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martedì, Mag 23

Anche il Regno Unito ha un suo piano per i chip, ma i soldi sono pochi

da Hardware Upgrade :

Basterà un miliardo di sterline, circa 1,14 miliardi di euro, a supportare il settore dei semiconduttori del Regno Unito? È quello che si chiedono molti addetti ai lavori dopo che il governo britannico ha presentato la UK Semiconductor Infrastructure Initiative con la quale ha annunciato investimenti fino a 200 milioni di sterline nel biennio 2023-25 che saliranno fino a 1 miliardo di sterline nel corso del successivo decennio.

I semiconduttori sono alla base dei dispositivi che utilizziamo ogni giorno e saranno fondamentali per far progredire le tecnologie di domani“, ha affermato il primo ministro britannico Rishi Sunak. “La nostra nuova strategia concentra l’impegno sui nostri punti di forza, in aree come la ricerca e il design, in modo da poter costruire il nostro vantaggio competitivo sulla scena globale“.

Aumentando le capacità e la resilienza della nostra industria dei semiconduttori, faremo crescere la nostra economia, creeremo nuovi posti di lavoro e rimarremo in prima linea nelle nuove scoperte tecnologiche“, ha aggiunto Sunak.

Per evitare intoppi nella filiera verranno pubblicate nuove linee guida da seguire, mentre il Regno Unito cercherà di aumentare la collaborazione con i partner internazionali per migliorare la resilienza del settore rispetto ad eventuali problemi. È stato inoltre istituito un gruppo consultivo composto da figure dell’industria, del governo e del mondo accademico per lavorare a stretto contatto su soluzioni condivise e la loro implementazione.

Quello che emerge è che anziché mettere sul piatto decine di miliardi come hanno fatto Stati Uniti e UE, il Regno Unito ha scelto un approccio diverso che mira a potenziare le aree in cui è più forte. Per il Paese, infatti, non avrebbe senso cercare di attirare enormi impianti per la produzione di chip avanzati, come quelli di TSMC e Intel.

Invece, l’obiettivo è potenziare la proprietà intellettuale, nonché la progettazione e la produzione di chip non in silicio. Ricordiamo che ARM, il progettista di chip che sostanzialmente muove l’intero settore smartphone, è proprio britannico (seppur in mano alla nipponica Softbank), con sede a Cambridge.

La nuova strategia risponde a una forte richiesta di molte realtà dell’industria che, in assenza di un piano, avevano paventato una fuga dal Regno Unito. Scott White, fondatore di Pragmatic Semiconductor, ha affermato che l’impegno del governo da 1 miliardo di sterline, sebbene piccolo rispetto a quello degli Stati Uniti e dell’UE, “sembra il giusto tipo di numero” di cui l’industria locale ha bisogno. Tuttavia, ha avvertito che il finanziamento deve essere “applicato nel modo giusto“. “Inoltre, se si tratta solo di un reimpacchettamento di cose esistenti, non sarà particolarmente utile“, ha detto White alla CNBC.

Non tutti sono però fiduciosi come White. Il progettista di chip AI Graphcore ha definito “modesto” l’esborso rispetto a Paesi come la Germania, mentre Simon Thomas, CEO e fondatore di Paragraf, società impegnata nella creazione di chip in grafene, ha definito la cifra esigua, quasi impalpabile.

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