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giovedì, Mar 12

Bce, il piano per gestire l’emergenza coronavirus



Da Wired.it :

Lagarde non ha puntato su un taglio dei tassi, ma ha preferito immettere liquidità nel sistema bancario con maxi prestiti e un qe aggiuntivo da 120 miliardi

(Photo by Tolga Akmen – WPA Pool/Getty Images)

La pandemia per la diffusione del coronavirus sta mettendo in ginocchio l’economia globale e le banche centrali stanno rispondendo, tentando di scongiurare una crisi dagli effetti potenzialmente devastanti. I primi a correre ai ripari sono stati la Federal Reserve degli Stati Uniti e la Banca d’Inghilterra che, nei giorni scorsi, hanno deciso di tagliare i tassi. Adesso è la volta della Banca centrale europea che, invece, ha pensato di percorrere un’altra strada: lancio di nuove aste di liquidità per le banche, parametri meno stringenti per l’assegnazione di denaro, programma d’acquisto dei titoli da 120 miliardi e nuovi criteri di vigilanza sugli istituti di credito. Una decisione che la governatrice Christine Lagarde ha preso per permettere all’Europa di affrontare una crisi  che “rischia di pesare come la grande recessione del 2008”. 

Il nuovo piano

A differenza delle altre banche centrale, la Lagarde ha dovuto trovare un altro piano di aiuti. Non era possibile procedere con un taglio dei tassi poiché, nell’eurozona, sono già ampiamente negativi (come il tasso dei sui depositi che è al – 0,5o%). La Bce ha pensato, quindi, di puntare sulla distribuzione alle banche di maxi prestiti Tltro – cioè prestiti di natura quadriennale erogati alle banche dell’eurozona – così da dare “immediato sostegno alla liquidità del sistema finanziario, ha spiegato sempre la governatrice in teleconferenza.

Un’operazione che mira a essere un’ancora di salvataggio nel caso di tensioni sul mercato o di scarsa liquidita, anche se “queste circostanze non si sono ancora verificate”, ha proseguito. Dopo giugno 2020, inoltre, partiranno anche le nuove aste di liquidità che puntano a favorire il “credito bancario a chi ha subito più gli effetti del coronavirus cioè le piccole e medie imprese”. Le banche, dopo questa ulteriore immissione di liquidità, riusciranno a concedere prestiti a un tasso di finanziamento molto basso (25 punti base sotto li livello delle operazioni di rifinanziamento principale che, oggi, è a zero) e saranno premiate se manterranno alto il livello delle erogazioni.

Ma la misura più importante è sicuramente il Qe aggiuntivo (Quantitative easing) di 120 miliardi di euro per tutto il resto del 2020. La Bce ha quindi l’intenzione di supportare, stanziando questa cifra, un piano di acquisti mirato ai titoli del settore privato. Infine, verranno rinviati al 2021 gli stress test delle banche e i criteri di vigilanza sull’operatore degli istituti saranno meno rigidi per garantire, così come ha sottolineato la governatrice Lagarde, “flessibilità operativa così da adempiere al proprio ruolo nei finanziamenti all’economia reale nel momento in cui emergono gli effetti economici del coronavirus”.

Le reazioni dei mercati

Dopo la conferenza della governatrice della Bce, i mercati hanno iniziato a reagire al nuovo piano di aiuti. Parigi ha toccato un calo dell’11%, mentre Milano e Francoforte hanno perso il 10%, Londra, invece, il 9%. Lo spread ha toccato quota 250 punti, come non accadeva dal giugno 2019 e a Piazza Affari, l’indice Ftse Mib ha visto calare drasticamente alcuni titoli.

Non è andata bene neanche a Wall Street dove il Dow Jones perde il 9,19%, il Nasdaq cede l’8,18% e l’indice S&P, dell’agenzia di reatini Standard & Poor, perde l’8,19. Una reazione affatto positiva con forti oscillazioni in tutti i mercati mondiali: il mancato taglio ai tassi, sostituito da maxi prestiti e controlli meno rigidi, ha creato incertezza.“Il coronavirus – spiega in merito Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce – si sta dimostrando uno shock significativo per le nostre economie. Le banche devono essere in grado di continuare a finanziare famiglie e imprese in difficoltà temporanee”. Le nuove misure, prosegue Enria, hanno l’obiettivo di sostenere le banche nel servizio all’economia e nel far fronte alle sfide operative, compresa la pressione sul proprio personale”.

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[Fonte Wired.it]