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venerdì, Giu 28

Apple, ecco la “versione” beta del nuovo MacOs Catalina


È arrivata la versione preliminare del sistema operativo per i Mac, che verrà rilasciato questo autunno. Stabile e performante ma non ancora completo: l’abbiamo messo alla prova

La beta pubblica di macOS Catalina
La beta pubblica di macOS Catalina

Sono uscite con qualche giorno di anticipo le versioni beta, preliminari, dei sistemi operativi di Apple anche per il pubblico generalista e non solo per gli sviluppatori. Ci sono sia macOS Catalina, il nuovo iPadOS, iOS e tvOS per le Apple TV (la versione per gli smartwatch di Apple invece viene mantenuta ancora come beta riservata agli sviluppatori). Le abbiamo scaricate per vedere come vanno nella vita di tutti i giorni: quali i problemi, quali le app che non funzionano,

quali gli eventuali crash improvvisi, e se le nuove funzionalità sono davvero così interessanti mettendoci le mani sopra.

Perché in effetti l’aggiornamento delle piattaforme software di Apple di quest’anno è interessante in generale e per il Mac in particolare. Catalina, cioè macOS 10.15, non velocizza il sistema (per quello ci aveva già pensato il precedente Mojave, con il quale Catalina mantiene una sostanziale identità di computer sui quali può girare) ma aggiunge nuove tecnologie e complessivamente lo rende più stabile e flessibile.

Cominciamo però dalla prima sensazione: la beta pubblica di Catalina è stabile. Per ottenerla bisogna registrarsi sul sito di Apple solo in inglese, autenticarsi con il proprio Apple ID, scaricare un piccolo software che si occupa a sua volta di scaricare i 6,3 Gb di macOS. Ovviamente, è inutile dirlo, prima di fare tutto ciò è necessario avere un backup di tutti i dati. E, dato che si installa un sistema operativo in beta, è fortemente consigliato farlo su un secondo computer o comunque non su quello di lavoro o per altri scopi “critici”, perché anche se le beta pubbliche sono stabili e pensate per essere usate da un pubblico generalista e non dagli sviluppatori, sicuramente qualcosa non andrà (altrimenti non sarebbero beta).

Se avete computer di scorta, avete fatto backup e avete installato Catalina, vi troverete in un ambiente molto simile all’apparenza: Apple non ha rivoluzionato l’interfaccia grafica del sistema operativo, anche se molti piccoli cambiamenti ci sono. Bella però l’immagine di fondo con l’isola californiana che dà il nome alla versione del sistema operativo.

Un primo giro di ricognizione

Dopo averlo installato abbiamo provato a vedere come funziona e se ci sono incompatibilità con le app che utilizziamo di solito, per poi guardare le quattro novità principali.

Non abbiamo finora incontrato alcun problema sostanziale. Non funzionano più le app a 32 bit (ma questo già lo sapevamo) e nel nostro caso si tratta di un gioco della serie Lego Star Wars Saga che era rimasto sul nostro disco ssd da tempo immemore. Quando una app non è più compatibile con il sistema operativo la sua app diventa un segnale di divieto di accesso e non si può più attivare. Abbiamo anche perso l’uso del widget di Safari per aggiungere articoli a Pocket, il servizio di lettura offline molto interessante. È di Firefox e attivamente sviluppato, quindi siamo sicuri che arriverà presto.

Le app che usiamo tutti i giorni fino a ora non ci hanno dato alcun problema. Non abbiamo particolari sistemi in uso, ma quel che c’è dà segni di grande stabilità. Ci vorrà un po’ di tempo per capire se Catalina ha un impatto sulla batteria maggiore di Mojave (sicuramente sì all’inizio perché ad esempio Spotlight deve indicizzare tutto di nuovo).

Le novità sotto il cofano

Abbiamo iniziato a guardare le novità. La prima è di sostanza oltre che di forma: Apple ha completamente riorganizzato il modo con il quale le Preferenze di Sistema organizzano i vari pannelli. Adesso iCloud campeggia in alto e le varie attività sono meglio scandite e con più dettagli.

Ancora non è attivo Sidecar, il sistema per connettere un iPad come se fosse uno schermo esterno del Mac, e non abbiamo ancora visto nuove app basate su Catalyst, la tecnologia che permette di sviluppare app per iPadOS che siano anche compatibili con macOS (e che dovrebbe aprire il mondo Mac a una tonnellata di nuovo software grazie anche a Xcode 11 e e SwiftUI). Arriverà con calma quando gli sviluppatori terze parti saranno pronti.

Ottimo invece Screen Time che sbarca su macOS e che si sincronizza via iCloud anche agli altri dispositivi in maniera da avere una tempistica degli usi dei vari schermi completa: dall’iPhone all’iPad fino al Mac. Cambiano poi tante cose, dal potenziamento di Promemoria (abbandonato anni fa per passare a Things ma adesso potrebbe valere di nuovo la pena) al nuovo Libri con audiolibri recuperati da iTunes, e la nuova Mail. Molto interessante Foto, che adesso acquista nuove funzionalità “intelligenti” di scelta delle immagini da mostrare nelle sintesi. Sono foto di famiglia da non condividere su Internet, ma le sintesi create automaticamente da Foto sulla nostra libreria di immagini sembrano ben fatte.

Addio iTunes, benvenuta Musica

Infine il momento dei commiati: Apple dopo molti anni “termina” iTunes, la mega-app che faceva un po’ tutto, e la sostituisce con tre app, sulla falsariga di quanto c’è su iOS e iPadOS. Musica è sobria e permette di gestire tutta la musica, sia quella in locale o i Cd (stanno tornando, non lo sapevate?) che la musica comprata e il servizio di streaming a pagamento di Apple. Podcast serve a gestire tutto il filone dei programmi audio che si scaricano automaticamente, e di cui Apple è il più grande aggregatore in rete. Infine la nuova AppleTv – in parallelo con quella per iOS, iPadOS e per i nuovi televisori Smart di terze parti compatibili – permette di gestire sia i film e telefilm comprati sullo store di Apple che il futuro canale streaming Apple+.

In conclusione

Il passaggio da una versione del sistema operativo di Apple a un’altra mantiene sempre una piccola dimensione di rischio: potrebbero esserci problemi durante l’aggiornamento stesso, oppure incompatibilità sostanziali dopo. Però, se pensiamo che cambiare sistema operativo su un computer è come fare un trapianto di cuore, è impressionante il livello di stabilità e di affidabilità di macOS e degli altri sistemi operativi di Apple.

Abbiamo riscontrato problemi solo sul fronte degli smanettoni, cioè Homebrew che non funziona più (ma era previsto e succede a ogni cambio di sistema operativo) e alcuni inciampi con Backblaze, il backup continuo nel cloud che usiamo come protezione quotidiana. Per il resto, funziona tutto. Aspettiamo di vedere l’arrivo delle nuove app dal mondo iPad e di Sidecar per provare l’iPad come schermo esterno del Mac.

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