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Lazarus sfrutta bug software per distribuire QuiteRAT

Lazarus sfrutta bug software per distribuire QuiteRAT

Da Punto-Informatico.it :

Gli esperti di Cisco Talos hanno scoperto una nuova campagna malware effettuata dal gruppo Lazarus contro aziende che gestiscono le infrastrutture dei backbone di Internet e operano nel settore sanitario in Europa e Stati Uniti. Sfruttando una vulnerabilità del software ManageEngine ServiceDesk, i cybercriminali nordcoreani hanno distribuito QuiteRAT.

Cyberattacco con QuiteRAT

La vulnerabilità di ManageEngine ServiceDesk, indicata con CVE-2022-47966, consente eseguire codice remoto. Il gruppo Lazarus ha sfruttato il bug per ottenere l’accesso iniziale nei sistemi aziendali. L’exploit consente di scaricare QuiteRAT con un comando cURL e la successiva esecuzione attraverso il processo runtime di Java.

Il malware invia quindi al server C2 (command and control) le informazioni sul sistema (indirizzi IP, indirizzi MAC, username e altre) e attende i comandi per altre attività. Può anche utilizzare tool di Windows per la scansione della rete. La persistenza (avvio automatico) viene ottenuta con una chiave di registro.

Le funzionalità di QuiteRAT sono simile a quelle di MagicRAT (usato da Lazarus nel 2022), ma ci sono alcune differenze. QuiteRAT ha una dimensione inferiore (4-5 MB contro 18 MB) perché integra solo le librerie Qt necessarie, invece dell’intero framework. Inoltre MagicRAT ottiene la persistenza tramite un’attività pianificata.

L’uso di Qt incrementa la complessità del codice e rende più difficile la rilevazione del malware con i tool di analisi. Nell’arsenale di malware del gruppo Lazarus c’è anche CollectionRAT che offre funzionalità analoghe a quelle di QuiteRAT, tra cui l’esecuzione di codice remoto.



Fonte Punto Informatico Source link

Le migliori basi di ricarica wireless per dispositivi Apple
| Wired Italia

Le migliori basi di ricarica wireless per dispositivi Apple | Wired Italia



Da Wired.it :

Per chi trascorre le giornate con un iPhone in mano, un Apple Watch al polso e un paio di AirPods nelle orecchie, le basi di ricarica wireless per dispositivi Apple rappresentano una soluzione ideale per dare nuova linfa vitale alle proprie batterie e non correre il rischio di restare a piedi. Di dimensioni piuttosto compatte, con configurazioni che a seconda del modello prescelto possono accogliere tranquillamente da uno a tre dispositivi, questi utilissimi gadget hanno anche il grande pregio di eliminare i fastidi, tanto di natura estetica quanto di natura pratica, derivanti dalla presenza di cavi volanti.

Basi di ricarica wireless per dispositivi Apple

Chi possiede un dispositivo marchiato Apple di produzione (più o meno) recente – sia esso uno smartphone, uno smartwatch oppure un paio di auricolari-, saprà quasi sicuramente che il cavetto con ingresso lightning può lasciare spazio a basi di ricarica che per svolgere la propria funzione non hanno bisogno di un collegamento diretto con l’apparecchio in questione, ma che richiedono un semplice contatto fisico. Non si tratta di una magia degna del più abile prestigiatore o di uno stregone voodoo, ma di una soluzione tecnologica, progettata per agire con un funzionamento a induzione che si occupa di trasmettere energia mediante la creazione di un campo elettromagnetico tra la bobina presente nella base e quella presente invece nell’apparecchio da ricaricare. Un’opzione, questa, disponibile in tutti i modelli di iPhone a partire dall’ottava generazione (compresi i vari Xs, Xs Max e Xr), protagonista di un ulteriore step a partire dagli iPhone 12. Il passaggio alla tecnologia MagSafe ha portato all’inserimento di una serie di magneti intorno alle già citate bobine, in modo da assicurare una aggancio tanto ferreo quanto perfetto durante le operazioni di ricarica. Questo ha permesso di aumentare il grado di sicurezza ed, eliminando il rischio di spostamenti involontari, garantisce un flusso costante di energia azzerando il rischio di interruzioni impreviste.

