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venerdì, Ago 23

Apple, per i futuri iPhone valuta schermi cinesi


La Mela starebbe testando gli schermi Oled prodotti dal gruppo Boe Technology di Pechino per abbassare i costi e liberarsi dalla dipendenza da Samsung.

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Mentre non accennano a placarsi le tensioni tra Pechino e Washington per via della politica dei dazi voluta dal presidente americano Donald Trump, che ha recentemente annunciato nuove tasse sulle importazioni cinesi a partire dal prossimo settembre, Apple sembra andare in controtendenza. Sui prossimi iPhone annunciati per il 2020, il colosso di Cupertino starebbe testando dei nuovi display prodotti proprio in Cina dal gruppo Boe Technology.

A riportare la notizia è la Nikkei Asian Review, secondo cui il colosso americano starebbe testando soprattutto i display flessibili Oled prodotti dal gruppo Boe, così da ridurre la sua dipendenza dai diretti concorrenti di Samsung, che attualmente forniscono gli schermi per i famosi smartphone della Mela insieme a Lg display. E se entro la fine dell’anno Apple confermerà gli accordi con l’azienda cinese, questa mossa potrebbe portare anche un notevole risparmio per la casa di Cupertino.

Dal canto suo, Boe, fondata nel 1993, si sta ritagliando un posto sempre più importante nel settore degli schermi Oled, che si stima complessivamente in crescita fino a raggiungere il valore di oltre 30 miliardi di dollari per l’anno in corso. Inoltre, il produttore cinese, che già fornisce schermi per lo smartphone pieghevole di Huawei, è stato tra quelli che ha saputo far fruttare al meglio i finanziamenti di Pechino negli ultimi dieci anni, proprio per diventare competitivi con le aziende coreane che al momento primeggiano nel mercato dei display di ultima generazione con una quota pari al 90%.

I dubbi più grandi sui possibili accordi restano però legati alle scelte politiche di Washington. Anche Boe, come tante altre aziende tecnologiche cinesi che si sono espanse negli ultimi anni, dipende in modo determinante anche da tecnologie americane. La compagnia di Pechino, per esempio, conta tra i suoi fornitori aziende statunitensi come Corning, 3M e Applied Materials, che, se le restrizioni volute da Trump dovessero inasprirsi, avrebbero molte più difficoltà a commerciare con i partner cinesi, mettendo anche a rischio l’esistenza di questi ultimi in certi casi.

Su questo punto, come riporta Cnbc, anche lo stesso amministratore delegato di Apple, Tim Cook, avrebbe fatto presente a Trump che continuare sulla strada dei dazi potrebbe garantire a Samsung e altre aziende meno dipendenti dal commercio con la Cina un vantaggio competitivo notevole, e quindi implicitamente penalizzare molte compagnie americane.

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