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martedì, Mar 24

Avigan contro il coronavirus, perché gli scienziati invitano alla prudenza



Da Wired.it :

Dopo l’annuncio del ministro Speranza sulla sperimentazione del tanto discusso Avigan, gli esperti invitano alla cautela, sottolineando che questo farmaco non è la soluzione alla grave minaccia della Covid-19

avigan
(foto: Akio Kon/ Bloomberg via Getty Images)

L’Avigan, il farmaco al centro del dibattito più acceso dello scorso weekend, continua a far parlare di sé. Dopo il video di Facebook diventato virale, nel quale veniva spiegato come questo farmaco antinfluenzale usato in Giappone fosse in grado di combattere lo sviluppo della Covid-19 nelle fasi iniziali, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) potrebbe a breve dare l’ok per far partire la sperimentazione dell’Avigan anche in Italia. Va da sé, quindi, che il farmaco non deve essere inteso come “miracoloso” contro il nuovo coronavirus e alimentare perciò false speranze, ma serve piuttosto cautela, prudenza e soprattutto, perché queste solo le regole della scienza, prove inconfutabili che ne dimostrino l’efficacia contro la Covid-19.

Infatti, dopo una recente nota dell’Aifa, nella quale veniva specificato come fossero disponibili scarse evidenze scientifiche sull’efficacia dell’Avigan contro il nuovo coronavirus, il Comitato tecnico-scientifico dell’agenzia si è riunito per valutare in modo più approfondito una possibile sperimentazione del farmaco (non autorizzato né in Europa né negli Stati Uniti) in Italia. A dare l’annuncio del via libera è stato il ministro della salute Roberto Speranza. “Il direttore generale di Aifa, Nicola Magrini, mi ha comunicato che la riunione del Comitato Tecnico–Scientifico di questa mattina, dopo una prima analisi sui dati disponibili relativi ad Avigan, sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia”, ha dichiarato Speranza. “Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimentazioni in corso”.

Sul fatto che l’Avigan sia realmente efficace per combattere il nuovo coronavirus, il parere degli esperti non si è fatto attendere. Roberto Burioni, per esempio, in un tweet ha definito questo farmaco come una scemenza. “Il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofen, i proclami sugli Ace inibitori che i somari scrivono ECA hanno una cosa in comune: sono tutte scemenze”, si legge nel tweet. “Le novità vi arriveranno dalle autorità sanitarie, non dai social o da YouTube”. E ancora: “oggi in Italia la prima sperimentazione clinica decisa sulla base di un video di YouTube postato da uno sconosciuto. La vita ha più fantasia di me”.

Ai microfoni di La7, l’esperto Fabrizio Pregliasco, sempre riferendosi all’Avigan, ha dichiarato: “Non è la soluzione del problema, si tratta di valutare effetti, obiettivi, risultati e rischio efficacia. Siamo ancora alla ricerca di una terapia efficace. Interessante, proviamolo, ma l’unica cosa da fare è la quarantena e il distanziamento sociale”.

Come riportava la nota diffusa dall’Aifa, riguardo l’uso di Avigan per il coronavirus, “sono unicamente noti dati preliminari di un piccolo studio condotto in pazienti con Covid-19 non grave, in cui favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir”. Un parere era arrivato nei giorni scorsi anche da Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri, secondo cui la sperimentazione non è ancora cominciata perché “pare che l’Avigan sia attivo solo se dato nei primi momenti della malattia”, spiega l’esperto. Ma la maggior parte delle persone infette non ha sintomatologia e non essendoci dei soggetti di controllo nello studio “è difficile stabilire se ha funzionato il farmaco o se i pazienti avrebbero avuto in ogni caso una sintomatologia minore”. E ad esprimersi è anche Pierluigi Lopalco che in un tweet afferma: “Dobbiamo essere chiari con i cittadini. Di farmaci che in passato abbiano funzionato contro i virus ne esistono pochissimi e nessuno garantisce risposte definitive. Per controllare hiv ci sono voluti decenni di sperimentazione”.

Infine, durante la conferenza stampa alla Protezione civile, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, ha invitato alla prudenza, riferendo che “un conto è parlare di possibili opzioni terapeutiche da testare e validare, quindi ben vengano le sperimentazioni. Un altro è definire alcune opzioni terapeutiche come la soluzione di un problema così importante come la Covid-19”. Prima di poter dire che si sono trovate soluzioni, aggiunge l’esperto, servono, perché questo solo le regole del mondo scientifico, prove inconfutabili.Raccomando cautela e prudenza, per non ingenerare in malati o nei loro familiari speranze che qualche volta poi rischiano di restare pesantemente deluse e frustrate”.

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[Fonte Wired.it]