AlphaFold: il modello di Intelligenza Artificiale che ha rivoluzionato la scienza
Ha permesso di prevedere la struttura di 240 milioni di proteine ed è stato usato da 3,3 milioni di scienziati di tutto il mondo: sono alcuni dei numeri di AlphaFold, il modello di Intelligenza Artificiale sviluppato dai ricercatori di Google DeepMind premiati nel 2024 con il Nobel per la chimica.
La storia di AlphaFold iniziò nel 2018, quando la prima versione del modello fu lanciata con grandi aspettative. Tuttavia, nonostante le promesse, il sistema non mantenne le attese dei creatori, che si misero subito al lavoro per rinnovare gli algoritmi alla base del sistema e sviluppare una nuova versione. AlphaFold2 fu presentata a fine novembre 2020 e rilasciata pubblicamente nel 2021, impreziosita da una grande banca dati realizzata anche in collaborazione con il Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare Embl.
Una rivoluzione nella scienza
AlphaFold2 dimostrò sin da subito le sue incredibili potenzialità, ossia prevedere e generare la struttura in 3D di gran parte delle proteine esistenti in ogni cellula umana. “Avere modelli per qualsiasi cosa ha avuto un impatto enorme”, ha detto su Nature Janet Thornton, bioinformatica all’Istituto di bioinformatica Embl-Ebi. Una rivoluzione, sottolinea Nature, che ha permesso in questi anni di aprire le porte allo studio dettagliato, come non era mai stato possibile, di ogni tipo di proteina e identificare in pochissimo tempo meccanismi fino a quel momento sconosciuti.
A dimostrarne la rilevanza bastano i dati delle citazioni nei paper scientifici e del suo utilizzo: 3,3 milioni di utenti in oltre 190 paesi hanno avuto accesso al database AlphaFold, gestito dall’Embl-Ebi e contenente oltre 240 milioni di previsioni strutturali, che comprende la maggior parte delle proteine conosciute.
Il riconoscimento del Nobel
Una importanza riconosciuta anche con l’assegnazione del Nobel per la chimica nel 2024 ai suoi ideatori Demis Hassabis, Ceo di Google DeepMind, e John Jumper, ricercatori di DeepMind, che hanno condiviso il premio con David Baker, dell’Università di Washington, tra i primi a usare questa IA per innovare praticamente lo studio delle proteine esistenti in natura.
FP


