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venerdì, Set 04

Amazon, scontro sul software che misura la distanza tra lavoratori



Da Wired.it :

Il colosso dell’ecommerce vuole introdurre anche in Italia Proxemics, che si basa su un sistema di telecamere per misurare la distanza tra gli addetti. I sindacati contro

Un magazzino di Amazon (Foto di Paul Hennessy/NurPhoto via Getty Images)
Un magazzino di Amazon (Foto di Paul Hennessy/NurPhoto via Getty Images)

Amazon vuole introdurre anche in Italia un sistema di videosorveglianza che misura in tempo reale la distanza tra i lavoratori dei magazzini per gestire l’emergenza coronavirus. Dopo averlo sperimentato negli Stati Uniti, dove ha fronteggiato scioperi e proteste per le condizioni di lavoro nei centri logistici durante la pandemia, la multinazionale dell’ecommerce intende estendere anche in altri Paesi un sistema di telecamere che inquadra gli operai e, attraverso l’analisi delle immagini in tempo reale con un software chiamato Proxemics, segnala se non mantengono la distanza di sicurezza di due metri.

Distance assistant, questo il nome del programma, approderà anche in Italia. Insieme a Occupancy counter, una rete di sensori installata nelle aree comuni per stabilire in tempo reale se sono troppo affollate. Amazon ha già avviato il processo di autorizzazione per i ventidue magazzini, tra grandi e piccoli, che ha aperto in Italia (più i depositi urbani in funzione a Milano e Roma). Ma negli stabilimenti in cui i sindacati sono presenti, deve passare da una trattativa tutt’altro che in discesa. Le sigle dei lavoratori diffidano del software e di maggiori controlli, chiedono rassicurazioni sull’uso dei dati ed esigono che Proxemics abbia una data di scadenza.

I tempi, però, sono stretti. A ottobre Amazon ha messo in calendario il suo Prime Day (la giornata di sconti dedicata agli abbonati Prime), aprendo di fatto con un mese di anticipo la stagione invernale dei grandi acquisti (tra Black Friday e Cyber Monday), che accelera il lavoro nei depositi del gruppo, già usciti da mesi di ordini alle stelle durante il lockdown. Nel secondo trimestre dell’anno Amazon ha registrato, a livello globale, un aumento del 40% delle vendite nette (88,9 miliardi di dollari) rispetto allo stesso periodo del 2019.

Come funziona la videosorveglianza

Ad aprile Amazon fa cenno per la prima volta al software di controllo della distanza tra le misure  per la prevenzione dei contagi nei magazzini. In primavera l’azienda è stata molto criticata per la gestione del lavoro nella logistica e a marzo anche in Italia ci sono stati scioperi e proteste nei centri di distribuzione. Amazon non ha mai dichiarato quanti contagi da Covid-19 si siano registrati nelle sue sedi, ma, a quanto risulta a Wired, in Italia tre risultano tra i lavoratori di Vercelli, cinque a Torrazza e due a Milano.

Abbiamo investito oltre 800 milioni di dollari nella prima metà di quest’anno in misure di sicurezza come controlli della temperatura, mascherine, sanificazioni, guanti e test, solo per citarne alcuni – ha fatto sapere un portavoce del gruppo -. Abbiamo implementato diversi nuovi processi per garantire la sicurezza nei nostri siti, tra cui un sistema completamente anonimo che aiuta i responsabili dei siti a migliorare le misure atte a garantire il distanziamento sociale di sicurezza”.

Il sistema di monitoraggio digitale avrà due applicazioni. Il primo si chiama Distance assistant. Le telecamere, oggi adoperate per monitorare la merce, saranno puntate anche sui lavoratori per sorvegliare le aree più affollate e controllare che i magazzinieri mantengano la distanza di sicurezza di due metri. Il software Proxemics analizza le immagini in tempo reale e se riconosce che qualche lavoratore varca il perimetro prestabilito, fa scattare un allarme sonoro.

Come ha rilevato Luca Sambucci, esperto di intelligenza artificiale, “poiché le telecamere non riescono a calcolare la distanza fra oggetti o persone, la decisione del sistema si basa sul numero di pixel che separano le diverse persone, tenendo però conto delle dimensioni apparenti degli individui”. Secondo la relazione tecnica di Amazon, il programma non archivia dati. L’azienda precisa inoltre che le immagini sono sfocate, per non rendere riconoscibili gli addetti, e non sono registrate, ma i responsabili possono vagliare Proxemics per modificare l’organizzazione degli spazi nei magazzini per mantenere le distanze.

La seconda applicazione è Occupancy counter e interessa le aree comuni, come le mense e gli spazi per le pause. I sensori registrano simultaneamente ingressi e uscite dei lavoratori fino a raggiungere il numero massimo compatibile con le misure di sicurezza. Se il tetto viene sforato, il sistema avvisa i lavoratori. I dati possono anche essere usati per visualizzare quanti posti sono disponibili nelle aree prima di entrare. Anche in questo caso, spiega Amazon, i dati vengono raccolti in diretta e non archiviati.