I vantaggi nell’adottare un sistema di ricarica wireless sono da ricercare soprattutto nella sua estrema comodità. Si tratta infatti di una soluzione che consente, grazie a modelli creati per accogliere più dispositivi contemporaneamente, di ottimizzare gli spazi e di evitare che la casa sia invasa da antiestetici cavi di varie lunghezze. Gli svantaggi? È necessario un minimo di attenzione per il posizionamento, in modo che l’allineamento tra le bobine sia perfetto (problema che non tocca i dispositivi MagSafe) e, chi utilizza custodie particolarmente ingombranti o in materiali metallici, deve ricordarsi di rimuoverle per un adeguato funzionamento.

Le nostre scelte

Nello scegliere le migliori basi di ricarica wireless per dispositivi Apple abbiamo cercato di selezionare modelli che si adattino a ogni tipo di esigenza. Uno di fianco all’altro trovano quindi spazio soluzioni che accolgono un numero di dispositivi che spazia da uno a tre, con alcune proposte che sfruttano la tecnologia MagSafe per un aggancio magnetico e altre che utilizzano invece la “semplice” tecnologia wireless. Per chi poi cerca modelli adatti anche a smartphone di altri produttori, la risposta è nella nostra gallery dei migliori caricatori wireless del momento.




[Fonte Wired.it]

Wing consegna i prodotti Walmart con i droni

Wing consegna i prodotti Walmart con i droni

Da Punto-Informatico.it :

Wing ha annunciato l’avvio di una collaborazione con Walmart per la consegna dei prodotti in Texas. La multinazionale statunitense userà i droni della sussidiaria di Alphabet per servire i cittadini che si trovano nelle vicinanze di due store nel Dallas-Fort Worth Metroplex.

Accordo tra Wing e Walmart

Mentre Amazon ha iniziato a testare il servizio Prime Air solo a fine 2022, i droni di Wing sono già operativi in Finlandia, Australia e Stati Uniti. Le richieste sono raddoppiate durante il lockdown dovuto alla pandemia COVID-19.

L’azienda californiana ha diversi partner che sfruttano il servizio. All’elenco si aggiunge ora Walmart, nota multinazionale che possiede l’omonima catena di ipermercati (noti anche come supercenter). Nelle prossime settimane sarà disponibile la consegna nella Dallas-Fort Worth Metroplex dei prodotti ordinati presso il supercenter di Frisco all’8555 di Preston Road. Un secondo store verrà aggiunto in seguito.

L’obiettivo di Wing e Walmart è raggiungere circa 60.000 abitazioni. I droni possono consegnare i prodotti fino ad un distanza di circa 6 miglia (circa 10 Km). I velivoli sono automatizzati, quindi non serve un pilota, ma gli operatori controllano le operazioni da remoto. Le consegne sono effettuate tra le 10:30 e le 18:30 per sei giorni della settimana (escluso il mercoledì). I clienti riceveranno i prodotti entro 30 minuti.

I residenti devono installare l’app Wing per Android o iOS e verificare se la loro zona è coperta dal servizio. I droni raggiungono una velocità massima di 65 mph (circa 105 Km/h) e possono trasportare diversi prodotti, anche quelli delicati, come un cartone di uova. Walmart utilizza i droni da circa due anni. Finora ha effettuato oltre 10.000 consegne da 36 store in sette stati.



Fonte Punto Informatico Source link

Blackwater, come la saga è diventata il vero caso editoriale dell’estate italiana

Blackwater, come la saga è diventata il vero caso editoriale dell’estate italiana



Da Wired.it :

Non potete non aver sentito parlare di Blackwater in questi mesi caldissimi. E sicuramente se avete letto i libri starete ancora pensando alla storia, ai luoghi, ai personaggi.

