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Ifa, le cose più strane viste

Ifa, le cose più strane viste



Da Wired.it :

Berlino – L’elettronica di consumo prova, come sempre, strade nuove per sorprendere il consumatore ma il più delle volte i tentativi più originali sono destinati a fallire o a scomparire rapidamente. Tuttavia la passione per la tecnologia ci porta ad avere una irrefrenabile curiosità per i gadget più strani e anche all’Ifa di Berlino non sono mancati bizzarri esercizi di stile.

Curiosando per i padiglioni della kermesse tedesca abbiamo individuato qualche prodotto dalle caratteristiche originali. È ancora troppo presto per bocciali o promuoverli, intanto li sottoponiamo anche al vostro giudizio. Voi che ne dite?



[Fonte Wired.it]

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Da Punto-Informatico.it :

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Fonte Punto Informatico Source link

Hisense 55U8KQ: Mini-LED e Quantum Dot per insidiare i TV OLED

Hisense 55U8KQ: Mini-LED e Quantum Dot per insidiare i TV OLED

da Hardware Upgrade :

La tecnologia Mini LED sta progressivamente guadagnando terreno
nel segmento dei televisori di fascia alta e medio-alta come alternativa
più accessibile e di qualità elevata rispetto alle più costose soluzioni
OLED.

La tecnologia Mini LED si basa sull’utilizzo di minuscoli LED (con
dimensioni nell’ordine delle poche centinaia di micron) per la
retroilluminazione del pannello che è realizzato con tradizionale
tecnologia a cristalli liquidi. In virtù delle loro piccolissime
dimensioni i Mini LED permettono maggior precisione nel controllo locale
della luminosità con la conseguenza di poter dar vita a neri più profondi
rispetto alle convenzionali tecnologie LED/FALD e di ridurre al contempo
l’effetto blooming, cioè la comparsa di aloni luminosi in quelle zone in
cui l’immagine passa repentinamente da un’area particolarmente scura ad
una molto illuminata.

Se tuttavia questa tecnologia non può, per ovvie ragioni fisiche,
arrivare alla profondità dei neri di un pannello OLED (dove sono i singoli
pixel ad emettere luce, e quindi il nero viene ricreato semplicemente
spegnendo il singolo pixel), è invece assolutamente in grado di esprimere
picchi di luminanza confrontabili se non superiori a quelli dei televisori
con tecnologia a base organica, e che non sono raggiungibili invece dalle
tecnologie LED tradizionali. Trattandosi, inoltre di pannelli a cristalli
liquidi, è possibile impiegare quegli accorgimenti che nel corso degli
ultimi anni hanno consentito, almeno dal punto di vista cromatico, di
ottenere prestazioni interessanti.

E’ il caso ad esempio del televisore protagonista dell’analisi odierna, Hisense
ULED 55U8KQ
, del quale vi avevamo già proposto una rapida anteprima
qualche settimana fa. La famiglia U8KQ di Hisense va infatti a combinare
la tecnologia Mini LED per la retroilluminazione del pannello con quella
QuantumDot
per ottimizzare la saturazione dei colori: i dati di
targa di questo televisore indicano infatti un picco di luminanza di 1500
candele su metro quadro, ideali per la visione di contenuti HDR, assieme
ad un gamut del 95% dello spazio colore DCI-P3: i test di laboratorio, che
vi proporremo più avanti nel dettaglio, confermano un comportamento
abbastanza rispettoso delle specifiche dichiarate.

Il taglio da 55 pollici fa uso di un pannello che prevede la presenza di
oltre 600 zone indipendenti per il controllo dell’attenuazione locale
(sono invece più di 1000 per i fratelli maggiori da 65 e 75 pollici). Sarà
il processore d’immagine Hi-View Engine ad occuparsi di analizzare la
scena per capire come gestire le zone per ottimizzare l’applicazione
dell’attenuazione locale. Processore di immagine che supporta inoltre gli
standard HDR HLG e HDR10+, ma anche l’interessante formato
adattivo Dolby Vision IQ: Hisense ULED 55U8KQ è infatti dotato di
sensore di lumoinosità ambientale che permette, nel caso in cui si
desiderasse sfruttare questa funzionalità, di “accordare” la resa delle
immagini alla luce dell’ambiente in cui stiamo utilizzando il televisore.




