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sabato, Feb 26

Apple fermi l’App Store in Russia: appello dall’Ucraina

Da Punto-Informatico.it :

Il vice Primo Ministro ucraino, Mykhailo Fedorov, ha inviato un messaggio direttamente a Tim Cook per chiedere a Apple una presa d’atto di quanto sta accadendo nel Paese e di agire di conseguenza con coraggio. Quel che Fedorov spera è che Apple possa scendere in campo nella guerra in atto e fermare tanto le vendite dei propri prodotti in Russia, quanto la sospensione dei propri servizi – fino ad arrivare al blocco dell’App Store.

Con ogni probabilità Tim Cook non avrebbe mai voluto ricevere un invito simile perché questo rappresenta una chiamata alle armi senza se e senza ma. Il mondo della tecnologia, che si ripara dietro la neutralità per restare al di fuori delle dinamiche geopolitiche, è chiamato ad una presa di coscienza e difficilmente potrà ignorare gli appelli in arrivo, pur calibrando in modo preciso le proprie reazioni.

Il mondo della tecnologia può prendere posizione?

Il primo gruppo a pagarne pegno è Meta: dopo aver fermato alcuni strumenti di propaganda russi, infatti, Facebook si è trovato parzialmente limitato nel territorio russo a seguito di una iniziativa istituzionale di ritorsione. Meta, in particolare, ha etichettato le propaganda russa con specifiche indicazioni di falso in conseguenza di un’operazione di fact checking, questione a cui la Russia ha risposto con l’ostracismo delle aziende russe nei confronti dell’advertising su Meta. Ora la palla passa a Tim Cook.

Il blocco dei servizi avrebbe un doppio valore: da una parte renderebbe le cose più complesse – nella sfera privata – a soldati che si troverebbero i propri device con minori funzionalità; dall’altra sarebbe un messaggio alla gioventù russa, chiarendo cosa possa significare essere isolati dal mondo e guidati da un dittatore. Riuscire ad incidere su una popolazione che sta coraggiosamente scendendo in piazza contro il proprio leader, pur in proteste immediatamente soffocate dalle forze dell’ordine, sarebbe qualcosa di fondamentale.

Ma Apple può fare un passo simile? Sarebbe sicuramente un messaggio prepotente, ma di difficilissima attuazione per un gruppo come quello di Cupertino, poiché gli darebbe una collocazione geopolitica precisa e sarebbe peraltro chiamato in ballo in ogni singola disputa al pari di quanto sta ora accadendo nel conflitto ucraino. Tutti i maggiori sistemi operativi (e relativi store) sono in mano agli Stati Uniti: invocare un intervento su iOS e App Store dovrebbe significare una chiamata anche per Google e Microsoft?

L’appello del vice Primo Ministro ucraino è una scossa alla coscienza, ricordando come ognuno (privato o azienda) non può ignorare quanto sta accadendo e non prendere posizione significa condividere una fetta di responsabilità con quanto sta accadendo. Per Apple la posizione è oltremodo scomoda, ma bisogna ricordare come per guerre minacciate ci sono stati veti statali che hanno fermato reti 5G e l’uso di Google Mobile Services da parte di aziende cinesi: se Fedorov voleva esprimere un desiderata da inviare a Joe Biden, a modo suo lo ha fatto.





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