Ma facciamo un passo indietro. Sono due le notizie degli ultimi tempi che ci preme qui ridimensionare. La prima riguarda le farneticazioni del generale Vannacci. Potreste pensare che con le oltre 20mila copie vendute del suo saggio “Il mondo al contrario”, sia suo il successo editoriale della stagione. Sbagliato. La seconda riguarda quell’automatismo da social network per il quale siamo tentati di intuire dalle stories di Instagram della nostra bolla di contatti, dove siano andati “tutti” in vacanza: c’è stato l’anno della Sicilia, quello della Puglia, per non parlare della Grecia. I giornali ci hanno detto che quest’anno, causa inflazione, tutti gli italiani hanno raggiunto l’Albania. Gli algoritmi, però, raccontavano altro: una marea di italiani sono stati a Perdido.

Perdido è la cittadina immaginaria dell’Alabama dove è ambientato il ciclo dei romanzi Blackwater di Michael McDowell. Se non ne avete mai sentito parlare, o non avete aperto i social tutta estate, o seguite le persone sbagliate. Neri Pozza, la casa editrice che ha tradotto e pubblicato in Italia il ciclo di sei romanzi che compongono la saga della famiglia Caskey, raggiunta da Wired, ha rivelato di aver venduto oltre 200mila copie da marzo 2023, raggiungendo la 17esima ristampa. Non è necessario essere assidui frequentatori di librerie per capire che siamo di fronte a numeri importanti, tanto più se consideriamo che negli Stati Uniti “Blackwater” fu pubblicato per la prima volta nel 1983.

La storia di Blackwater

Le vicende dei sei romanzi prendono il via nel 1919, quando la piena dei fiumi Perdido e Blackwater sommerge la cittadina nel Sud dell’Alabama dove la famiglia Caskey possiede ettari di boschi e una grossa segheria che dà lavoro alla comunità locale. In una camera abbandonata dell’hotel della città viene ritrovata in circostanze misteriose Elinoir, una donna dai capelli di rame che stravolgerà la vita della famiglia protagonista, dipendente dalla matriarca Mary-Love. Questo è l’antefatto che apre La Piena, primo volume della saga, ma le vicende coprono un arco di tempo ampio che attraversa la grande depressione, una guerra mondiale, fino al boom economico post-bellico di cui la famiglia Caskey è tra le protagoniste della regione, raccontate ne La Diga, secondo volume, e a seguire ne La Casa, La Guerra, La Fortuna e La Pioggia.

Il genere a cui appartiente Blackwater è il Southern Gothic, un sottogenere dell’horror gotico ambientato nel Sud degli Stati Uniti, in cui tematiche sociali come il razzismo contro la comunità nera si intrecciano a elementi soprannaturali ed esoterici, originando una commistione che al lettore italiano potrebbe generare in prima battuta qualche resistenza, ma risolta da McDowell con un sapiente mix degli ingredienti letterari. Nei primi tre volumi della saga il soprannaturale rimane celato e strisciante, per poi esplodere e palesarsi con maggiore evidenza dal quarto volume in poi, abituando il lettore a un clima che da misterioso e ambiguo si rivela per ciò che è davvero: sovrumano, appunto.

Chi è Michael McDowell

Prima di passare alle ragioni dietro al successo della serie, è interessante conoscere meglio il suo autore. Ai più il nome di McDowell potrebbe non dire granché, ma è stato – tra le altre cose – cosceneggiatore di film cult come Beetlejuice e Nightmare Before Christmas, autore televisivo, nonché grande amico di Tim Burton e Stephen King. Liberale e democratico, in vita si è battutto per i diritti civili delle minoranze marginalizzate, in particolare della comunità omosessule, prima di spegnersi nel 1999 per le complicanze dovute all’AIDS, a fianco del compagno, il drammaturgo e professore universitario Laurence Senelick.



[Fonte Wired.it]