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giovedì, Feb 02

Anarchici, come sono organizzati in Italia



Da Wired.it :

Con una telefonata anonima al Resto del Carlino, un uomo identificato come giovane e con cadenza bolognese ha minacciato un attentato a Bologna per i fatti relativi a Cospito. Il riferimento è ad Alfredo Cospito, detenuto al 41-bis e in sciopero della fame. Potrebbe trattarsi di chiunque, da un mitomane a un provocatore, ma la gran parte della stampa ha già etichettato la minaccia come proveniente dagli ambienti anarchici, prima ancora che la polizia possa aver completato le indagini sulla provenienza della telefonata.

Nonostante non si siano mai macchiati delle stragi tipiche del terrorismo di estrema destra, come quella di piazza Fontana a Milano nel 1969 o alla stazione di Bologna nel 1980, né delle azioni sovversive dell’estrema sinistra, come il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro, lo Stato italiano ha sempre usato la mano pesante verso gli anarchici.

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Condannato al 41-bis per un attentato che non ha provocato né morti né feriti, considerato strage politica. Reato previsto dall’articolo 285, che però non è stato applicato né per le stragi di Capaci e via D’Amelio, né per quella della stazione di Bologna

I gruppi anarchici italiani

È impossibile infatti dimenticare la storia del ferroviere Giuseppe Pinelli, usato come capro espiatorio dell’attentato a piazza Fontana e ucciso nella questura di Milano, spinto fuori da una finestra del quarto piano. Dopo questo fatto, i gruppi anarchici hanno conosciuto un lungo periodo di cambiamento, che le ha dirette dalla tradizione di inizio Novecento di attacchi violenti al potere, verso una direzione di lotta pacifica.

Tuttavia, in particolare dalla seconda metà degli anni Novanta, le attività eversive riconducibili all’anarco-insurrezionalismo hanno conosciuto una nuova recrudescenza, in particolare negli ambienti legati al pensiero di Alfredo Maria Bonanno, che ha sostenuto apertamente le azioni violente nel suo manifesto La gioia armata. È in questo contesto che, in contrasto al pacifismo della Federazione anarchica italiana (Fai), si stacca la Federazione anarchica informale, apertamente favorevole alla lotta armata e responsabile di diversi attentati, che hanno provocato solo un ferito.

Manifesto a sostegno della scarcerazione di Alfredo Cospito dal 41-bis

Il militante anarchico, detenuto in 41 bis per una strage mai avvenuta, è in fin di vita per lo sciopero della fame. Ma lo Stato non interviene e anzi vieta di parlare del caso

La Federazione anarchica italiana

La Federazione anarchica italiana nasce nel 1945, dopo la partecipazione delle brigate anarchiche alle operazioni della Resistenza. I suoi ideali sono racchiusi in questa frase di Enrico Malatesta, che si trova nella prima pagina del sito della Federazione: “Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza”.

Già dalla fine degli anni Sessanta, la Fai respinge l’intimidazione fisica, l’azione punitiva, l’attentato e la violenza indiscriminata come metodo di lotta. Le sue azioni politiche riguardano principalmente la contro informazione, gruppi di solidarietà ai carcerati e la discussione contro il sistema carcerario, così come altre attività culturali sul territorio. Le sedi della Fai sono riportate sul sito della federazione e si trovano in Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia e Toscana.

Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli

Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli, sottosegretario alla Giustizia e vicepresidente del Copasir, entrambi di Fratelli d’Italia, potrebbero aver diffuso informazioni riservate su presunti legami tra ambienti anarchici e criminalità organizzata

La Federazione anarchica informale

Nel 2003, nasce invece la Federazione anarchica informale, la cui sigla è uguale a quella della Fai, proprio per sottolineare il contrasto tra le due federazioni, ma si tratta di una cosa ben diversa. Si tratta di un’organizzazione informale e orizzontale, cioè senza una struttura verticale e gerarchica, che sostiene l’uso della violenza e della lotta armata contro lo Stato e i suoi simboli.

Al suo interno sembra ci siano circa 12 cellule, organizzate nel gruppo anarchico Morales, la cellula rivoluzionaria Lambros Fountas, le cellule insorgenti metropolitane, le cellule armate per la solidarietà internazionale il nucleo rivoluzionario Horst Fantazzini, la Narodna Volja, rivolta tremenda, rivolta animale, nucleo Mauricio Morales e la brigata Augusto Masetti.

Dal 2004, hanno rivendicato 11 attentati, che non hanno provocato nessuna vittima, tranne il ferimento dell’ex dirigente di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Al contrario, la relazione annuale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, i servizi segreti italiani, hanno identificato 31 azioni dirette di “presunta matrice anarchica”, di cui 18 dirette contro infrastrutture delle telecomunicazioni, 4 contro le forze di polizia, 3 contro l’Eni, 2 contro la sanità, 2 contro banche ed Equitalia, 1 contro gli esercizi commerciali e 1 contro la sede di Casapound.



[Fonte Wired.it]