A livello estetico il televisore Hisense ULED 55U8KQ si caratterizza per
linee essenziali, pulite e minimaliste che ne fanno anche un oggetto
d’arredo capace di inserirsi con discrezione in qualsiasi ambiente. Le
dimensioni sono di 1233x77x734 millimetri per il solo pannello
, per un peso di
19,5 chilogrammi. L’impostazione del televisore è a piedistallo centrale,
la cui impronta è di 300x400mm e richiede, pertanto, un piano d’appoggio
di dimensioni adeguate. Il peso complessivo, piedistallo incluso, è di
24,5 chilogrammi
. Il televisore è compatibile con un kit di
montaggio VESA 400×300 nel caso si desiderasse installarlo a parete.

Il bordo inferiore è caratterizzato da una fascia in tessuto traforato
che nasconde gli altoparlanti frontali di un sistema audio integrato 2.1.2
con diffusori upfiring e woofer, che sono al servizio dei contenuti con
segnale Dolby Atmos, così da poter ricreare una scena sonora
sufficientemente tridimensionale senza la necessità di appoggiarsi ad un
sottosistema audio dedicato e maggiormente sofisticato, opzione che gli
utenti più esigenti sceglieranno comunque per ottimizzare le prestazioni
audio sulla base del proprio ambiente d’ascolto.




Le connessioni sono raccolte tutte sulla parte posteriore, con i
connettori orientati lungo il bordo di un profilo a sbalzo. Troviamo 4
porte HDMI di cui solo due capaci di accogliere segnali 4K a 144Hz (le
altre due porte supportano segnali a 60Hz) e una sola compatibile eARC. Ci
sono poi i connettori coassiali per trasmissioni terrestri e satellitari,
lo slot Common Interface posto sopra due porte HDMI, l’uscita audio per le
cuffie e l’entrata video analogica. Infine una porta USB 3.0 con tensione
di 5V e fino a 1A di corrente. 




C’è poi un piccolo gruppo di connessioni, sempre situato posteriormente,
che comprende il connettore RJ-45 per connettività di rete via cavo,
l’uscita digitale ottica per l’audio e un’altra porta USB, questa volta di
tipo 2 e con tensione di 5V e 0,5A di corrente.




Elegante ed essenziale il telecomando, che mette a disposizione
dell’utente il tastierino numerico una croce/pad direzionale per navigare
tra i menu, i pulsanti di regolazione volume e scorrimento canale, un solo
pulsante per la gestione della riporoduzione e una serie di pulsanti per
l’accesso rapido ai servizi di streaming. Il telecomando è provvisto di
microfono per i comandi vocali, che funziona premendo il pulsante apposito
presente sul telecomando stesso. Nel caso invece si volesse sfruttare la
modalità VIDAA Voice “sempre attiva”, sarà necessario attivare il
selettore del microfono integrato nel televisore, che si trova sotto il
suo bordo inferiore.




Il cenno ai comandi vocali ci permette di andare ora a parlare del nuovo
sistema operativo VIDAA U7 che Hisense ha da poco lanciato sull’attuale
generazione di Smart TV. L’interfaccia è stata ripensata, dando spazio in
particolare ai suggerimenti di visione personalizzati e prediligendo una
disposizione più razionale delle app. I contenuti consigliati provengono
dai vari partner presenti sulla piattaforma e anche lo store delle
applicazioni è stato riprogettato per semplificare la ricerca.

Particolare attenzione è stata posta inoltre alla parte dei comandi
vocali, che vengono gestiti da VIDAA Voice. Si tratta di un
sistema capace di supportare 22 lingue e caratterizzato da una migliore
comprensione del linguaggio naturale. Il suo “innesco” avviene
pronunciando le parole “Hey Vidaa”, seguite dal comando desiderato. E qui
bisogna fare un plauso ad Hisense, che è riuscita nel concreto a
realizzare un sistema di riconoscimento vocale accurato e reattivo.

In particolare si apprezza la capacità di riconoscere comandi composti in
maniera realmente naturale, senza dover obbligatoriamente ricorrere a
frasi preconfezionate. Dai cambi di canale all’attivazione dei servizi di
streaming, alla ricerca universale, VIDAA Voice si è dimostrata capace di
governare il televisore solamente tramite la nostra voce, facendoci quasi
dimenticare il telecomando.




