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lunedì, Feb 24

Avatar – La leggenda di Aang e altri cartoni ecologisti



Da Wired.it :

Il rispetto dell’ambiente e il rapporto tra uomo e natura sono solo alcuni dei temi al centro di svariate serie più o meno debitrici all’opera del maestro Hayao Miyazaki

Complice l’opera dei maestri Hayao Miyazaki e Osamu Tezuka, le tematiche ambientaliste influenzano fortemente da sempre l’animazione. Netflix, con l’acquisizione nella sua libreria dei film dello Studio Ghibli, ispira un solido binge-watching di capolavori ecologisti che insegnano il rispetto della natura, come i film Nausicaä della Valle del vento e Principessa Mononoke. Ma esistono anche moltissime serie a cartoni animati che, nel corso degli ultimi decenni, hanno raccontato il rapporto tra la nostra specie e gli altri animali – Mokuren di Proteggi la mia terra, per esempio, è in grado di comunicare con flora e fauna – e tra gli umani e la natura. Anime come Conan – Il ragazzo del futuro (di cui vi abbiamo parlato poco fa), anche questo firmato da Miyazaki, e personaggi come Nadia (a memoria la prima protagonista dichiaratamente vegetariana di un cartone) de Il mistero della pietra azzurra sono solo alcuni esempi. Eccone altri.

1. Avatar – La leggenda di Aang

Aang è un ragazzino estroverso che ha vissuto in ibernazione per un centinaio di anni e che, al suo risveglio, ha il difficile compito di portare a compimento autonomamente il proprio addestramento per diventare il protettore della pace del mondo. Ha la capacità di dominare l’elemento dell’aria, ma per diventare l’Avatar deve saper dominare anche acqua, terra e fuoco e per questo si imbarca in un viaggio con altri dominatori. Avatar, serie di punta di Nickeleodon, è un cartone bellissimo che fonde varie filosofe orientali per spiegare al pubblico dei più piccoli l’importanza del legame tra uomo e natura.

Katara, Toph e Zuko, gli altri dominatori, sono la personificazione del rispettivo elemento. Ognuno è a modo proprio un paladino dell’ambientalismo in un mondo che crede a una visione molto simile a Gaia. Questa produzione americana festeggiava la sua fine dieci anni fa, il 21 febbraio 2010, dopo aver raccolto premi e riconoscimenti – compreso un Emmy – un po’ ovunque.

2. Arjuna – La ragazza terra

Critica feroce all’umanità che ha inquinato e sta progressivamente devastando il pianeta, Arjuna è una parabola ambientalista che si rifà all’induismo e ad altre religioni orientali professando il credo che il pianeta sia un enorme organismo vivente con una coscienza collettiva. Juna è l’incarnazione umana di una guerriera divina in grado di contrastare la minaccia dei raaja, creature che minacciano di sterminare l’umanità e altro non sono che mutazioni di batteri provocati dall’inquinamento. La protagonista cerca di compiere la sua missione, ma dovrà fare i conti con il fatto che anche queste creature sono esseri viventi… Lo studio Satelight realizzò questa serie fortemente debitrice di Nausicaä della Valle del vento avvalendosi delle musiche delle più grande autrice di colonne sonore di anime di sempre, la Yoko Kanno di Cowboy Bebop, Macross Plus, Wolf’s Rain, Escaflowne e molti altri.

3. Blue Submarine no. 6

Il pianeta, ormai pressoché distrutto dagli sconvolgimenti climatici, è sommerso dagli oceani e popolato da mutanti uomo-pesce in grado di sopravvivere alle nuove condizioni e creati in laboratorio da uno scienziato, Zorndyke. Quest’ultimo minaccia di invertire i poli della terra e distruggere ogni forma di vita, se umani e ibridi non impareranno a convivere pacificamente, e per questo viene inviato in una missione omicida il giovane Hayami. L’incontro con un amico in mutazione, Katsuma, e con Mutio, una delle creature di Zorndyke (una sorta di sirena) lo aiuterà a capire che lo scienziato ha ragione.

Ispirato a un manga dei ’60, Blue Submarine fu trasformato in una serie di Oav una ventina di anni fa grazie allo Studio Gonzo, che si avvalse dello spettacolare character design Range Murata e ricevette attenzione per essere una delle prime serie animate a tentare l’integrazione della Cgi.

4. Kimba – Il leone bianco

Il maestro Osamu Tezuka, papà di Astroboy e tantissimi altri titoli importanti, ideò e realizzò il manga prima e poi gli adattamenti televisivi di questo classico. Kimba è il figlio di Panja, il re dell’Africa subsahariana, un maestoso leone che sta cercando in tutti i modi di contrastare l’avanzare dell’uomo nei suoi territori e la conseguente distruzione del suo habitat. Panja viene cacciato e ucciso dagli umani e la sua compagna viene catturata per essere trasferita in uno zoo, mentre Kimba riesce a liberarsi grazie all’aiuto di altri animali. Il leoncino è destinato a diventare il nuovo re, non solo dei suoi simili ma di tutti gli animali, in virtù della singolare sintonia che è in grado di creare con le altre specie, e si adopererà per cercare una convivenza pacifica con gli uomini.

5. Sampei – Il ragazzo pescatore

Mitico cartone animato degli anni ’80 a sua volta ispirato al manga di Takao Yaguchi, segue i viaggi del protagonista tra le province giapponesi in cerca di pesci difficilissimi da catturare. Nonostante la serie in sé non nasca con l’intento specifico di istruire le masse sull’importanza di un approccio ambientalista verso il pianeta, Sampei esplora il rapporto strettissimo che il ragazzo ha con la natura, il rispetto che questi ha per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema e il disprezzo verso chi è privo di scrupoli nei confronti di animali e piante. Sampei usa la pesca come mezzo per evolvere spiritualmente, ingaggiando sfide con carpe super intelligenti e tanto sfuggenti da risultare pressoché impossibili da catturare; la relazione con le creature che tenta di pescare, considerate degni rivali (e destinate a tornarsene in acqua dopo la sconfitta), si basa sulla convinzione antispecista che non esista superiorità dell’uomo sugli altri animali. Insomma, ben oltre che un semplice cartone sportivo sulla pesca.

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[Fonte Wired.it]