Bruce Wayne/Batman, il suo lottare non solamente contro la Setta delle Ombre, ma contro sé stesso, le proprie paure, le proprie imperfezioni, è portato avanti da un Christian Bale che sa donarci tutta la straordinaria etica, l’adamantina moralità, in virtù della quale il Cavaliere Oscuro non passa mai il limite, non può farlo. Lottare contro il crimine significa rifiutarne la logica sanguinaria, quella che Ra’s al Ghul utilizza senza rendersi conto che così facendo, non permette mai al mondo di cambiare veramente. Vero e proprio colossal nella seconda parte, Batman Begins unisce in sé l’autorialità più palese, con elementi del neo-noir, cyberpunk, l’action di arti marziali orientale, con la ricchezza dei mezzi della Hollywood più muscolare. Un altro elemento che poi diventerà una costante nel cinema di Christopher Nolan. Poi c’è Michael Caine, il suo Alfred, l’altra rivoluzione voluta da Nolan, in un film dove la paternità è un tema sotterraneo, visto che da mera figura di contorno, ora diventa consigliere, ha un ruolo incredibilmente più attivo, che poi verrà amplificato nel secondo e anche terzo episodio.
Ma già qui si pongono la basi per il suo rappresentare il timone morale, quell’insieme di valori in virtù dei quali Bruce Wayne non può mai e poi mai rinunciare ad uno standard, nel momento in cui indossa la maschera e diventa chi è veramente, cioè Batman. Batman Begins, in quanto origin story, ha tutto il fascino insito in tale tipo di narrazione: la creazione dell’eroe, le sue regole, la vestizione, l’impatto che ha nell’ambiente circostante. Ma non si può negare che Nolan ovviamente lo utilizzi per parlarci di temi a lui cari: il doppio, la maschera, l’angoscia della scelta, tenebra e luce, le paure, il difficile rapporto con il proprio passato e quanto esso ci possa influenzare. Successo clamoroso al botteghino, benedetto dalla critica, adorato dai fan del personaggio, Batman Begins ha cambiato completamente le regole del cinecomic, seguendo ed evolvendo il percorso tracciato da Tim Burton, Richard Donner, Sam Raimi e Byran Singer. Ma più ancora, Batman Begins ha stabilito non solo uno standard visivo e di atmosfera, ripreso poi da Todd Philips per il suo Joker, da Matt Reeves per il suo Batman o da Zack Snyder per Watchmen.
Il cinecomic da quel momento può smettere di essere succube del fumetto, a favore però di un’approfondimento semantico, che rimette l’eroe al centro e la sua personalità, il suo percorso. Fatto ancora più importante, il genere da questo momento sarà maggiormente legato anche al realismo, o comunque si staccherà dalla sospensione dell’incredulità tout court, diventerà maggiormente metafora del mondo reale in cui viviamo, della società, dei suoi drammi e criticità. Negli anni a venire, con l’inizio dell’impero Marvel, la confusione che si impadronirà della Warner Bros. e il fallito ciclo di Zack Snyder, la trilogia di Christopher Nolan (e questo primo capitolo in particolare) diventeranno ancora più preziosi. Ad oggi, dopo vent’anni, Batman Begins è ancora un gioiello, uno dei punti più alti toccati dal genere, tanti alti che la stessa Trilogia ad oggi secondo molti è addirittura qualcosa di diverso da un cinecomic, quanto vero cinema autoriale. Il che basta ed avanza a far comprendere l’impatto che ha avuto questo film, e che continua ad avere anche oggi, anche se il genere pare destinato all’estinzione.