VIDAA 7U permette inoltre la creazione di diversi profili, così che
ciascun utilizzatore del televisore possa fruire di consigli
personalizzati. I profili sono inoltre sincronizzati in cloud e possono
essere ritrovati anche su altri televisori o dispositivi su cui è presente
l’interfaccia VIDAA U7. Nel complesso il nuovo sistema operativo di
Hisense semplifica l’esperienza d’uso e inoltre nel corso dei prossimi
mesi arriverà la nuova app standalone VIDAA Free, che si occupa di
aggregare centinaia di programmi on-demand e canali live gratuiti.


Bilanciamento
RGB

Hisense
55U8KQ – Cinema Notturno SDR

Curva
di Gamma SDR

Hisense
55U8KQ – Cinema Notturno SDR






.
Luminanza misurata
.
Gamma standard 2.2
Rapporto di contrasto: 4,534: 1

Spazio
Colore CIE 1931 – Coordinate cromatiche Yxy

Hisense
55U8KQ – Cinema Notturno SDR








.
Gamut misurato
Copertura Rapporto
.
REC BT.709
93.60% 94.01%
.
DCI P3 D65
69.19% 69.30%
.
Adobe RGB
69.39% 69.69%
.
BT.2020
49.72% 49.72%

DeltaE
– Macbeth Color Checker

Hisense
55U8KQ – Cinema Notturno SDR


Passiamo ora alle prove strumentali di questo televisore, eseguite come
di consueto sfruttando la suite Calman di Portrait Displays e le sonde
i1Pro e i1Display. In modalità SDR è il profilo “Cinema Notturno” che
offre il comportamento più equilibrato, ma va comunque sottolineato che il
profilo Filmmaker si comporta in maniera abbastanza simile, e anzi offre
un picco di luminanza di oltre 600 candele su metro quadro, che risulta
adatto anche per la visione in ambienti luminosi o durante il giorno. Per
il profili Cinema Notturno si apprezza un’ottima neutralità della scala
di grigi e una progressione tonale corretta
, ma con una curva di
gamma di pendenza inferiore, con una resa che viene percepita come
leggermente meno “incisa”. Si apprezza però una valida profondità del
nero, che con questo profilo permette di raggiungere un rapporto di
contrasto nativo di 4500:1. L’ampiezza del gamut rispetta lo spazio colore
REC BT.709, con una copertura prossima al 94%. La fedeltà cromatica soffre
un po’ per via del comportamento della curva di gamma, con tutti i
campioni che risultano leggermente più luminosi del riferimento.


Bilanciamento
RGB

Hisense
55U8KQ – Filmmaker HDR – Local Dimming Off

Curva
di Gamma HDR

Hisense
55U8KQ – Filmmaker HDR – Local Dimming Off






.
Luminanza misurata
.
Gamma SMPTE2084 HDR
Rapporto di contrasto: 6,510: 1

Spazio
Colore CIE 1931 – Coordinate cromatiche Yxy

Hisense
55U8KQ – Filmmaker HDR – Local Dimming Off








.
Gamut misurato
Copertura Rapporto
.
REC BT.709
99.68% 132.51%
.
DCI P3 D65
93.57% 97.69%
.
Adobe RGB
85.86% 98.23%
.
BT.2020
70.08% 70.08%

DeltaE
– Macbeth Color Checker

Hisense
55U8KQ – Filmmaker HDR – Local Dimming Off


Spostando l’attenzione sul fronte HDR, dove il profilo Filmmaker esprime
le migliori prestazioni, riscontriamo un buon picco di luminanza che
supera le 800 candele su metro quadro, con una progressione e una gestione
del clipping corretta. Anche la neutralità dei grigi è molto valida, con
una lievissima dominante che risulta pressoché indistinguibile ad occhio
nudo. Il rapporto di contrasto registrato in questa modalità si assesta
sull’interessante valore di 6500:1. Per quanto riguarda invece il dominio
cromatico, registriamo un gamut che va a coprire lo spazio DCI-P3 per
quasi il 94%, e una precisione particolarmente buona con un DeltaE poco
superiore ad 1
.

Come d’abitudine queste misure sono state effettuate disabilitando ogni
tipo di automatismi e interventi “algoritmici” e impiegando campioni con
area pari al 10% della superficie dello schermo. Abbiamo quindi effettuato
qualche misura di approfondimento, anzitutto andando ad attivare la
funzione di Local Dimming, impostandola sul livello “Alto”, procedendo
quindi a rilevare la progressione tonale.



