Gli autovelox in Italia si concentrano soprattutto nelle regioni del Nord. È questa la conclusione cui è giunta Wired analizzando i dati rilasciati nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture. Si trattra dei risultati di un censimento voluto dal ministro Matteo Salvini. Se però si guardano più da vicino, in questi dati ci sono diverse incongruenze.
L’Italia divisa in due
Il reddito medio pro capite, il tasso di occupazione e ora anche gli autovelox: quando si visualizzano questi dati su una mappa, l’immagine che emerge è quella di un’Italia divisa in due parti. Ovvero dove le regioni del Nord vanno in una direzione mentre quelle del Sud imboccano quella opposta. Se resta al lettore la decisione di quale sia la strada giusta parlando di autovelox, ecco la mappa dei rilevatori di velocità in Italia.
Ogni punto sulla mappa rappresenta un comune, più il punto è grande e maggiore è il numero assoluto di rilevatori di velocità segnalati nell’ambito del censimento ministeriale. Come si vede, la stragrande maggioranza di questi apparecchi si concentrano nei comuni del centro Nord, mentre nelle regioni del mezzogiorno i numeri crollano. In Sardegna, per esempio, non risulta alcun autovelox.
I dati che non tornano
Possibile? In realtà c’erano ma, come riporta L’Unione Sarda sono stati spenti a maggio di quest’anno a seguito della sentenza della Cassazione sull’omologazione degli apparecchi. A Napoli, invece, risulta in dotazione un solo apparecchio. O almeno, così sembra: per individuare il comune in cui sono presenti gli autovelox, il ministero ha chiesto di specificare il codice catastale.
Quello di Napoli è F839 e nel database ministeriale ricorre una sola volta. Ma alla voce denominazione, dove deve essere indicato il nome del comando di Polizia locale che li ha in dotazione, c’è scritto Servizio intercomunale Polizia locale Delta. Denominazione che, inserita in un motore di ricerca, rimanda all’Unione dei comuni delle terre del Delta, ovvero Codigoro, Goro e Messola. Il delta è quello del Po, ci troviamo in provincia di Ferrara. Si tratta di un errore manuale di inserimento dei dati? Wired ha contattato il comune di Napoli per avere indicazioni, ma non ha ricevuto risposte.
E poi c’è il caso di Guastalla, un comune di circa 15mila abitanti in provincia di Reggio Emilia. Qui, stando al database ministeriale, gli autovelox sono 18, cifra che farebbe di questa cittadina il nono comune italiano per numero di rilevatori di velocità, a pari merito con Vercelli, in Piemonte. Dove però gli abitanti sono il triplo. “Si tratta di apparecchi in dotazione alla Polizia locale dell’Unione bassa reggiana (realtà che riunisce 8 comuni per 70mila abitanti, ndr), che ha sede legale nel nostro comune e per questo è indicato il nostro codice catastale”, spiega il sindaco Paolo Dallasta. In realtà, prosegue il primo cittadino, “sono soprattutto tutor distribuiti su tratti di tre o quattro chilometri lungo quattro tra strade ex statali e provinciali”.
Un dataset molto “sporco”
Il fatto che il censimento sia stato realizzato chiedendo alle amministrazioni locali di inviare i dati ha reso il dataset ministeriale molto “sporco”, come si dice nel gergo di chi lavora con i dati. Il che significa, banalmente, che c’è chi ha scritto con il blocco delle maiuscole inserito e chi no. Una circostanza che complica le cose se si vuole calcolare ad esempio le quote di mercato delle aziende produttrici. Senza contare il fatto che la stessa realtà è stata indicata a volte come spa e altre come srl. E per un software XYZ spa e XYZ srl sono due aziende differenti.
