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martedì, Ott 05

American Horror Story, i personaggi più inquietanti di sempre



Da Wired.it :

Esordiva esattamente dieci anni fa, il 5 ottobre 2011, data del debutto americano di Murder House, l’antologia dell’orrore di Ryan Murphy e Brad Falchuck che torna il 20 ottobre su Star con il nuovo capitolo, Double Feature.

American Horror Story, l’antologia del terrore firmata dal re mida delle serie tv americane Ryan Murphy e dal partner in crime Brad Falchuk, questa estate si è sdoppiata grazie allo spinoff American Horror Stories – serie di racconti a sé stanti – e dal 20 ottobre ritorna con una nuova doppia stagione, Double Feature, su Star (Disney+). Questo appuntamento ormai consueto per gli amanti delle storie dell’orrore declinate nelle loro versioni più morbose e perverse è iniziato esattamente dieci anni fa, il 5 ottobre 2011, data del debutto americano di Murder House. La sua esistenza coincide con la conoscenza di una miriade di personaggi, tutti invariabilmente deviati: sono villain e assassini e molto spesso sono completamente pazzi o dominati da perversioni sadiche. Se nella realtà avessimo la sfortuna di imbatterci in uno di loro e sopravvivessimo, li descriveremmo come disgustosi e detestabili, ma Murphy & Falchuk, facendo da filtro con il proprio punto di vista e la loro scrittura seducente, li rendono ai nostri occhi inspiegabilmente affascinanti. Ecco chi sono, secondo noi, i villain più sinistri, inquietanti e perversi della saga televisiva di American Horror Story.

1. Twisty the Clown (Freak Show)

Della stagione che prediligiamo, è il personaggio a cui siamo “quasi” affezionati. Twisty è un freak, sebbene non abbia mai fatto parte del circo che l’affascinante e ambiziosa Elsa gestisce nella Florida degli anni ’50. Una volta lavorava come pagliaccio alle feste dei bambini, ma l’invidia dei colleghi e un falsa accusa di pedofilia gli distruggono la vita. Il povero Twisty tenterà il suicidio sparandosi in volto, solo per sopravvivere, orribilmente sfigurato e privato della mascella. Folle di disperazione, con la parte del corpo inferiore coperta da una maschera sorridente e il costume sudicio, proseguirà la propria esistenza come rapitore e serial killer, inseguendo il sogno impossibile e struggente di ricostruirsi una vita come popolare clown e costringendo le vittime ad assistere ai suoi trucchi. Fino alla fine e nonostante i delitti perpetrati, questo pagliaccio triste e assassino resterà un personaggio più da compatire che da disprezzare.

2. Dr Arthur Arden (Asylum)

Alcuni reputeranno più perversi – tra i malati di mente internati nel manicomio di Briarcliff e i dipendenti dell’istituto – altri personaggi di questa seconda stagione di American Horror Story intitolata Asylum. Tuttavia, più del serial killer Bloody Face, della manipolatrice Suor Jude e o della diabolica Suor Mary Eunice, la figura che ricordiamo è quella dello scienziato folle,  il “mengeliano” Dr Arden. Il suo ero nome è Hans Gruper ed è un criminale nazista scampato alla cattura che durante la Seconda guerra mondiale ha torturato migliaia di vittime nel campo di concentramento di Auschwitz. A Briarcliff sperimenta indefessamente sui pazienti nei modi più disumani, per poi allearsi, diventandone anche l’amante, con la versione demoniaca della pura e innocente Suor Mary Eunice. In seguito si scoprirà aver mutilato, nel corso delle riprese di uno snuff movie, l’attrice Elsa, che ritroveremo, prima delle gambe, a dirigere il circo di Freak Show.

3. Madame LaLaurie (Coven)

Ricorrono, lunga tutta la longeva produzione di American Horror Story, i casi in cui Ryan Murphy introduce personaggi realmente esistiti e passati alla storia per le loro perversioni o per la loro diversità. È il caso dell’Uomo a due facce (Edward Mordake, il personaggio che compare in Freak Show, era in realtà una leggenda metropolitana di fine Ottocento), della “donna vampiro” Erzsébet Báthory e di Delphine LaLaurie. Interpretata da una raggelante Kathy Bates, la vera LaLaurie era una ricchissima signora nella New Orleans della prima metà del XIX secolo che torturava e mutilava i propri schiavi; in pratica, un mostro di gran lunga più meschino e disgustoso di quelli, fittizi, scaturiti dalla penna di Murphy. In Coven, l’orribile razzista e assassina è stata punita per le sue nefandezze con l’immortalità e la sepoltura da viva. Riesumata quasi due secoli dopo, finirà decapitata e poi uccisa.

4. La Contessa (Hotel)

Degli ospiti dell’Hotel Cortez, aperto negli anni Venti nel cuore di Los Angeles, quasi nessuno è umano: molti di loro sono vampiri, altri sono le loro vittime, che vagano in forma di fantasmi tra le stanze dell’edificio, e pochi altri che sono destinati a fare la stessa fine. Regina indiscussa di questo piccolo regno è la Contessa, donna sensuale ed elegante con le fattezze di Lady Gaga. Innamorata di Rodolfo Valentino, moglie del pomposo serial killer March, amante di alcune sue vittime, come la traditrice Ramona, e madre di una prole mostruosa, Elizabeth Johnson è un vampiro sostentato dal sangue e dal sesso orgiastico che si rifà a un altro personaggio storico, la citata Bathory, prima “vampira” della storia, nobildonna ungherese del XVI secolo condannata per aver ucciso un numero imprecisato di domestiche allo scopo di bagnarsi nel loro sangue e preservare bellezza e giovinezza. La versione di Lady Gaga è altrettanto efferata, ma molto molto più stilosa, glamour e aggressivamente sexy.

5. Tate e Scarlett: la tuta di lattice (Murder House e Stories)

La casa degli orrori dove si trasferisce la malcapitata famiglia dello psichiatra Ben Harmon è affollata di spiriti: sono quelli, quasi tutti diabolici, dei precedenti inquilini, delle loro vittime e di coloro che si sono avventurati per caso o per curiosità in questa dimora infestata al centro della prima stagione di American Horror Story. Il giovane e disturbato Tate si macchia di peccati innominabili indossando il luccicante e nerissimo costume di gomma rinvenuto nella casa di famiglia. Questa è quasi un’entità a sé, un oggetto animato di vita propria che avvolge chi lo indossa con i propri ricordi, i propri pensieri, la propria malvagità. Quello stesso indumento da repertorio BDSM ricompare al cospetto della figlia adolescente, disturbata e con tendenze sadiche dei nuovi inquilini della casa maledetta in Stories, diventando l’abito con cui la giovane perpetra la propria vendetta verso le compagne di liceo che l’hanno umiliata.





[Fonte Wired.it]