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venerdì, Feb 03

Autonomia differenziata, i punti a favore e quelli contro



Da Wired.it :

“È la storia che dimostra che più stretto è il rapporto tra chi spende e i beneficiari, più la spesa è efficace e ci sono meno sprechi. È una questione di conoscenza del territorio e anche di controllo che i cittadini possono esercitare sulla politica”, ha spiegato Cirio, andando a sottintendere che efficienza e sprechi derivino dalla disponibilità economica e non dalle scelte politiche. Inoltre, secondo Cirio, sarebbe l’unico modo per superare il “criterio della spesa storica” e passare a quello “della spesa standard. Finora lo Stato pagava i servizi forniti agli enti locali in base a quanto era stato speso negli anni precedenti, così chi spendeva di più aveva di più. Ora ci sarà uno standard nei costi dei servizi”.

Tuttavia, prima di poter superare la spesa storica andrebbe stabilita la spesa dei Livelli essenziali di prestazione che vanno garantiti su tutto il territorio nazionale. Cosa che nei venti anni trascorsi dall’approvazione della riforma costituzionale che ha introdotto l’autonomia, non è ancora stata fatta.

I contrari invece, sostengono come l’autonomia differenziata comporti necessariamente una sottrazione di ingenti risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi e infrastrutture logistiche (come i trasporti, la distribuzione dell’energia, la sanità o l’istruzione), che per il loro ruolo nel funzionamento del sistema paese dovrebbero avere necessariamente una struttura unitaria e a dimensione nazionale.

Inoltre, molti spiegano che anche le regioni autonome sarebbero svantaggiate dal progetto. Da un lato perché il Sud è un mercato essenziale per il Nord, dall’altro, perché le ampie differenze interne alle stesse regioni verrebbero aumentate dall’allocazione delle risorse, che andrebbe comunque a premiare le parti più ricche e meglio organizzate.

La sottrazione del gettito fiscale alla redistribuzione su tutti i territori violerebbe poi il principio di solidarietà economica e sociale contenuto in Costituzione, andando a aumentare le disuguaglianze tra Nord e Sud, con un conseguente crollo sociale ed economico dei territori più svantaggiati che potrebbe mettere facilmente in crisi l’intera Italia.

Infine, secondo quanto scritto dall’economista Paolo Balduzzi su Lavoce.info, al momento non esiste un criterio oggettivo o tecnico che permetta di stabilire se una regione sia o meno in grado di fare meglio dello stato negli ambiti di competenze che saranno trasferiti. Appare pertanto imprescindibile, e prima di un qualunque ulteriore avanzamento legislativo, introdurre strumenti di misurazione oggettiva dei risultati storici delle varie regioni nelle diverse materie”.

Tasse

Se da una parte i favorevoli sostengono sia giusto trattenere sul territorio le tasse dei residenti, al fine di usarle per migliorare i servizi, dall’altra i contrari, come si legge su Domani, evidenziano che non sarebbe corretto dare alle regioni le tasse di chi risiede in un luogo ma matura reddito in altre regioni. Inoltre, come già sottolineato, non ci sono certezze o studi che possano dire con sicurezza che la frammentazione delle competenze migliorerà l’efficienza dei servizi. Quando invece potrebbe creare gravi problemi come nel caso della gestione della pandemia da Coronavirus in Lombardia.

Una donna con in mano un blister di pillole contraccettive

Da febbraio il contraccettivo ormonale sarà disponibile gratuitamente nei consultori del Lazio. La regione però non è l’unica – né la prima – ad aver introdotto questa norma 

Sanità

Partendo proprio dalla regione amministrata da Attilio Fontana, è impossibile dimenticare la disastrosa gestione dell’emergenza a livello regionale autonomo, quando la Lombardia non è nemmeno riuscita a implementare un sistema efficace per la prenotazione dei vaccini. Problema risolto solo grazie all’uso del sistema nazionale di Poste Italiane.



[Fonte Wired.it]