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Aiea, quali sono i rischi degli attacchi ai siti nucleari dell’Iran

da | Giu 24, 2025 | Tecnologia


Secondo l’Aiea, attualmente il pericolo ambientale maggiore è locale. I siti di arricchimento dell’uranio contengono gas e sostanze chimiche tossiche, simili a quelle immagazzinate in qualsiasi grande impianto chimico industriale.

Wolfsthal afferma che il materiale contenuto negli impianti di arricchimento “non è ancora al punto in cui può verificarsi una reazione a catena in grado di sostenere un’esplosione nucleare su larga scala” (come riporta il Bulletin of the atomic scientists, l’Aiea stima che l’Iran abbia una riserva di uranio arricchito fino al 60%, non ancora sufficiente per produrre un’arma nucleare. Ma a gennaio l’agenzia ha anche riferito di aver trovato una piccola quantità di uranio arricchito molto oltre questa soglia a Fordow).

L’esperto paragona i danni che possono causare gli attacchi a siti come Natanz a quelli di un incidente stradale. “La tua auto contiene benzina – spiega Wolfsthal –. Se è coinvolta in una collisione o un incidente, può nascere un incendio, o addirittura un’esplosione. Potrebbe essere liberato materiale tossico. Ma i danni saranno piuttosto limitati“.

Wolfsthal aggiunge che è possibile che gli attacchi a Isfahan abbiano danneggiato delle casse contenenti gas di esafluoruro di uranio, un composto chimico radioattivo, che potrebbe diffondersi nell’area. Anche in questo caso tuttavia è presumibile che i danni derivanti da un’esplosione siano contenuti. “È solo una molecola di gas grande e pesante, quindi non andrà molto lontano“, ha dichiarato ad Abc News Emily Caffrey, direttrice del programma di fisica sanitaria dell’Università dell’Alabama a Birmingham.

L’Iran ha però un impianto che, se colpito, potrebbe causare danni significativi: l’unico reattore nucleare commerciale del paese, che si trova vicino alla città di Bushehr. Il sito contiene migliaia di chilogrammi di materiale nucleare usato per produrre combustibile ed è oggetto di reazioni a catena (i reattori utilizzati a scopi di ricerca, come quello di Isfahan, hanno una quantità di combustibile molto inferiore rispetto a quelli commerciali e operano a temperature molto più basse: per questo sono meno pericolosi in caso di incidente). Nei commenti pubblicati un giorno prima degli attacchi statunitensi, Grossi ha detto che un attacco all’impianto “potrebbe provocare un rilascio molto elevato di radioattività nell’ambiente“. La settimana scorsa il governo israeliano aveva dichiarato di aver colpito Bushehr, salvo poi ritrattare.

La mia valutazione tecnica è che attaccare un reattore nucleare è una cosa davvero, davvero, davvero, davvero stupida“, osserva Wolfsthal.

C’è poi una minaccia ambientale più ampia e a lungo termine: la possibilità che a seguito dei recenti attacchi, l’Iran compia gli ultimi passi per costruire un’arma nucleare.

Non sfugge a nessuno che sia Israele che gli Stati Uniti hanno armi nucleari e che hanno attaccato l’Iran, che invece non ce l’ha – afferma Wolfsthal –. La Russia ha armi nucleari e l’Ucraina no. La Corea del Nord, che ha armi nucleari, ha un bel vantaggio. Il messaggio è che le armi nucleari garantiscono sicurezza e immunità e permettono di agire contro gli avversari. Ed è un messaggio molto pericoloso che stiamo inviando a paesi che erano vicini a ottenere opzioni nucleari e che ora potrebbero decidere di dotarsene“.

Lunedì, Grossi ha ribadito queste preoccupazioni. “Una cosa è certa, ed è la semplice verità: non saremo più sicuri se ci saranno più armi nucleari in più stati del mondo“, ha detto.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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