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Azioni Tesla, la faida tra Musk e Trump è già diventata un grosso guaio per la casa

da | Giu 6, 2025 | Tecnologia


Nel frattempo, Steve Bannon, storico alleato di Trump molto critico verso Musk, ha dichiarato al New York Times di aver “consigliato al presidente di cancellare tutti i contratti di Musk e di avviare diverse indagini“. “Dovrebbero avviare un’indagine formale sul suo status di immigrazione perché sono fermamente convinto che sia clandestino e che dovrebbe essere espulso dal paese immediatamente“, ha detto Bannon, rilanciando la tesi secondo cui Musk avrebbe mentito sui moduli per ottenere il visto per gli Stati Uniti, lavorando illegalmente nel paese negli anni Novanta.

Il momentaccio di Tesla

Il calo delle azioni di Tesla arriva in un periodo particolarmente delicato per il produttore di veicoli elettrici. Questo mese l’azienda dovrebbe finalmente lanciare in Texas il suo atteso servizio di robotaxi dopo anni di ritardi. Musk ha dichiarato che gli investitori dovrebbero considerare Tesla una società di robotica e di tecnologie per veicoli autonomi piuttosto che una casa di auto elettriche. Le sue parole legano la capitalizzazione di mercato della società (916 miliardi di dollari) alla guida autonoma e ai progetti sui robot umanoidi, più che ai nuovi modelli di veicoli.

Gli ultimi risultati trimestrali di Tesla, diffusi ad aprile, sono stati i peggiori degli ultimi anni, e hanno certificato un calo della produzione, delle consegne e delle vendite, soprattutto in Europa. La casa ha inoltre ridimensionato le sue ambizioni di produrre un veicolo elettrico più accessibile, rinunciando a utilizzare nuove tecniche di produzione avanzate. Musk ha cercato di placare le preoccupazioni degli investitori annunciando che avrebbe lasciato il suo incarico presso il dipartimento per l’Efficienza governativa (Doge) per tornare a concentrarsi sulle sue aziende a tempo pieno o quasi.

Giovedì l’amministratore delegato di Tesla ha negato che il suo voltafaccia nei confronti di Trump abbia a che fare con le sovvenzioni ai veicoli elettrici che il governo statunitense sta cercando di eliminare. Dopo essere sceso in campo per la campagna elettorale di Trump, Musk ha sempre sostenuto che Tesla non ha bisogno delle agevolazioni fiscali – che negli Stati Uniti possono raggiungere i 7.500 dollari per unità – per vendere i suoi veicoli. Ma in uno dei suoi ultimi post su X, ha tradito un certo fastidio per la politica sui veicoli elettrici di Trump. “Mantenete pure i tagli agli incentivi per i veicoli elettrici e all’energia solare nel disegno di legge, anche se non vengono toccati i sussidi per il petrolio e il gas (che ingiustizia!!)”, ha scritto durante la faida social.

Da febbraio, migliaia di manifestanti che contestano Musk e Trump per via delle azioni dell’amministrazione americana in diversi ambiti – dal clima al Doge – hanno partecipato a proteste fuori dai concessionari e dai centri di assistenza Tesla in tutto il mondo. Quello che era iniziato come un movimento dal basso ha ora una struttura centrale e un nome: Tesla Takedown. Giovedì pomeriggio, l’organizzazione ha diffuso una dichiarazione in cui erano scritte solo tre parole: “Vendete, vendete, vendete“.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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