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Antipapa, l’affascinante storia dei pontefici illegittimi nel corso dei secoli

da | Mag 8, 2025 | Tecnologia


L’antipapa: invasor, pervasor, schismaticus e antichristus. Così veniva definito nei primi secoli della storia del Cristianesimo l’oppositore del pontefice legittimamente eletto. Era dunque colui che invadeva, usurpava, divideva e soprattutto avversava non solo la vera dottrina della Chiesa ma Cristo stesso. Il termine antipapa viene usato per la prima volta solo nel tardo Medioevo, ma la storia di queste figure è ben più antica e ha inizio, secondo le fonti, già al principio del terzo secolo dopo Cristo. La contrapposizione tra papa e antipapa del resto è stata lo specchio non solo dei contrasti dottrinali e ideologici, ma anche degli scontri tra poteri politici ed economici. La storia degli antipapi è difficile da schematizzare, strettamente intrecciata non solo con quella della chiesa e von le vicende che hanno accompagnato l’evoluzione dell’Europa occidentale. Difficile anche separare la realtà storica documentabile da tutta una serie di leggende, rielaborazioni e calunnie: la storia scritta dai vincitori mette come sempre in cattiva luce gli sconfitti, e alcuni antipapi avevano requisiti e statura pari ai pontefici legittimi. Un po’ come re e usurpatori.

La complicata scelta tra papa e antipapa

Il primo antipapa è addirittura santo. Si tratta di Ippolito, teologo e scrittore romano,  che nel 218 avversò l’elezione di Callisto I, da lui ritenuto troppo permissivo verso le eresie. Condannato ai lavori forzati dall’imperatore Massimino il Trace, si riconciliò con il legittimo pontefice, Ponziano, e venne martirizzato insieme a lui. Teologo rigoroso e severo fu anche il secondo antipapa, Novaziano: la sua posizione nei confronti nei “lapsi”, quei cristiani che per scampare alle persecuzioni avevano rinnegato la fede ma volevano riabbracciarla, era molto più rigorosa di quella di papa Cornelio.

Ma non sempre l’opposizione era questione di fede. Spesso nei primi secoli i conflitti tra candidati al papato erano inevitabili, considerate le modalità delle elezioni: era il popolo di Roma a scegliere il pontefice, che era in primo luogo il vescovo dell’Urbe, e nel popolo si creavano necessariamente fazioni e “tifoserie”. A prevalere erano quelle supportate dalle famiglie più potenti. Non solo: l’ingerenza dell’imperatore poteva essere determinante. Non sempre però l’imperatore riuscì a imporre le sue scelte: è il caso di Felice II, un vescovo sostenitore dell’eresia ariana che, nel 356, sostenuto da Costanzo II fu considerato legittimo pontefice dagli oppositori di papa Liberio.

Le cose cambiarono nella forma, anche se non nella sostanza, dopo il 1059. Fu Nicola II nel 1059 ad affidare l’elezione ai soli cardinali vescovi e a eliminare la necessità di giurare fedeltà all’imperatore (Privilegium Otonis). Nonostante ciò da allora al 1274, anno di nascita del conclave, si contano una dozzina di antipapi. Nel 1045 addirittura si videro tre papi lottare tra di loro in modo poco degno di un pontefice: Benedetto IX era stato eletto con il sostegno di una famiglia romana, ma era considerato un uomo piuttosto discutibile. Ma un’altra fazione gli contrappose un antipapa, Silvestro III. Benedetto lo cacciò da Roma ma poi cedette all’arciprete Giovanni Graziano la sua carica in cambio di una forte somma in denaro. Graziano voleva liberare la chiesa da quello che si riteneva un personaggio indegno: acquistato il papato con la simonia, Graziano si fece eleggere pontefice con il nome di Gregorio VII. Benedetto ritornò a Roma, contravvenendo ai patti e la lotta si concluse con l’intervento dell’imperatore che convocò i sinodi a Sutri e nell’Urbe, per destituire i tre contendenti e proporre un nuovo papa, Clemente II.

Ma che fine hanno fatto gli antipapi?

In genere non gli è successo niente di buono. Nel migliore dei casi si ritiravano in convento, ma ci sono storie di scomuniche se non addirittura di uccisioni e mutilazioni: privare il perfido oppositore della lingua per predicare o delle tre dita della destra per benedire era parte della soluzione di un problema. Famoso il macabro episodio del “sinodo del cadavere”, cioè il processo condotto contro papa Formoso alla fine del IX secolo: il papa Stefano VI fece riesumare il corpo del pontefice e lo fece interrogare per proclamarlo antipapa. Seduto sul trono e vestito con i suoi paramenti, il cadavere non seppe ovviamente rispondere alle accuse di sacrilegio e fu giudicato colpevole, quindi mutilato delle tre dita della mano destra e gettato nel Tevere. Inutile dire che tutti gli atti e i provvedimenti presi da Formoso furono revocati (così come avveniva in generale per gli antipapi), salvo poi ottenere una riabilitazione a furor di popolo pochi mesi dopo. Stefano venne imprigionato e poi strangolato.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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