Seleziona una pagina
venerdì, Giu 28

Affitti brevi per turismo? Ora serve anche il bollino di identificazione


Lo strumento servirà a identificare le abitazioni messe in locazione online e ad applicare il regime fiscale. Una banca dati dialogherà in diretta con l’Agenzia delle entrate

Property mobility decline
Foto: LaPresse

Arriva il bollino per identificare in modo univoco le strutture e combattere l’evasione fiscale sugli affitti brevi. Nel decreto drescita votato con la fiducia in Senato, si stabilisce che ogni annuncio per locazioni brevi che viene messo online deve essere contraddistinto da un apposito bollino con un codice identificativo univoco. A partire dal mese di agosto dovrà anche essere attiva una banca dati di tutte le strutture ricettive che renderà più facile la comunicazione dei dati all’Agenzia delle entrate.

La norma rientra nelle misure volte a contrastare gli “affitti in nero” e la conseguente evasione fiscale legata agli affitti. Il sistema sarà operativo entro luglio. Oltre alla banca dati che registra tutti gli immobili in locazione per periodi brevi, ad ognuna di queste case sarà associato un codice che dovrà obbligatoriamente essere messo in ogni annuncio, e servirà a distinguere la tipologia di alloggio, le caratteristiche e l’ubicazione. Per chi non esporrà il “bollino di qualità” sono anche previste sanzioni che vanno da 500 fino a 5.000 euro.

Inoltre, tutte le informazioni contenute nella banca dati saranno a disposizione sul sito del Ministero delle politiche agricole e del turismo, e i dati dei locatori saranno comunicati all’Agenzia delle entrate.

Questa norma va ad unirsi agli interventi messi in atto nel 2017 per combattere l’evasione fiscale sugli affitti, quando è stata introdotta la possibilità di applicare la cedolare secca al 21% anche sugli affitti inferiori ai 30 giorni. In quel caso, inoltre, è stato introdotto anche l’obbligo di riscuotere la cedolare direttamente alla fonte da parte dei portali online e degli intermediari.

Contro queste norme si è subito scagliato il colosso degli affitti brevi Airbnb, che ha fatto ricorso prima al Tribunale amministrativo e poi al Consiglio di Stato per far valere le sue ragioni. Ora, con la nuova norma, anche le case messe in affitto su Airbnb dovranno esporre il bollino di qualità, altrimenti scatteranno le sanzioni.

Ma nella norma è prevista una stretta anche sulla tassa di soggiorno. Chi offre locazioni brevi, deve registrarsi al portale “Alloggiati Web”, e comunicare i dati degli ospiti alla questura, la quale poi li comunica all’Agenzia delle entrate che li rende disponibili ai comuni che applicano l’imposta di soggiorno.

Potrebbe interessarti anche





Source link