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lunedì, Set 09

Apple, stoccata a Google Project Zero


Apple non l’ha presa bene: a seguito della comunicazione del Google Project Zero relativamente ad una serie di exploit che hanno colpito il mondo iPhone, il gruppo di Cupertino ha diramato un comunicato al vetriolo. Destinatario: Google.

Secondo Apple, Google Project Zero avrebbe cavalcato quanto scoperto per tracciare una situazione di pericolo esageratamente gonfiata rispetto a quanto realmente accaduto. Non si accusa la controparte di dolo (benché la sensazione trasudi dalle righe del comunicato), ma si punta comunque il dito per condannare il modo in cui i ricercatori hanno fatto trapelare il problema.

Apple sv Google: la situazione era sotto controllo

Apple sottolinea come Cupertino si sia mossa tempestivamente per risolvere il problema; che l’exploit abbia coinvolto un pugno di siti, focalizzati su medesime tematiche; che il pericolo sia rimasto isolato a pochi utenti e non bensì alla massa degli utilizzatori di dispositivi iPhone. La differente visione è chiara: mentre Apple descrive la stretta realtà di quanto effettivamente accaduto, Google Project Zero ha tracciato in potenziale quel che sarebbe potuto accadere. Apple inoltre limita a 2 mesi il tempo in cui gli utenti sarebbero stati a rischio, mentre Google ha esteso a 2 anni la durata delle vulnerabilità e dei relativi exploit.

Apple spiega di lavorare senza sosta per garantire massima sicurezza ai propri utenti: così in questo caso, come in futuro. Il messaggio tra le linee è che, lungi dai ringraziare il Google Project Zero per la scoperta, Apple pretende che la comunicazione della stessa segua paletti più rispettosi dello sforzo che si fa per mantenere sicura la piattaforma. Soprattutto se un problema avvenuto mesi prima non ha determinato conseguenze, confermando quindi il fatto che la situazione sia sempre stata sotto controllo.

L’iPhone 11 sta arrivando e Cupertino vuole che tutto sia pronto ad accoglierlo al meglio. Anche questa sbavatura, quindi, meritava un intervento. La sicurezza informatica non è un’opinione, ma il modo in cui viene comunicata e percepita può fare la differenza.



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