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lunedì, Apr 24

Amazon, il taglio dei distributori può cambiare i costi delle spedizioni | Wired Italia



Da Wired.it :

Amazon e il mondo dell’ecommerce italiano in genere si apprestano a una svolta: le spedizioni gratuite verranno fortemente ridimensionate e per alcuni beni scompariranno del tutto. Ne è convinta Paola Marzario, esperta di marketplace, presidente e fondatrice di BrandOn Group, società specializzata nella consulenza delle aziende che vogliono sfruttare ogni potenzialità dei marketplace online.

È solo un tema di profittabilità. Imprese e imprenditori dopo aver investito durante la pandemia per creare o migliorare le attività di vendita online adesso fanno i conti con i margini. Le spedizioni sono un costo e quindi verranno trattate come tale“, conferma Marzario a Wired.

Le novità di Amazon

Il tema è esploso a seguito dell’annuncio di Amazon di voler tagliare il numero il numero dei fornitori europei – di circa 20mila secondo La Repubblica – e favorire l’incremento del numero dei seller, ovvero i venditori che sfruttano la piattaforma come marketplace. Roberto Liscia, presidente del consorzio Netcomm, e Mattia Vergerio, co-fondatore di Scuola Ecommerce, intervistati da Wired sull’argomento, hanno confermato che si tratta di una strategia legata alla maturità del settore.

Come a dire che sdoganata la novità del commercio online italiano – oggi non bisogna più spiegare di cosa si tratta o quali siano i vantaggi – era prevedibile che Amazon iniziasse a trattare il canale come altri e quindi valutare la profittabilità del business con più rigore. E quindi “chiudere i contratti anche con brand diretti che non realizzano volumi interessanti“, come ricorda Marzario, trasformare in seller i vendor, contenere i costi della catena di approvvigionamento, tenere bassi i prezzi per i consumatori e quindi anche affrontare il capitolo spedizioni.

Io non dico che scompariranno le spedizioni gratuite ma semplicemente che continueranno a esistere dove sono sostenibili. Un bene acquistato su Amazon o in un qualsiasi altro marketplace che costa meno di 10 euro non può includere una spedizione gratuita – che oggi mediamente è di circa 4 euro“, puntualizza l’esperta. E aggiunge: “Lo stesso vale per un prodotto di grandi dimensioni come un frigorifero o una smart tv da oltre 100 pollici che nominalmente un corriere farebbe pagare 60 euro“.

Nuove strategie

In sintesi Amazon Prime e altre realtà, secondo Marzario, a breve attueranno tre potenziali strategie per affrontare la questione. La prima sarà quella di far pagare le spedizioni su alcune tipologie di articolo, in base a prezzo di listino o dimensioni. Un’alternativa sarà quella di eliminare alcune tipologie di prodotto oppure ancora creare dei pacchetti ad hoc per rendere i costi di spedizione meno impattanti. Si pensi per esempio a una confezione di caffè istantaneo che costa circa 5/6 euro a confezione: un venditore dovrebbe farsi carico di 4 euro di spedizione e quindi di fatto rinunciare a buona parte del profitto, ma se ipotizzasse un multipack da sei confezioni il risultato sarebbe completamente diverso.



[Fonte Wired.it]