Il no dei sindacati

I sindacati, però, sono critici sull’uso della videosorveglianza. Ad agosto a Passo Corese, nel Reatino (uno dei quattro grandi centri di distribuzione in Italia con Castel San Giovanni, Vercelli e Torrazza Piemonte), Amazon ha incassato il primo no dai rappresentanti di Filt Cgil e Uiltrasporti. “Non vedevamo il motivo di altro controllo, rischia di mettere a disagio il lavoratore”, spiega Antonio Rubini, della rappresentanza sindacale aziendale (Rsa) di Uiltrasporti a Passo Corese. Un altro incontro è previsto, in vista proprio della programmazione autunnale, quando sul magazzino arrivano a ruotare fino a tremila magazzinieri. Per Rubini le misure adottate (tra cui mascherina obbligatoria e sanificazioni) sono già sufficienti e rispettare la distanza dei due metri mentre ci si muove per completare l’ordine “è difficile. Inoltre nell’accordo non era specificato fino a quando sarebbe stato in funzione il software”.

Anche secondo Teresa Bovino, della Filt Cgil Piemonte, ci sono altri metodi, rispetto alla videosorveglianza, per gestire gli spazi di lavoro. “A Torrazza e Brandizzo (un deposito del Piemontese, ndr) non abbiamo firmato l’accordo perché riteniamo che non ci siano le circostanze”, spiega: “Non sono previste neanche dai protocolli di sicurezza del 24 aprile del ministero del Lavoro”. No anche nell’impianto milanese di Rogoredo, in via Toffetti. “Non è chiaro come il software intervenga sulla dinamica dei lavoratori”, commenta Alessio Gallotta, della Filt Cgil: “Siamo passati dal non fare niente e non ridurre i carichi di lavoro in primavera al sistema che, se ti avvicini a meno di due metri, suona”.

I sindacati vorrebbero che la partita si giocasse a livello nazionale, mentre Amazon, che dove non ha controparti si rivolge direttamente all’Ispettorato del lavoro, procede con trattative sede per sede. A Vercelli, per esempio, la Rsa ha dato l’ok, sorprendendo la segreteria locale della Filt Cgil. “Non siamo contrari a prescindere, ma vorremmo conoscere l’uso che si fa dei dati”, spiega il segretario, Alberto Bontempi. Mentre il funzionario che segue il centro, Luca Ballardini, contesta il mancato coinvolgimento del sindacato. Anche a Castel San Giovanni, il più storico dei centri logistici di Amazon in il braccio di ferro è in corso.

Il timore è che una tecnologia introdotta per fronteggiare l’emergenza coronavirus resti in funzione per sempre. Pare che lo sviluppo di Proxemics risalga a marzo, quando negli Stati Uniti il Covid-19 non era ancora percepito come una minaccia. “Non c’è intenzione e non c’è possibilità di monitorare i lavoratori individualmente: si tratta di un meccanismo per garantire la salute”, replica l’azienda, che assicura che non ci saranno sanzioni per chi non rispetta la distanza, ma riscontri così come, e lo confermano anche i sindacati, è stato fatto finora. Siccome non è previsto il riconoscimento del singolo lavoratore, Amazon non ha sottoposto un parere preventivo all’Autorità garante della privacy, che ha confermato a Wired che in questi casi non è necessario.

Lo sviluppo in Italia

Per Amazon è fondamentale che tutto fili liscio nei magazzini, visto che si prospetta una seconda parte dell’anno galoppante per il suo business. Uno studio di Adobe Analytics prevede un incremento del 20% del volume delle vendite tra Black Friday e Cyber Monday rispetto a quelle del 2019. L’azienda sta investendo in Italia. Stima di assumere 1.600 persone nel 2020, portando a 8.500 unità la sua forza lavoro. E ha messo a budget un investimento di più di 140 milioni di euro per la costruzione del quinto e del sesto centro di distribuzione (i suoi magazzini più grandi) a Castelguglielmo/San Bellino (Veneto) e Colleferro (Lazio) alla fine del 2020, mentre nelle prossime settimane taglierà il nastro di sette nuovi depositi a Catania, Cagliari, Genova, Pisa, Brescia, Parma e Milano.

Investimenti che rafforzano il primato della creatura di Jeff Bezos. Stando alla relazione parziale sul giro d’affari legato alla consegna dei pacchi in Italia dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom), il colosso di Seattle incassa il 59% dei ricavi nel mercato delle consegne che in gergo tecnico si chiamano deferred (che impiegano 3-5 giorni per arrivare). Ed è il secondo operatore nel segmento express (24-48 ore). Dati che per l’Agcom profilano una posizione dominante sul mercato.

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[Fonte Wired.it]