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mercoledì, Dic 23

Arriveranno le rettifiche alla storia del ginecologo sgozzato “dai nordafricani” a Milano?



Da Wired.it :

Per giorni la stampa e i politici di destra hanno rilanciato la storia di una “rapina finita male” a opera di “due nordafricani”: una versione smentita dagli investigatori, che però ha già colpito dove volevano i suoi propugnatori

Anche Matteo Salvini ha rilanciato la storia, smentita, del “ginecologo sgozzato da due nordafricani”. (Foto: Gabor Kovacs/European Union)

Milano da qualche giorno è alle prese con una vicenda di cronaca nera di quelle che non si vedono tutti i giorni. Un noto ginecologo napoletano, Stefano Ansaldi, è stato ritrovato in una pozza di sangue a due passi dalla Stazione Centrale, in un momento in cui le vie della città sono frequentate: di sabato, alle 18, a pochi giorni da Natale. Una vicenda su cui oggi si sa ancora poco o nulla, con gli investigatori che seguono diverse piste, ma che per una parte di Italia ha già avuto il suo epilogo, più definitivo dell’ultimo grado di giudizio: una rapina finita male, perpetrata da due nordafricani.

Quel sabato sera, mentre il luogo della tragedia era ancora transennato e iniziavano i primi rilevamenti e la ricerca di testimoni, il paese aveva già avuto la sua sentenza su quanto avvenuto. “Medico napoletano sgozzato in una rapina a Milano”, il lancio di Repubblica, “Nordafricani prima lo sgozzano e poi fuggono”, la versione de Il Giornale, “I killer in fuga si sono cambiati i vestiti nel metrò”, i dettagli del Corriere. I media italiani – in primis di destra, ma senza eccezioni di collocazione politica – hanno sposato da subito questa versione dei fatti, probabilmente nella più classica catena di sant’Antonio in cui il primo sgancia la bomba e tutti gli altri la riprendono, in un contesto in cui la verifica delle fonti cede il passo all’autorevolezza del coro.

Una tale notizia non poteva non stimolare l’appetito della politica sovranista e di quel popolo che sui social si riconosce per la bandierina tricolore accanto al nome. Si sono sprecati i maiuscoli e la bile xenofoba sul più evergreen dei temi nostrani: l’allarme invasione e gli immigrati che delinquono. “Solo vergogna per Conte e un governo che hanno appena cancellato i decreti sicurezza, riaprendo porti, portoni e portafogli a tutti”, è stato il commento in proposito del leader della Lega Matteo Salvini; “Un ginecologo viene sgozzato (SGOZZATO capite?!?) da due nordafricani a Milano. Espulsioni, tolleranza zero e pene certe. Non tolleriamo, non tollereremo mai!”, il tweet della senatrice di Fratelli , Daniela Santanché; “La Milano multietnica che tanto piace a Sala e alla sinistra”, l’editoriale della stampa postfascista del Primato Nazionale.

Mentre si compiva il processo politico-popolare ai due immaginari nordafricani in fuga nella metropolitana tuttavia le indagini, quelle vere, raccontavano ben altro. E cioè che la versione della rapina finita male, forse circolata perché in quelle ore c’era stato un furto ai danni di un anziano lì vicino, non stava in piedi. Oggi, quattro giorni dopo la morte di Ansaldi, non si sa ancora cosa sia realmente successo e mentre prende piede anche l’ipotesi del suicidio, resta forte – a detta degli inquirenti – la possibilità che le motivazioni vadano ricercate nella vita privata e professionale del medico, mentre emergono trascorsi torbidi di soldi in paradisi fiscali e vecchie denunce a suo carico. Un labirinto insomma, con una sola certezza: la via d’uscita al momento non c’è, e tutti i caratteri e le urla espressi a poche ore dalla morte del medico per renderla simbolo di una battaglia politica erano fondati sul nulla.

Eppure, nessuno ha fatto marcia indietro. Titoli, tweet e accuse sono ancora lì sulle bacheche e le homepage, apparentemente dimenticati ma assorbiti come realtà dai lettori, a prescindere da quello che è successo dopo. La cronaca è diventata un’arma usa e getta alla mercé della propaganda politica, da utilizzare ogniqualvolta se ne presenti l’occasione, per poi passare al fatto successivo, in un viaggio infinito che non prevede marce indietro. Del terribile decesso del ginecologo napoletano, in fin dei conti, pareva interessare relativamente a chi si è riversato urlante a chiedere il blocco delle frontiere. Ciò che importava alla compagnia era piuttosto inserirlo nell’unico, invariabile storytelling della destra italiana: quello dell’immigrato criminale.

Nei prossimi giorni, tra lo scontrarsi dei bicchieri nei brindisi natalizi e lo sfrigolare delle forchette sul fondo dei piatti durante pranzi e cenoni, la falsa storia del ginecologo italiano “brutalmente sgozzato dai due nordafricani” terrà sicuramente banco nei salotti degli italiani, fornendo la base per elucubrazioni securitarie e xenofobe, proprio come volevano gli influencer sovranisti nostrani. Tornare sui propri passi e rettificare quanto scritto rimane un miraggio, e poi perché farlo? Il messaggio è già passato, e rimarrà quello che serviva ai suddetti.

L’utilità di questa e delle altre vicende simili con cui veniamo bombardati dura il tempo di un click. Intanto gli investigatori proseguono il loro lavoro, alla ricerca di una verità su una morte delle cui ragioni sembrano essere gli unici all’oscuro, mentre tutto intorno i colpevoli sono già stati pubblicamente condannati, in attesa del prossimo tweet.

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[Fonte Wired.it]