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lunedì, Gen 27

Avast vende i dati degli utenti tramite Jumpshot: privacy a rischio


Con oltre 435 milioni di utenti attivi a livello globale (fonte sito ufficiale), le soluzioni offerta da Avast per la sicurezza di computer e dispositivi mobile sono tra le più diffuse al mondo. Oltre a proteggere PC, smartphone e tablet potrebbero però costituire una minaccia per la privacy dei loro utilizzatori: è quanto svela oggi il risultato di un’indagine condotta da Motherboard e PCMag.

Jumpshot: così Avast vende i dati degli utenti

La sussidiaria Jumpshot del gruppo sarebbe infatti responsabile della cessione (vendita) a terze parti di dati personali e sensibili riguardanti gli utenti e la loro attività online: la cronologia dei siti visitati, gli acquisti effettuati online, persino i singoli click.

Questa la dinamica: l’antivirus, così come gli altri software distribuiti dall’azienda, si occupa della raccolta, poi Jumpshot si occupa di confezionarle all’interno di appositi pacchetti offerti successivamente a potenziali clienti per finalità di profilazione, marketing e advertising. Tra le aziende potenzialmente interessate all’acquisto, secondo il report, anche Google, Yelp, Microsoft, McKinsey, Pepsi, Sephora, Home Depot, Condé Nast, Expedia, IBM, TurboTax, Loreal e Intuit. Insomma, colossi dell’universo hi-tech, ma non solo, anche realtà che basato parte del proprio business sull’e-commerce.

Queste alcune delle informazioni raccolte e poi cedute da Avast tramite Jumpshot: ricerche, coordinate GPS delle località cercate su Maps, visite alle pagine delle aziende su LinkedIn, riproduzione di alcuni particolari video YouTube e accesso a siti porno. Le fondi dello studio affermando che sulla base dei dati in questione è possibile stabilire in che giorno e a che ora un utente anonimo ha visitato portali come YouPorn e PornHub, arrivando talvolta a identificare i termini digitati per trovare le clip e quelle guardate. È bene precisare che tra le informazioni non sono presenti nomi e cognomi, ma facendo leva sulla cronologia in molti casi non è difficile risalirvi.

Negli ultimi mesi abbiamo scritto più volte dei prodotti Avast su queste pagine. Prima in ottobre per via di un attacco ai server del software CCleaner, poi a dicembre quando Mozilla ha annunciato la cancellazione di quattro estensioni Firefox (alcune delle quali sviluppate dalla controllata AVG) ritenute responsabili di aver allungato le mani sulle attività di navigazione.

 

… in aggiornamento



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