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lunedì, Mar 20

arruola droni e robot | Wired Italia



Da Wired.it :

Per il generale di divisione Francesco Olla “arriveremo a maturità tra il 2035 e il 2040”. Da un lato “dipendiamo dalla capacità di chi produce hardware e software”, specifica Olla. Per il progetto su droni e robot l’Esercito ha stipulato oltre un anno fa, a gennaio 2022, un accordo quinquennale con Milrem Robotics propiziato dalla Nato. Valore dell’appalto, bandito a settembre 2021: 9,8 milioni di euro. L’offerta del gruppo estone ha battuto quelle del campione nazionale Leonardo, del braccio italiano della tedesca Rheinmetall e dell’israeliana Elbit, che vende i suoi droni agli eserciti di mezzo mondo.

Chi è Milrem Robotics

A strappare l’appalto per lo sviluppo concettuale e i servizi di sperimentazione è la multinazionale estone, che ha sviluppato quattro mezzi a guida autonoma venduti a otto eserciti, tra cui otto dell’Alleanza atlantica: oltre a quello di Tallinn, Stati Uniti, Spagna, Paesi Bassi, Norvegia, Francia, Germania e Regno Unito. L’anno scorso 14 Themis, il mezzo cingolato utilizzato per il soccorso dei feriti nelle simulazioni condotte in Italia, sono stati spediti a sostegno dell’esercito ucraino. Lo scorso febbraio la firma dell’accordo tra Milrem ed Edge che assegna a quest’ultimo la maggioranza del gruppo. L’azienda estone entra a far parte di una galassia di 25 aziende dell’industria bellica sotto l’ombrello della holding di Abu Dhabi. Lasciapassare della compravendita i buoni rapporti tra Nato ed Emirati arabi, partner di missioni militari come quelle in Afghanistan.

Proprio partner della Nato da Francia e Germania erano presenti ai test di Rieti, dove l’Esercito italiano ha anche mostrato un kit sviluppato da Lem (Lavorazioni elettrotecniche e meccaniche) di Pomezia per remotizzare, e in futuro automatizzare, la guida di un Lince, il blindato in uso alle mimetiche. Nella sperimentazione, assegnata nel 2019 per 284mila euro, la società ha fatto ricorso a un kit per la guida da remoto che consente di comandare il veicolo da un minimo di 3-400 metri di distanza a un massimo di 4 chilometri. In futuro mezzi a guida autonoma o remota potranno essere utilizzati per creare convogli da spedire in aree non sicure da esplorare, in supporto a truppe isolate o in fase di soccorso. Un sistema simile, dal 2020, è in fase di sviluppo per il carro armato Dardo. L’Esercito italiano è netto sul no al ricorso ad armi autonome.

Passare da un esercito tradizionale a uno connesso richiede di “codificare procedure nuove nelle attività tecnico-tattiche della fanteria”, osserva il generale Eugenio Dessì, comandante della scuola di fanteria. Ma anche alimentare database affidabili e puliti, per esempio per le mappe utili alla navigazione dei mezzi a guida autonoma. Per Olla l’introduzione di droni e robot non porterà a un taglio del personale: “Questi mezzi potranno realizzare attività ripetitive ma ci servirà personale più specializzato per sapere utilizzare i sistemi”. Nel 2022, secondo il documento programmatico di spesa del ministero della Difesa, l’esercito contava oltre 96mila persone, di cui circa 63mila tra graduati (in crescita di 1.374 unità rispetto al 2021) e militari di truppa.

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[Fonte Wired.it]