Poi, la follia si spostò verso il Bataclan, dove più di mille persone assistevano al concerto degli Eagles of Death Metal. Tre uomini armati irruppero nella sala e aprirono il fuoco sulla folla. Le urla, la corsa verso le uscite, gli ostaggi, le telefonate senza risposta. All’interno del locale, 90 persone furono uccise. Venti minuti dopo la mezzanotte le forze speciali entrarono e neutralizzarono gli attentatori.
Fu un attacco coordinato che provocò 130 morti e oltre 350 feriti in tutta la città. Parigi piombò in uno specie di assedio, la Francia dichiarò lo stato d’emergenza nazionale. L’Europa si scoprì vulnerabile. Ma per Georges Salines, quella notte non fu solo una tragedia collettiva, fu la frattura intima di una vita.
Dalla perdita alla fraternità
“Il ricordo di Lola oggi, come tutti i giorni da dieci anni, è qualcosa di molto presente. Non ho mai dimenticato mia figlia”, dice. La voce di Georges è calma, precisa, come quella di chi ha imparato a convivere con il dolore senza lasciarsene travolgere. “Sono infinitamente dispiaciuto che non sia più al mio fianco. Sono triste che la sua vita sia stata così corta, ma sono riuscito a ricostruire la mia vita con questo ricordo, intorno a questo ricordo e a fianco di questo ricordo. Ho potuto fare posto agli altri e alle cose felici della mia vita”.
Dopo la morte di Lola, Salines — medico di professione — sceglie di trasformare la ferita in azione. Fonda l’associazione 13onze15: Fraternité et Vérité, che riunisce i familiari e le vittime degli attentati del 13 novembre. Un luogo di memoria, ma anche di impegno civile. “Non volevo che ciò che è accaduto quella sera venisse trasformato in una scusa per odiare i musulmani”, spiega. “La parola fraternità è sicuramente quella più difficile da rispettare e per questo è anche la più importante”.
Col tempo, quell’idea si è trasformata in una rete viva di sostegno e solidarietà. “Oggi vivo con ottimismo — racconta — perché siamo riusciti a costruire in Francia qualcosa di molto positivo, con un movimento associativo dinamico e generoso. Proprio nei giorni scorsi, a Parigi, c’è stata una corsa e una marcia organizzata dall’Associazione francese delle vittime. È stato un bell’evento che ha mobilitato migliaia di persone e ha occupato le strade di Parigi tutto il giorno, un grande successo”.



