Seleziona una pagina
martedì, Mar 14

Asigra SaaSBACKUP: una sola soluzione per il backup di tutte le applicazioni SaaS

da Hardware Upgrade :

Asigra ha annunciato SaaSBACKUP, un nuovo servizio che punta a offrire un unico punto di riferimento per il backup e il ripristino dei dati di una molteplicità di applicazioni SaaS tra cui Google Workspace, Microsoft 365 e Salesforce. Caratteristica della soluzione è la possibilità di creare nuovi connettori tramite i quali è possibile effettuare il backup di servizi precedentemente non coperti.

Asigra annuncia SaaSBACKUP per effettuare il backup delle applicazioni SaaS

In occasione della presentazione di SaaSBACKUP abbiamo parlato con il CEO di Asigra, Eric Simmons, che ha posto l’attenzione su un fatto poco noto: la stragrande maggioranza dei servizi SaaS non prevede il backup dei dati nei propri termini di servizio. Simmons fa il parallelo con l’affitto di un ufficio: il proprietario è responsabile della manutenzione e della disponibilità effettiva degli spazi, ma è poi l’azienda inquilina a essere responsabile di ciò che è presente dentro il suo ufficio e di chi effettivamente vi accede.

Ciò significa che sono le aziende a doversi fare carico di salvare una (o più) copie dei dati e di custodirle, ma sono pochissime quelle che sono al corrente di ciò e il risultato è che spesso i dati non vengono protetti come dovrebbero. Considerando che in media ogni utente usa 9 applicazioni SaaS e che ogni azienda ne usa ben 137, si tratta di una quantità significativa di dati potenzialmente vitali che non vengono gestiti correttamente.

SaaSBACKUP è la nuova soluzione di Asigra, pensata per aziende di qualunque dimensione per aiutarle a proteggere i propri dati e ripristinarli in caso di bisogno. SaaSBACKUP offre supporto a una quantità notevole di servizi: oltre ai più noti come Google Workspace, Microsoft 365 e Salesforce, sono infatti supportati anche FreshBooks, quickbooks, DocuSign, Box, Dropbox, SugarCRM, Zoho, Freshdesk, Zendesk, Shopify, BambooHR, Workday, Hubspot, Marketo, Confluence e Jira. La lista è dunque già molto nutrita, ma è possibile espanderla tramite API create appositamente: le aziende possono costruire i propri connettori oppure rivolgersi direttamente ad Asigra perché li includa nella propria offerta.

I backup includono sia i dati, sia i metadati, e possono essere eseguiti come completi o incrementali. Lo stesso vale per quanto riguarda i ripristini. Simmons ci ha fatto notare come la soluzione sia arrivata in leggero ritardo sul mercato rispetto ad alcuni concorrenti, ma che includa funzionalità uniche per quanto riguarda la cybersicurezza: SaaSBACKUP può infatti analizzare ciascun file, anche all’interno di archivi .zip o all’interno di documenti come quelli di Office (che, tecnicamente, non sono che .zip!), trovare eventuali minacce ed escluderle, producendo così un file fruibile ma scevro da malware. In altri termini, SaaSBACKUP è in grado di eliminare le parti malevole, mantenendo intatto il resto.

È possibile archiviare i dati di backup sia sull’infrastruttura aziendale, sia su quella di qualunque fornitore di servizi cloud compatibili con lo standard S3: oltre, dunque, ad AWS, sono presenti Backblaze e Wasabi come partner diretti di Asigra, insieme alla gran quantità di altre realtà che offrono un servizio di archiviazione compatibile.

Un aspetto molto interessante è quello del modello amministrativo. SaaSBACKUP include infatti la possibilità di richiedere che siano almeno due amministratori a eseguire operazioni come la disattivazione di un account o la rimozione di un connettore, oppure la cancellazione di alcuni dati. In questo modo si evita che la compromissione di un account amministratore porti poi alla perdita di dati.

La disponibilità di SaaSBACKUP è prevista per il terzo trimestre in America del Nord e tramite gli MSP, mentre per Europa e Regno Unito il lancio è previsto per l’ultimo trimestre dell’anno. Il ritardo è dovuto prevalentemente alle richieste più stringenti dettate dal GDPR (e dall’analoga legislazione in vigore Oltremanica).

Asigra, che pure è sul mercato dal 1987, non conosce la stessa notorietà di marchi rivali come Veeam. Abbiamo chiesto a Simmons il perché: la ragione sta in una strategia di marketing che ha puntato più sulle soluzioni white label (ovvero, soluzioni a cui altre aziende applicavano la propria etichetta) che negli anni scorsi ha portato a un minor riconoscimento del marchio sul mercato rispetto a quanto atteso; l’azienda sta però ora cercando di espandere la propria comunicazione e di farsi conoscere meglio. Non possiamo fare a meno di notare che concederci un’intervista con il CEO come primo contatto sia certamente un segnale di maggiore attenzione alla comunicazione verso l’esterno.

Source link