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Alla ricerca del volo MH370, mai atterrato e rimasto impresso nella nostra memoria: 12 anni dopo parte una nuova missione di ricerca

by | Dic 4, 2025 | Tecnologia


L’ultima comunicazione registrata pare essere stata un laconico: “Tutto bene, buonanotte”, pronunciato dal pilota durante il passaggio dallo spazio aereo malesiano a quello vietnamita. Da allora, nessuna notizia ufficiale. Alle 2:14 l’ultimo avvistamento dai radar militari sopra lo stretto di Malacca, poi nessuna traccia del velivolo che sarebbe dovuto atterrare alle 6:30.

Dati satellitari successivi mostrarono che l’aereo aveva probabilmente deviato dalla rotta prevista, dirigendosi verso sud-ovest, nell’oceano Indiano. Da questo deriva l’ipotesi attualmente prevalente, ovvero che il volo MH370 sia precipitato in una zona remota e profonda dell’oceano. Per decine di giorni, dopo la scomparsa, si mobilitò una squadra internazionale di soccorritori, tra Malesia, Australia e Cina. Navi, sonar, aerei, ricerche in superficie e sottomarine. Nei tre anni successivi la zona esplorata coprì una superficie di oltre 120mila chilometri quadrati. Eppure, il relitto non fu mai trovato. Solo sporadici detriti – parti di una fusoliera – tornarono a galla e furono recuperati sulle coste dell’Africa orientale o di alcune isole che si trovano nell’oceano Indiano.

A scandagliare quella regione, dieci anni dopo, sarà Ocean Infinity, la stessa società che anni fa seguì le tracce del velivolo senza arrivare al risultato sperato. Stavolta però le tecnologie sono più avanzate, l’area è più circoscritta e, soprattutto, la volontà politica è tornata a farsi carico di una vicenda che pesa ancora come un debito non saldato.

Ritorno in acqua, cosa cambia in questa nuova ricerca

L’operazione avrà inizio il 30 dicembre 2025 e segna una svolta significativa soprattutto grazie alla scelta di una zona mirata corrispondente a circa 15mila chilometri quadrati, molto meno estesa rispetto alle aree esplorate precedentemente, una decisione motivata da analisi aggiornate del fondo oceanico e da modelli di simulazione del probabile luogo di impatto.

La società incaricata, Ocean Infinity, impiegherà tecnologie moderne di ricerca subacquea e mappatura di fondali, con strumenti più sensibili e sofisticati rispetto al passato: un elemento che, almeno in teoria, aumenta le possibilità di ritrovamento.

Il contratto No find, no fee dimostra anche la volontà di non lasciare incertezza: il pagamento avverrà solo in caso di risultato concreto, ovvero l’effettivo ritrovamento del relitto, il che implica che l’operazione non sarà puramente simbolica.

Le ricerche dell'aereo della Malaysia Airlines

Le ricerche dell’aereo della Malaysia Airlines (MH370)

Handout/Getty Images

Resta il mistero sul perché non abbiamo avuto risposte, finora

Nonostante la scala senza precedenti delle ricerche condotte finora, l’assenza di ritrovamenti significativi mantiene la vicenda avvolta in un alone di mistero. Una relazione ufficiale del 2018, pur suggerendo che la deviazione della rotta fu probabilmente voluta – escludendo un guasto tecnico o un suicidio del pilota – non riuscì a chiarire i motivi, né eventuali responsabilità terze.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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