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Amazon indagata per contrabbando di prodotti cinesi in Italia, la Guardia di finanza nelle sedi di Milano e Bergamo

by | Nov 25, 2025 | Tecnologia


Amazon è di nuovo nel mirino della Procura di Milano per presunto contrabbando di merce proveniente dalla Cina. Lunedì 24 novembre la Guardia di finanza di Monza e l’Agenzia delle dogane hanno eseguito perquisizioni presso la sede del colosso dell’e-commerce nel centro di Milano e nel polo logistico di Cividate al Piano, comune della provincia di Bergamo, in Lombardia, sequestrando circa 5mila prodotti e materiale informatico. L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Elio Ramondini, ipotizza il reato di contrabbando a carico di responsabili della multinazionale statunitense. Secondo gli investigatori, attraverso un sistema di società di comodo create per aggirare le norme fiscali, centinaia di migliaia di articoli provenienti dalla Cina sarebbero stati introdotti in Italia senza il pagamento dell’Iva (l’imposta sul valore aggiunto) e dei dazi previsti per le importazioni extra-UE.

Amazon, “cavallo di Troia” per evadere le tasse?

I magistrati milanesi ritengono che il gigante del commercio elettronico abbia agito come una sorta di “cavallo di Troia”, consentendo a un numero ancora sconosciuto di prodotti cinesi di circolare nel territorio italiano senza la corretta tassazione. I beni sequestrati nel centro logistico bergamasco comprendono giocattoli, cover per telefoni cellulari, friggitrici ad aria, penne e forbici: articoli introdotti nell’Unione europea attraverso canali non ancora identificati, per poi essere venduti tramite la piattaforma di Amazon. Le fonti citate da Reuters, che per prima ha dato notizia delle operazioni, parlano di un totale di almeno 500mila prodotti coinvolti.

L’indagine su Amazon cominciata nel 2021

Il filone sul contrabbando appena aperto nasce da un’indagine più ampia della Procura milanese nei confronti di Amazon che ipotizza una presunta evasione fiscale da 1,2 miliardi di euro. In quel procedimento risultano indagati tre manager e la divisione europea di Amazon, società con sede in Lussemburgo, per una presunta frode fiscale relativa alle vendite online in Italia tra il 2019 e il 2021. Secondo gli inquirenti, l’algoritmo della piattaforma avrebbe consentito di vendere merci provenienti da venditori extra-Ue, in prevalenza cinesi, senza identificarne l’origine, facilitando così l’evasione dell’Iva.

La legge italiana stabilisce infatti che un intermediario che offre prodotti in vendita nel paese sia corresponsabile del mancato pagamento delle imposte da parte di venditori non europei. L’Agenzia delle entrate, l’ente pubblico che si occupa della riscossione dei tributi in Italia, ha già sottoposto ad Amazon una proposta di accordo fiscale: il gruppo statunitense dovrà decidere entro dicembre se accettarla. Amazon ha fatto sapere di essere “impegnata a rispettare tutte le leggi e le normative vigenti”, dichiarando la piena collaborazione alle autorità competenti.

L’inchiesta si allarga all’Europa

Non è la prima volta che la multinazionale fronteggia contestazioni da parte del fisco italiano: nel luglio 2024 la Guardia di finanza aveva già sequestrato circa 121 milioni di euro ad Amazon Italia Transport in un’indagine separata su presunta frode fiscale e pratiche lavorative illegali.

L’indagine italiana ha già assunto una dimensione transnazionale. Nel mese di luglio 2025 i pubblici ministeri milanesi sono stati convocati presso la sede dell’Aia, nei Paesi Bassi, da Eurojust, l’agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale tra gli Stati membri. In quell’occasione hanno presentato la portata delle indagini ai colleghi di Germania, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Belgio, Svezia e Irlanda: l’inchiesta dovrebbe infatti estendersi al resto dei 27 paesi dell’Ue, dal momento che lo schema avrebbe potenzialmente coinvolto l’intero mercato unico europeo.

L’Italia potrebbe essere solo la punta dell’iceberg

Parallelamente alle indagini milanesi si è mossa anche l’European public prosecutor’s office (Eppo), la Procura europea con sede in Lussemburgo che ha competenza sui reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione. L’Eppo ha aperto un proprio fascicolo sui conti di Amazon relativi al periodo 2021-2024, dopo che nuove regole comunitarie hanno imposto obblighi più stringenti in materia di Iva alle piattaforme di commercio elettronico. Si tratta di normative entrate in vigore proprio per contrastare i fenomeni di evasione fiscale legati alle vendite online transfrontaliere.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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