Terrazza Sentimento era il nome con cui era diventato noto nell’ambiente l’attico di Alberto Genovese, l’imprenditore digitale poi divenuto emblema degli abusi notturni della Milano bene. Ora lo stesso titolo è stato dato a una nuova docuserie che sarà presentata su Netflix dal 5 novembre: i tre episodi, ideati e scritti da Alessandro Garramone assieme Davide Bandiera e Annalisa Reggi per la regia di Nicola Prosatore, ricostruiscono la vicenda di Genovese e di quel milieu “stupefacente” che gli girava intorno. Proprio nel suo appartamento con vista Duomo, infatti, l’uomo oggi 49enne era solito organizzare grandi e rumorose feste, cui partecipava gente di ogni tipo, ma soprattutto ragazze che però hanno poi svelato il lato oscuro di questo divertimento estremo. A ottobre 2020, infatti, Genovese è stato arrestato con l’accusa di spaccio e di abuso sessuale ai danni di una ragazza di 18 anni che denunciava gli abusi subiti dopo aver partecipato a un suo party e a essersi ritrovata incosciente.
La storia di Alberto Genovese è tanto più inquietante e intrigante perché racconta di una trasformazione insospettabile: rinominato “il re italiano delle start-up”, dopo un curriculum di tutto rispetto (Bocconi, Goldman Sachs, McKinsey, Bain e ebay) Genovese nel 2008 aveva fondato Facile.it, rivoluzionando il mercato digitale delle assicurazioni, e nel 2014, dopo aver ceduto la precedente a Oakley Capital, crea la tech company Prima Assicurazioni. Come emerge nella serie Netflix, fino ai 38 anni l’imprenditore non tocca alcuna sostanza, tutto dedito al lavoro e alla produttività; poi il crollo e la metamorfosi che lo gettano in un abisso di dipendenze ma soprattutto di abiezione. I suoi party celeberrimi avvengono, a quanto risulta delle ricostruzioni giudiziarie, tra fiumi di alcool, cocaina, 2C-B (la cosiddetta “cocaina rosa”, nuova droga dei super ricchi), chetamina, MDMA. I telefoni dovevano essere lasciati all’ingresso dopo aver passato il controllo di alcuni bodyguard, ma nonostante ciò il circuito di sorveglianza dell’abitazione pare abbia contribuito a un archivio di immagini intime e ricattabili.
Le accuse e la condanna
Appunto a partire dall’ottobre 2020 – dopo un periodo in cui, nonostante la pandemia, i festini parevano aumentati di intensità – Genovese viene accusato di diverse violenze. Il metodo sembra appunto quello denunciato dalla modella 18enne, che aveva consumato delle sostanze appena arrivata alla festa, si era avvicinata al padrone di casa e poi da lui era stata condotta in una stanza sorvegliata a vista, dove era stata ulteriormente drogata contro la sua volontà, violentata e seviziata per quasi 24 ore. Un episodio simile sarebbe avvenuto nella villa Lolita di Ibiza nell’estate 2020, questa volta ai danni di una 23enne. Il caso era stato parecchio battuto sui giornali e sui vari media, anche in modo sensazionalistico e gettando ombre sulle vittime stesse, accusate come spesso accade di “essersela cercata”, al contempo invece esaltando la carriera geniale e “sregolata” dell’uomo.
In ogni caso in seguito alle indagini, nel settembre 2022 Alberto Genovese viene condannato a otto anni e 4 mesi, poi ridotti a sei anni e 11 mesi, pena che, dopo un periodo di volontariato, sta scontando nel carcere di Bollate. E proprio nella docuserie Terrazza Sentimento – in cui compaiono diversi contributi come quelli di Giuseppe Guastella, cronista del Corriere della serie che ha seguito l’intera vicenda, e della psicoterapeuta e scrittrice Stefania Andreoli – fa il suo ritorno sulle scene lo stesso Genovese, definito “irriconoscibile” rispetto all’epoca dei fatti.