Curva di Gamma HDR

Hisense 55U8KQ – Filmmaker HDR – Local Dimming Alto

Il quadro che emerge è piuttosto diverso rispetto al riscontro
precedente: anzitutto si nota un significativo innalzamento del picco di
luminanza, che di fatto raddoppia arrivando a superare le 1600 candele su
metro quadro. Questo si accompagna però ad un clipping anticipato sulle
alte luci e ad un abbattimento un po’ eccessivo dei livelli di grigio
vicini al nero: la conseguenza è quindi una perdita di leggibilità sia
nelle ombre più scure dell’immagine, sia nelle alte luci.



Curva di Gamma HDR

Hisense 55U8KQ – Filmmaker HDR – Local Dimming Medio



Curva di Gamma HDR

Hisense 55U8KQ – Filmmaker HDR – Local Dimming Basso

Abbiamo quindi voluto analizzare il comportamento con le regolazioni
“Medio” e “Basso” della funzionalità Local Dimming, rilevando la curva di
gamma HDR per ciascuna impostazione e mettendo in evidenza il
comportamento nella zona delle ombre. Dalle misurazioni si evince che il
miglior comportamento delle ombre più scure si ha con l’impostazione
“Medio” della funzionalità local dimming, che assicura una resa profonda
dei toni vicini al nero mantenendo però la loro corretta leggibilità.




E abbiamo approfondito ulteriormente, andando a misurare per tutte le
impostazioni di Local dimming, la variazione della luminanza in relazione
all’area del campione utilizzato, scoprendo un comportamento particolare.
E’ infatti da rilevare che in tutte le situazioni in cui il local dimming
viene attivato, a prescindere dalla sua incidenza d’intervento, si
riscontra una variazione della luminosità a seconda dell’area su cui viene
misurato il bianco: il picco si raggiunge su una superficie del 25%
dell’area dello schermo, mentre invece anche a dimensioni inferiori la
luminanza risulta più bassa. Ciò significa che quegli elementi
dell’immagine come riflessi, bagliori, lampadine, astri nel cielo e via
discorrendo, che nella visione di contenuti HDR beneficiano proprio degli
elevati picchi di luminanza per poter essere rappresentati al meglio,
saranno qui riprodotti con un’intensità inferiore rispetto al picco di cui
è effettivamente capace il televisore. 




A valle delle misure effettuate riteniamo quindi che il comportamento più
equilibrato e che rappresenti il punto di incontro tra buone prestazioni
di luminanza (e variazioni minime) e rispetto per le ombre risulti
l’impostazione “Basso” per il local dimming: in questo caso si ottiene un
picco di luminanza di circa 900 candele su metro quadro
che a
schermo intero scende ad appena 800 nit circa (scongiurando quindi
quell’effetto “chi ha spento il sole” che si verifica con i display OLED
quando mostrano una scena particolarmente luminosa), con le ombre che al
contempo vengono riprodotte, come abbiamo già riscontrato poco sopra, in
maniera più garbata.

Ciò che emerge dalle prove strumentali sono le prestazioni di un
televisore che opportunamente impostato riesce a raggiungere picchi di
luminanza davvero elevati, normalmente appannaggio dei televisori OLED. Il
nero, ma non è certo un esito inatteso, non può per ovvie ragioni fisiche
arrivare a rivaleggiare con i TV a tecnologia organica, ma nel complesso il
rapporto di contrasto si assesta su valori molto interessanti. Ci saremmo
aspettati qualcosa in più per quanto riguarda la copertura cromatica,
comunque valida, per via dell’impiego della tecnologia Quantum Dot.

Ma al di là dell’analisi strumentale, anche le prove di visione con la
nostra selezione di contenuti di riferimento mostrano come il
comportamento percettivamente più appagante si ottenga con la modalità
Filmmaker e l’attivazione del Local Dimming impostato su “Basso”
:
nei film Aquaman e Oblivion dove vi sono diverse scene particolarmente
scure in cui troviamo piccoli elementi luminosi si riesce ad avere una
buona resa delle ombre che mantengono texture e dettaglio leggibile e al
contempo una rappresentazione “frizzante” dei bagliori e dei riflessi,
senza perdita di dettaglio fine. La vivace palette cromatica di Lucy e
Matrix Resurrection ci ha permesso invece di apprezzare una buona resa dei
colori, nonostante le prove strumentali mostrino una saturazione
complessiva lievemente inferiore rispetto al riferimento.

