mentre Panzironi espone le sue teorie, e tra una scena e l’altra viene mandata in onda una televendita che pubblicizza gli integratori. Nel libro, allo stesso modo, accanto alla parte (pseudo)medica è dedicato ampio spazio non solo agli integratori in generale, ma anche alle formulazioni specifiche commercializzate da Adriano Panzironi e dal fratello Roberto.

Merita qualche considerazione, poi, anche il modo in cui i contenuti specifici sono presentati. Al di là dell’assenza di un contraddittorio, su cui torneremo, uno degli elementi che colpisce di più è la continua mescolanza di piani e livelli comunicativi molto diversi. Si passa, in sostanza, dal racconto di elementi di biologia e anatomia a livello elementare (che viene presentato come un modo “molto semplice”, quando in realtà appare piuttosto superficiale e generico) fino all’uso di termini molto specifici, come ormoni, sigle complicate e altri paroloni tipici del lessico specialistico. Non è difficile immaginare che le spiegazioni risultino poco comprensibili dalla maggioranza degli uditori, se non in senso molto vago e grossolano, data anche la quota di analfabetismo scientifico che caratterizza il nostro Paese.

Con una svolta improvvisa, nelle trasmissioni si passa direttamente da una sorta di narrazione in stile Siamo fatti così al piano della dieta e dei sintomi, raccontando in modo molto discorsivo la connessione tra i vari elementi. Per esempio viene spiegato frettolosamente, basandosi soprattutto sui precetti della teoria low-carb, come mai togliere i carboidrati dall’alimentazione dovrebbe risolvere (a seconda delle puntate) i problemi di allergia, le difficoltà motorie, i disturbi respiratori, il diabete, i problemi alla vista e i tumori, nonché prevenire infarti e varie malattie neurodegenerative. Il tutto in senso universale, ossia senza il bisogno di prevedere personalizzazioni della dieta.

Anche nel primo storico libro bestseller di Panzironi, sul cui sottotitolo Le verità che nessuno vuole raccontarti si potrebbe argomentare a lungo, la struttura è analoga. In circa 500 pagine viene affrontata, in modo molto qualitativo, tutta la scienza del corpo umano, dalla struttura della cellula fino al funzionamento dell’apparato digerente, alle malattie infettive e ai tumori.

Senza entrare (per ora) nel merito dei contenuti presentati, a livello di impostazione ciò che si può dire è che ogni macro-tema della medicina (“l’obesità”, “le emorroidi”, “la calvizie”, “la depressione”, “l’Alzheimer”,..) viene riassunto in un paio di pagine in stile semi-enciclopedico, propedeutiche alla parte conclusiva del testo. Le ultime centinaia di pagine, infatti, sono dedicate al racconto della dieta Life 120, ai suoi effetti preventivi e curativi su tutte le patologie prima descritte, e anche alla minuziosa descrizione delle spezie contenute negli integratori formulati dallo stesso Panzironi. Il tutto con qualche suggerimento sulla posologia, al punto che non è chiarissimo dove sia (al solito) il confine tra la parte scientifico-divulgativa e quella promozionale.

Un grande assente dalla comunicazione, invece, è tutto l’insieme di dati e prove a supporto delle tesi. Indipendentemente dal loro grado di plausibilità e veridicità, le argomentazioni sono sempre logicamente strutturate ma spesso qualitative, con dati numerici scarsi e del tutto marginali rispetto ai punti focali del discorso. Il che vale sia per la descrizione dei motivi alla base della dieta, sia nella presentazione dei risultati sui pazienti.

In televisione, in particolare, ampio spazio viene lasciato ai testimoni, che in maniera molto diretta espongono i loro vecchi problemi di salute, dichiarano di aver intrapreso da qualche tempo lo stile di vita Life 120 e poi affermano di essere guariti (o comunque molto migliorati) dalle loro malattie, non di rado precisando di aver interrotto le terapie farmacologiche o di essersi sottratti a interventi chirurgici e altri trattamenti. Così, con un 100% di esempi positivi e di successo, le trasmissioni filano lisce a suon di fragorosi applausi.

