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Batterio nelle gengive che può arrivare fino al cuore, come riesce ad ingannare le difese immunitarie

da | Mag 13, 2025 | Tecnologia


La salute della bocca e quella del cuore sono strettamente connesse. A confermarlo sono stati oggi i ricercatori dell’Università di Hiroshima che, nel loro nuovo studio pubblicato sulla rivista Circulation, hanno scoperto come un batterio che si nasconde nelle gengive, chiamato Porphyromonas gingivalis (P. gingivalis) riesca a infiltrarsi nel flusso sanguigno fino a raggiungere cuore. Lì, secondo i ricercatori, provoca una serie di danni che aumentano il rischio di un disturbo del ritmo cardiaco, la fibrillazione atriale.

Dalla bocca al cuore

Da tempo sappiamo che le persone con parodontite, una forma comune di malattia delle gengive, sembrano essere più predisposte a problemi cardiovascolari. Secondo una recente analisi, per esempio, la parodontite è associata a un rischio maggiore del 30% di sviluppare la fibrillazione atriale, che a sua volta può portare a ictus, insufficienza cardiaca e altre complicazioni potenzialmente letali e i cui casi a livello globale sono quasi raddoppiati in meno di un decennio, passando da 33,5 milioni nel 2010 a circa 60 milioni nel 2019. La possibile causa di questo significativo aumento, secondo alcune analisi, sarebbe l’infiammazione. In particolare, i segnali chimici che rilasciano le cellule immunitarie per fermare l’infezione nella bocca potrebbero penetrare anche nel flusso sanguigno, alimentando un’infiammazione sistemica che può danneggiare organi come, appunto, il cuore.

Gengive, la porta d’ingresso al cuore

Secondo il nuovo studio, tuttavia, l’infiammazione potrebbe non essere l’unica possibile causa. Per capire in che modo P. gingivalis riesca ad arrivare al cuore, i ricercatori hanno osservato un gruppo di topi infettati con il batterio e un gruppo di topi in buona salute per 12 e 18 settimane. Dalle analisi, è emerso che alla 18esima settimana i topi con il batterio nelle gengive avevano un rischio di 6 volte maggiore di sviluppare aritmie cardiache, e una probabilità di fibrillazione atriale del 30% rispetto al 5% nel gruppo di controllo. Oltre ai danni della parodontite, come carie e i microascessi, i ricercatori hanno osservato che P. gingivalis era riuscito ad arrivare nell’atrio sinistro del cuore, dove il tessuto infetto era diventato rigido e fibroso. In un successivo studio clinico, i ricercatori hanno confermato questi risultati: analizzando il tessuto cardiaco di 68 pazienti con fibrillazione atriale, hanno trovato P. gingivalis nel cuore e in quantità maggiori in chi aveva una parodontite grave.

Prevenire le malattie gengivali

P. gingivalis ha una notevole capacità di nascondersi all’interno delle cellule, e ciò suggerisce che può facilmente ingannare le difese immunitarie e innescare un’infiammazione sufficiente a causare danni, senza essere distrutto. “P. gingivalis invade il sistema circolatorio attraverso le lesioni parodontali e si trasferisce nell’atrio sinistro, dove la sua carica batterica è correlata alla gravità clinica della parodontite. Una volta nell’atrio, esacerba la fibrosi atriale, con conseguente maggiore inducibilità della fibrillazione atriale”, ha concluso Shunsuke Miyauchi, tra gli autori dello studio. “Pertanto, il trattamento parodontale, che può bloccare la via di accesso al trasferimento di P. gingivalis, può svolgere un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento della fibrillazione atriale”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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