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Si sono concluse le operazioni di recupero delle sei vittime rimaste intrappolate nello yacht Bayesian, affondato a largo di Palermo il 19 agosto 2024. Ora gli investigatori stanno concentrando la loro attenzione sulle cause del naufragio dell’imbarcazione del tycoon inglese Mike Lynch. Sebbene la causa principale dell’affondamento dell’imbarcazione sia stata la violenta tromba d’aria con venti fino a 150 chilometri orari che lo ha colpito nelle prime ore del mattino del 19, gli inquirenti stanno anche vagliando l’ipotesi di una catena di errori umani che non avrebbe impedito la tragedia.

Le indagini

La Procura di Termini Imerese, guidata dal pubblico ministero Ambrogio Cartosio, ha aperto un’inchiesta per naufragio colposo contro ignoti. Le indagini si stanno focalizzando su diversi aspetti critici delle ultime ore del Bayesian, tra cui le modalità e i tempi con cui il veliero ha iniziato ad imbarcare acqua, la possibile apertura di boccaporti vulnerabili e le azioni intraprese dall’equipaggio, incluse eventuali manovre di emergenza. Il recupero della scatola nera dell’imbarcazione, che si trova ora sul fondale, a 51 metri, sarà fondamentale per far luce sulle effettive cause del naufragio e sulle responsabilità dell’accaduto.

Ad ogni modo, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero emersi diversi potenziali errori umani che avrebbero contribuito al disastro dell’imbarcazione dei cantieri Perini Navi, rinomata per il suo albero maestro in alluminio, che aveva il record di altezza, con i suoi 75 metri. In particolare, la deriva mobile, una componente degli yacht e delle imbarcazioni a vela progettata per migliorare le prestazioni in acqua della barca, risultava parzialmente alzata, il che potrebbe aver compromesso la stabilità dello scafo. Inoltre, alcuni portelloni lasciati incautamente aperti potrebbero aver permesso un rapido ingresso d’acqua, accelerando l’affondamento. Magari anche a causa di un presunto malfunzionamento del sistema di sigillatura dei boccaporti e degli accessi interni. In fine gli investigatori hanno notato che i motori dello yacht erano spenti al momento dell’incidente.

Le autorità italiane stanno collaborando con quelle britanniche nelle indagini, dato che lo yacht batteva bandiera del Regno Unito. Parallelamente, infatti, è in corso un’inchiesta da parte del Marine accident investigation branch del Regno Unito. Giovanni Costantino, amministratore delegato di The Italian Sea Group, l’azienda che possiede i cantieri Perini Navi, ha dichiarato che l’imbarcazione era “assolutamente sicura” e che l’equipaggio avrebbe dovuto avere il tempo di evacuare i passeggeri, ma qualcosa è andato storto.



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