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mercoledì, Giu 26

Alcol dopo le 3 di notte, la movida al tempo di Salvini


L’apertura del ministro dell’Interno alle associazioni di settore si accompagna a un “bollino blu” che dovrebbe garantire più sicurezza: intanto, si deregolamenta la vendita in barba ai dati sugli incidenti stradali correlati

Un selfie del 2016 al Papeete beach di Milano Marittima (foto tratta da Instagram @aryfashiovoice)

Locali ed esercizi pubblici non possono vendere alcolici e superalcolici dopo le 3 di notte. L’idea del ministro dell’Interno Matteo Salvini, però, è quella di eliminare questo limite. La ragione? L’ha spiegata lo stesso titolare del Viminale che ha parlato da “padre di un ragazzo di 16 anni e da fruitore di locali”. In questo modo – ha detto – “si agevola soltanto l’abusivismo di chi vende bevande fuori dai locali”. E quindi invece di andare a fermare e multare chi vende robaccia all’esterno di club e discoteche o nelle zone della movida meglio la tana libera tutti. Si beve senza problemi fino a tarda notte, con buona pace dei dati che raccontano una verità incontrovertibile: l’abuso di alcol come causa principale di morte fra i giovani negli incidenti stradali.

Per inciso, ce lo ricordiamo, il ministro-fruitore dei locali, la scorsa estate all’Old Fashion di Milano ancora con la t-shirt della Guardia Costiera di Vibo Valentia che non aveva avuto tempo o voglia di cambiare in un frammento dell’ennesimo tour elettoral-istituzionale che è la sua esistenza di questi anni. Passò un po’ di tempo col gestore, in piena notte. Ma ci ricordiamo anche Mister Papeete, il gestore dello stabilimento di Milano Marittima preferito dal leader del Carroccio a torso nudo, Massimo Casanova, oggi europarlamentare con la Lega. Insomma, ne ha di frequentazioni nella movida italiana, Salvini.

Stando a una recente ricerca Eurispes Empam oltre il 40% dei giovani ha ammesso di essersi messo alla guida almeno una volta in stato di ebrezza o di essere salito su un’auto con il conducente che aveva i sensi palesemente alterati. Non solo: secondo l’ultima relazione al Parlamento del ministero della Salute sugli interventi realizzati nel 2018 in materia di dipendenza da sostanze alcoliche e problemi correlati l’abuso è in crescita nel Paese ed è in pericoloso aumento anche il numero di incidenti correlati alla guida in stato di ebbrezza. Per i dati di Polizia e Carabinieri, che Salvini dovrebbe conoscere se governasse con serietà, i soli militari hanno verbalizzato, nel 2017, 2.912 sinistri alcol correlati (il 9% sul totale rilevato dall’Arma) con un aumento dello 0,9% sul 2016 e dello 0,4% rispetto al 2015. Quanto alla Stradale “dai dati 2017 emerge che il 10,7% delle violazioni al Codice della strada per guida sotto l’effetto dell’alcol è registrato in concomitanza di un incidente stradale”, ha detto lo scorso maggio la ministra Giulia Grillo nella sua relazione, “di questi il 6,4% è riferibile ad incidenti stradali con lesioni a persone”. Dove c’è alcol, insomma, c’è un incidente.

Certo, dovrebbe anche arrivare il “bollino blu” delle discoteche sicure, se ne parlerà nei prossimi giorni. Come se le cronache non testimoniassero settimanalmente la violazione delle leggi nazionali, regionali e dei regolamenti comunali (per esempio gli alcolici serenamente venduti ai minori di 18 anni) in tutto il Paese. Dunque, mentre con un approccio si dà l’illusione di voler aumentare la sicurezza e i controlli con lotta allo spaccio, telecamere di sorveglianza all’interno, estensione dell’uso dell’etilometro, collaborazione con la Siae perché “chi organizza eventi sia in grado di farlo” e misteriose “nuove misure per impedire l’ingresso a sbandati e balordi”, dall’altra parte nella sostanza si deregolamenta la notte alcolica dei più giovani (e non solo). Con estrema soddisfazione delle organizzazioni di categoria che, al contrario, molto avrebbero da dimostrare in termini di legalità. Basti pensare alla strage di Corinaldo o all’infinita sequela di sanzioni su sicurezza, certificazioni, capienza, alimenti e bevande.

Non solo: il principio che dovrà passare è che ciò che avverrà fuori, anche se è iniziato dentro, dovrà lasciare sereni i gestori. “Se c’è una rissa a un chilometro da un locale non ha senso che ne risponda il titolare. Serve meno burocrazia. Giusto che se uno sbaglia venga additato come irresponsabile, ma il “dalli alla discoteca” non conviene a nessuno”. Più alcol in libertà anche a orari improbabili, meno responsabilità per chi guadagna su questo genere di locali, impegni dei proprietari per ora aleatori: è la movida al tempo di Salvini.

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