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venerdì, Ott 16

Anche YouTube ha bandito i deliri dei complottisti QAnon



Da Wired.it :

Dopo Facebook e Twitter, anche la piattaforma video metterà al bando i contenuti ricollegabili a teorie cospirazioniste come QAnon, responsabile di numerosi atti di violenza negli Stati Uniti negli ultimi anni

(foto: Stephanie Keith/Getty Images)

Dopo l’annuncio di Mark Zuckerberg di Facebook lo scorso 6 ottobre, anche YouTube ha annunciato che avvierà una repressione massiccia dei contenuti collegati alla teoria del complotto di QAnon. Sarà vietata la diffusione di qualsiasi materiale basato su teorie cospirazioniste usate per giustificare la violenza contro singole persone o gruppi, come nel caso di questo singolare movimento nato sul web nel 2017 e diffusosi in pochi anni presso le frange più estremiste della società statunitense (tra cui parecchi sostenitori estremisti di Donald Trump). 

In un post sul suo blog ufficiale di giovedì 15 ottobre, YouTube ha affermato di aver “rimosso decine di migliaia di video di QAnon e chiuso centinaia di canali” in base alle regole vigenti. Tuttavia, viste le sfide nella gestione di questi contenuti “mutevoli e sempre in evoluzione”, YouTube ha sottolineato la necessità di fare “un ulteriore passo avanti nei nostri sforzi per frenare l’odio e le molestie” online: la piattaforma video, in questo senso, punta a espandere ulteriormente le proprie policy.

La minaccia di QAnon

Come riporta una lista stilata dal Guardian, il movimento complottista di QAnon è coinvolto in una lunga serie di atti violenti iniziati nel 2018. Sostenitori di QAnon sono stati arrestati per minacce a politici democratici come Joe Biden e Hillary Clinton, irruzione nella residenza del primo ministro canadese Justin Trudeau, uno scontro armato vicino alla diga di Hoover (in Colorado), un tentativo di rapimento e due rapimenti avvenuti, e almeno un omicidio. Solo l’anno scorso, infatti, l’Fbi ha emesso una nota di avvertimento sugli “estremisti interni guidati dalle teorie della cospirazione”, designando QAnon come una di queste potenziali minacce interne.

La teoria QAnon ha preso le mosse nell’ottobre del 2017, quando su una bacheca di 4chan un utente ha affermato di essere coinvolto direttamente in un’indagine segreta guidata da Donald Trump su una rete globale di pedofili. Sostenendo di avere l’autorizzazione di massima sicurezza da parte del governo degli Stati Uniti nota come “Q clearance”, ha iniziato a firmare i propri post anonimi come “Q”. Da qui, in pochi anni, si è sviluppato un movimento in rapida crescita – che, oltre a simpatie no-vax e negazioniste verso il Covid-19, ha le sue radici in teorie del complotto antisemite come il falso storico dei Protocolli dei savi di Sion – sempre più influente tra gli elettori e i politici repubblicani statunitensi. I sostenitori del presidente Donald Trump sono stati visti in pubblico con bandiere e magliette con il simbolo di QAnon durante i rally repubblicani per le prossime elezioni presidenziali del 3 novembre.

La posizione ambigua di Trump

Durante il suo primo dibattito televisivo post-coronavirus di giovedì 15 ottobre, in piena campagna elettorale, Trump si è rifiutato di smentire le teorie del movimento complottista, limitandosi a dire che lui “non ne sa niente” a parte che “sono contro la pedofilia, la combattono molto duramente”. Eppure, il feed Twitter del presidente finisce spesso con l’amplificare i contenuti di account cospirazionisti collegati a QAnon.

Infatti, mercoledì 13 ottobre, mentre era ospite al podcast Pod Save America, anche l’ex presidente statunitense Barack Obama ha rimproverato il suo successore e i repubblicani per aver dato spazio a QAnon. “Trump è un sintomo della disinformazione e un suo acceleratore”, ha sostenuto Obama durante la trasmissione radio, “quando folli teorie del complotto come QAnon filtrano nella corrente principale del Partito repubblicano, significa che non ci sono più limiti all’interno dell’ecosistema mediatico”.

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[Fonte Wired.it]