Un aspetto rilevante di un televisore con pannello MiniLED riguarda la
gestione del blooming, fenomeno che se non adeguatamente controllato può
portare ad una compromissione, anche significativa, dell’esperienza di
visione. In generale abbiamo riscontrato un comportamento convincente, con
alcune precisazioni: nelle scene particolarmente dinamiche il blooming è
difficilmente percepibile, mentre può essere notato, ma in maniera
abbastanza contenuta, nelle scene più statiche in cui vi sono elementi
molto chiari dal bordo netto circondati da uno sfondo sensibilmente più
scuro. L’effetto diventa però maggiormente percepibile quando la funzione
di local dimming viene impostata su “Alto”.




Hisense ULED 55U8KQ è inoltre un televisore dalle interessanti
funzionalità destinate ai videogiocatori: si parte anzitutto dalla
frequenza di aggiornamento del pannello di 144Hz
, che permette di
giungere ad un input lag al di sotto, di pochissimo, dei 10ms. Non manca
l’interfaccia dedicata, nella modalità gioco, che permette di avere a
portata di mano tutte le impostazioni necessarie al videogiocatore, per
poterle modificare rapidamente a seconda dell’esigenza del momento e del
titolo giocato.

Con la serie ULED U8K Hisense punta ad offrire televisori dalle
prestazioni elevate, dotazione completa e prezzo d’acquisto inferiore a
quanto necessario per l’acquisto di un televisore OLED, attualmente la
tecnologia di riferimento sul mercato TV. La tecnologia MiniLED si rivela
un’alternativa davvero interessante, riuscendo nel caso specifico
dell’esemplare in prova a superare i 1600 nit di luminanza massima a tutto
vantaggio di un’esperienza di visione HDR particolarmente appagante. Il
listino indica un prezzo di 1099 Euro
, comprensivi di IVA, per
Hisense ULED 55U8KQ: a “parità di picco di luminanza” si tratta di una
spesa che permette di risparmiare diverse centinaia di euro rispetto a
televisori OLED di ultima generazione dalle medesime dimensioni, che hanno
prezzi da 1600 euro a salire.

Chi cerca tanta luminanza, ma non ha un budget sufficientemente “comodo”
da poter accedere ad un televisore OLED di ultima generazione troverà in
questo Hisense ULED 55U8KQ una risposta potenzialmente molto interessante,
anche se vale la pena considerare che per una spesa di pochissimo
superiore si può accedere a TV OLED di precedente generazione,
sacrificando un po’ di luminanza  ma guadagnando dal punto di vista
della profondità dei neri: si tratta di preferenze personali, ma la
vastità delle soluzioni presenti sul mercato dei televisori consente
realmente a ciascuno di individuare il prodotto più adeguato alle proprie
esigenze.

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The Medium e Lies of P : 2 giochi da non perdere su Mac

The Medium e Lies of P : 2 giochi da non perdere su Mac

da Hardware Upgrade :

Bloober Team ha annunciato che The Medium disponibile nativamente su tutti i Mac dotati di chip Apple Silicon. Il gioco stato ottimizzato per sfruttare appieno il chip Apple Silicon e le caratteristiche di Metal 3, come MetalFX Upscaling, in modo da offrire un gameplay reattivo in ossequio alle caratteristiche di questo gioco, che vede due mondi sovrapposti. Questo rilascio arriva dopo lanteprima ufficiale di Layers of Fear a giugno, uno dei primi giochi Unreal Engine 5 di alto profilo ad arrivare su Mac. Sviluppato sempre da Bloober Team, sar basato sulle medesime tecnologie messe a disposizione di Apple per facilitare la realizzazione di videogiochi per le proprie piattaforme.



Tra i giochi pi ambiziosi della house di origine polacca che si occupa di giochi horror, The Medium un titolo psicologico da giocare in terza persona, caratterizzato da un gameplay che si sviluppa su una doppia realt, in due mondi separati ma visualizzati contemporaneamente. Il gioco ambientato alla fine degli anni 90 e ha come protagonista Marianne, una sensitiva che indaga sullHotel Niwa, ormai abbandonato, in cerca di risposte sul suo passato. The Medium permette agli utenti di esplorare contemporaneamente il mondo fisico e quello degli spiriti e di utilizzare le interazioni tra i due per risolvere enigmi, sbloccare percorsi e risvegliare ricordi di eventi passati. Il mondo degli spiriti un oscuro riflesso speculare della nostra realt ed stato modellato e progettato ispirandosi ai dipinti dellartista surrealista distopico polacco Zdzisław Beksiński. La colonna sonora di questo gioco stata co-composta da Arkadiusz Reikowski e da Akira Yamaoka. The Medium stato originariamente rilasciato per Microsoft Windows e Xbox Series X/S il 28 gennaio 2021.


