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lunedì, Ott 21

Amazon, i rivenditori si sbarazzano di cibo scaduto


Sul colosso dell’ecommerce alcuni rivenditori e grossisti mettono in vendita cibo e prodotti scaduti, senza che Amazon riesca a bloccarli prima della consegna

Consegne per Amazon (Bartek Sadowski/Bloomberg)
Consegne per Amazon (Bartek Sadowski/Bloomberg)

Amazon sta diventando sempre più grande, e controllare l’intera sua filiera, dai rivenditori alla logistica, comincia a diventare impegnativo. Così, il colosso dell’ecommerce rischia di diventare il punto di smercio anche per prodotti scaduti o non sicuri. Secondo quanto riporta Cnbc negli Stati Uniti molti rivenditori o grossisti vendono sulla piattaforma di Amazon cibo scaduto, e la compagnia viene a saperlo soltanto dalle recensioni negative dei clienti.

Dopo il caso portato alla luce dal Wall Street Journal delle migliaia di prodotti non sicuri venduti sulla piattaforma dai rivenditori, ora l’attenzione si sposta infatti sui prodotti alimentari come latte in polvere per bambini, tè confezionati, carne essiccata o barrette ai cereali, le cui date di scadenza sono spesso passate anche da alcuni mesi, secondo i commenti postati sul sito.

E al centro delle polemiche dei produttori e dei clienti c’è soprattutto il sistema di controllo della filiera di Amazon, che ormai conta circa 2,5 milioni di attività che si appoggiano al sito per la distribuzione e la vendita dei prodotti che spesso hanno in magazzino da molto tempo. Nel complesso, la rivendita di prodotti alimentari vale circa il 58% dei prodotti commercializzati su Amazon, quindi è per il colosso un business molto importante.

Secondo le stime riportate ancora da Cnbc, poi, circa il 40% dei rivenditori che operano nel settore del cibo hanno riportato almeno cinque recensioni negative relative a prodotti scaduti o mal conservati. E spesso il problema riguarda proprio il fatto che le merci vengono stoccate in magazzino per molto tempo oppure provengono da liquidazioni di altri negozi.

Ma dal momento del loro acquisto al momento della vendita possono passare anche dei mesi, e qui sta, secondo produttori e consumatori, la maggiore falla nel sistema dei controlli da parte di Amazon, che sebbene riesca ad applicare perfettamente le sue garanzie ai prodotti spediti dai suoi magazzini fa più fatica ad avere un controllo capillare su quelli spediti dai suoi rivenditori.

Dal canto loro, da Amazon fanno sapere: “Abbiamo solidi processi capaci di assicurare che i nostri clienti ricevano prodotti con una durata di conservazione sufficiente. In caso di contestazioni sulla qualità dei prodotti, incoraggiamo i consumatori a contattare direttamente il servizio clienti e aiutarci a investigare e a prendere i dovuti provvedimenti”.

Ma da parte delle associazioni si chiede maggiore controllo per evitare danni per la salute dei clienti e anche per l’immagine delle ditte produttrici, e si invita il colosso a considerare questo come un campanello d’allarme anche per altre questioni legate alla sicurezza nella filiera di un business che rischia di diventare troppo grosso.

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