Le altre presenze esterne in trasmissione, nella figura di medici, dietologi o altri professionisti della salute, sono sostanzialmente di due tipi. Il primo consiste in clip estrapolate da altre trasmissioni televisive o da video caricati sul web, in cui vengono mostrati esperti di salute che approfondiscono (in pochi secondi) un determinato aspetto funzionale alla narrazione della puntata. Naturalmente l’ultima parola spetta sempre a Panzironi, che ogni volta spiega perché il protagonista della clip sia nella ragione o nel torto, senza che questo abbia la possibilità di spiegarsi o di ribattere. L’altro formato, di durata più lunga, è l’ospitata in studio, in cui però la scelta della persona invitata ricade molte volte su autori di libri complementari a quello di Panzironi, su medici dissidenti rispetto alla comunità scientifica o comunque su persone che concordano sui temi cari al guru. Insomma, un teatrino in cui in sostanza sono sempre tutti d’accordo.

Anche il chiacchieratissimo evento al Palaeur di Roma, che coincideva con l’ultima puntata dell’ultima stagione (finora) della trasmissione Il cerca salute, ha rispettato il medesimo format, con l’aggiunta di una serie di risposte piccate a chi negli ultimi mesi si è esposto criticando o sanzionando il sistema Panzironi.

I fedeli osannano il maestro 

Molta della comunicazione, soprattutto televisiva, può essere definita senza esitazione come celebrativa nei confronti della figura di Panzironi. Persone che gli corrono incontro per abbracciarlo e baciarlo, valanghe di complimenti, dimostrazioni di affetto e di stima, applausi ogni volta che apre bocca, ringraziamenti a più non posso e platoniche dichiarazioni d’amore: tutto, nell’interazione con il pubblico, lascia intendere che Panzironi sia una star da celebrare.

E poi c’è Benedetto Dionisi, il co-conduttore, presentatore e giornalista intervistatore di Panzironi, il cui ruolo è di indiscutibile importanza nel rendere efficace la comunicazione. Anzitutto nel far somigliare le trasmissioni a un talk show televisivo, con il giornalista che intervista l’esperto presente in studio. Peccato che l’esperto sia sempre Panzironi (o al limite un testimone), che le domande siano più degli assist che dei tentativi di mettere in difficoltà, che tutto paia evidentemente seguire la traccia di un copione già scritto con una tesi ben studiata, e che lo stesso Dionisi si prodighi molto spesso nell’incitare gli applausi del pubblico, nel porre l’accento su quanto siano straordinari i risultati dello stile di vita Life 120, e soprattutto sia uno dei due volti delle televendite promozionali in cui si pubblicizzano gli integratori.

Insomma, siamo di fronte alla figura gregaria perfetta, all’assistente del mago che garantisce la buona riuscita di tutti i trucchi. È pur vero che spesso il giornalismo televisivo italiano viene accusato di essere troppo appiattito sull’intervistato e non abbastanza incalzante, ma in questo caso il giornalista addirittura aiuta l’intervistato a sostenere le proprie tesi, rafforzandole con le sue affermazioni.

Così, con il giornalista-intervistatore (Dionisi) armato di fogli e appunti e il giornalista-esperto (Panzironi, attualmente sospeso dall’ordine) che può evangelizzare a ruota libera, tutto assume la veste di un trionfale talk show, in cui anche l’aspetto fisico e l’abbigliamento dei due protagonisti in scena si amalgamano alla perfezione. Di fronte a una scena così impeccabile lo spettatore in sala, così come quello seduto sul divano di casa, non può far altro che osservare con ammirazione. Oppure, se lo desidera, rivedere le puntate attraverso i canali social o su YouTube.

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