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martedì, Feb 07

Bard, come funzionerà il rivale di ChatGpt sviluppato da Google



Da Wired.it :

Google non ha nessuna di intenzione di lasciare che Microsoft, o chiunque altro, metta in discussione il suo dominio nel settore delle ricerche online senza combattere. Lunedì 6 febbraio la società ha annunciato che “nelle prossime settimane” lancerà un chatbot chiamato Bard. Il nuovo strumento sembra essere una risposta a ChatGpt, il chatbot di intelligenza artificiale (Ai) sviluppato dalla startup OpenAi con il finanziamento di Microsoft che negli ultimi mesi ha conosciuto un’enorme popolarità.

In un post pubblicato sul blog di Google l’amministratore delegato della società Sundar Pichai ha scritto che Bard è già disponibile per “tester fidati” ed è stato progettato per mettere la “conoscenza del mondo” dietro un’interfaccia conversazionale. Il nuovo chatbot utilizza una versione più piccola di un potente modello di Ai chiamato LaMda, che Google aveva presentato per la prima volta nel maggio 2021 e che si basa su una tecnologia simile a quella di ChatGpt. Secondo il colosso questo permetterà di mettere il chatbot a disposizione di un maggior numero di utenti e di raccogliere feedback per contribuire a risolvere i problemi legati alla qualità e all’accuratezza delle risposte.

Sia Google che OpenAi basano i loro bot su un software di generazione del testo che, per quanto eloquente, è incline a produrre falsità e può replicare il linguaggio sgradevole che trova online. La necessità di limitare questi difetti, insieme alla difficoltà di aggiornare questi tipi di software con nuove informazioni, rappresenta una sfida per le speranze di costruire nuovi prodotti efficaci e redditizi sulla base della tecnologia, oltre che per la possibilità che i chatbot reinventino la ricerca sul web.

Cosa sappiamo su Bard

Nonostante non abbia annunciato piani per integrare Bard nella funzione di ricerca di Google – che è alla base dei profitti dell’azienda – Pichai ha illustrato un uso innovativo, seppur prudente, della tecnologia Ai che alimenta il nuovo chatbot dell’azienda, che ha lo scopo di migliorare le ricerche tradizionali. Nel caso di domande per le quali non esiste una risposta univoca, Google sarà infatti in grado di sintetizzare una risposta che riflette opinioni divergenti.

Per esempio, alla domanda “È più facile imparare il pianoforte o la chitarra?“, la risposta sarà “Alcuni sostengono che il pianoforte sia più facile da imparare, perché i movimenti delle dita e della mano sono più naturali… Altri dicono che è più facile imparare gli accordi con la chitarra“. Pichai ha fatto sapere anche che Google ha in programma di mettere la tecnologia alla base di Bard a disposizione degli sviluppatori attraverso un’Api – come sta facendo OpenAi con ChatGpt – ma non ha fornito una tempistica.

Minaccia al predominio di Google

L’entusiasmo ispirato da ChatGpt ha generato speculazioni sull’eventualità che, dopo anni, Google si trovi per la prima volta a fare i conti con una minaccia credibile alla sua supremazia nel settore della ricerca sul web. Il 7 febbraio Microsoft, che recentemente ha investito circa 10 miliardi di dollari in OpenAi, terrà un evento aperto alla stampa dedicato a ChatGpt, in occasione del quale secondo le indiscrezioni potrebbe presentare nuove funzionalità per il motore di ricerca dell’azienda, Bing. Poco dopo l’annuncio di Google, Sam Altman, amministratore delegato di OpenAi, ha twittato una foto con Satya Nadella, suo omologo di Microsoft.

Dopo essere stato lanciato in sordina da OpenAi lo scorso novembre, ChatGpt è diventato un fenomeno virale. La sua capacità di rispondere a domande complesse in modo apparentemente chiaro e coerente ha fatto sognare a molti utenti l’arrivo imminente di una rivoluzione nel mondo dell’istruzione, delle aziende e nella vita di tutti i giorni. Alcuni esperti di intelligenza artificiale tuttavia sono più cauti, dal momento che lo strumento non è in grado di comprendere le informazioni che gli vengono fornite ed ha la tendenza a inventare fatti.





[Fonte Wired.it]