Non l’unica notizia interessante per chi gioca su Mac. Uno dei giochi pi attesi di quest’anno, Lies of P, uscir infatti anche su Mac App Store, come parte del lancio ufficiale del gioco, il 19 settembre 2023. Il gioco sar disponibile sui Mac dotati di Apple Silicon. Lies of P sar lanciato contemporaneamente su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC tramite Steam.


Lies of P


Lies of P un Souls like che si rif alla storia di Pinocchio. I giocatori vestiranno i panni di P, un burattino che deve farsi strada attraverso la citt di Krat nel suo inarrestabile viaggio per trovare Geppetto e diventare finalmente umano. Lies of P presenta un mondo elegante e pieno di tensione, punta a un profondo sistema di combattimento e di personalizzazione del personaggio e una storia avvincente con interessanti scelte narrative in cui pi bugie vengono dette, pi P diventa umano, dove prevale il motto: “in un mondo pieno di bugie, non ci si pu fidare di nessuno…”

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Mantide religiosa: cosa c’è da sapere e perché non dovete preoccuparvi se ne incontrate una

Mantide religiosa: cosa c’è da sapere e perché non dovete preoccuparvi se ne incontrate una



Da Wired.it :

Se non ti ha scelto come partner, non c’è nulla di cui avere paura. Parliamo della mantide religiosa, un insetto conosciuto molto spesso per il suo particolare, e a tratti terrificante, rituale di accoppiamento caratterizzato dal cannibalismo. Ma di che animale si tratta e perché per l’essere umano è assolutamente innocuo?

Il nome: Mantis religiosa

Partiamo dal nome. La mantide religiosa viene chiamata così perché la sua postura ricorda quella di chi è in un atteggiamento di preghiera. “Mantis”, infatti, in greco significa profeta e fa proprio riferimento alla posizione di riposo che assumono le zampe anteriori dell’insetto che, evolute per predare, sembrano delle pinze. Sono anche dette “reptanti”, conformate, appunto, per facilitare la cattura e il trattenimento delle prede, anche grazie a una serie di spine.

Dove vive

Denominata anche mantide europea, rappresenta una delle specie più comuni dei mantoidei, ordine di insetti essenzialmente tropicali e diffusi perciò principalmente nelle regioni con temperature più alte. Originarie dell’Africa, si sono largamente diffuse in Europa meridionale e Asia, arrivando poi in Nord America dove sono state identificate come specie aliene. La mantide religiosa è presente in tutto il nostro territorio, dove tuttavia si sta affermando, soprattutto nella Pianura padana, anche la Hierodula tenuidentata, una mantide gigante che arriva dall’Asia ma che, anche in questo caso, non è pericolosa per noi.

L’accoppiamento

Nelle regioni settentrionali della sua distribuzione, come spiega l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), la mantide religiosa raggiunge solitamente lo stadio adulto in estate, mentre in quelle meridionali gli adulti, dalla livrea verde, si possono individuare in quasi tutti i mesi dell’anno, ovviamente a seconda della latitudine. L’accoppiamento, come vi abbiamo già detto, è piuttosto particolare: la femmina, dopo essere stata fecondata, comincia a mangiare il maschio partendo dalla testa. Il cannibalismo è dovuto al bisogno della femmina di proteine necessarie alla produzione di uova.

Nessuna minaccia per noi

Le mantidi religiose sono predatori con un’elevata diversità di specie, tra cui mosche, cavallette, grilli, falene, vespe, ma anche rettili e anfibi. Mimetizzandosi tra le foglie, prediligono ambienti soleggiati e principalmente con erba alta e cespugli, ma anche giardini, tollerando una moderata urbanizzazione. In particolare, questi insetti predano rimanendo immobili e, con scatti veloci, arpionano le prede, utilizzando le zampe raptatorie. Sebbene sia considerata una abile cacciatrice, la mantide religiosa non risulta assolutamente pericolosa per gli essere umani. Se infastidita può provocare leggerissimi morsi, che tuttavia non provocano né dolore né prurito e non è provvista di alcun veleno che potrebbe iniettare. È, quindi, per la nostra salute un animale assolutamente innocuo.



[Fonte Wired.it]