Bere troppa acqua fa davvero male? Dopo le parole del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida durante Slow Wine Sana a Bologna è necessario fare chiarezza. Non si possono mettere le caratteristiche dell’acqua e quelle del vino, o delle bevande alcoliche in generale, sullo stesso piano. L’alcol – è dimostrato – è una molecola nociva sempre, anche in piccole quantità. L’acqua, semplicemente, no. Eppure, è vero: ci sono alcuni casi (molto rari) in cui anche l’acqua può dare dei problemi. Ma dipende dalla quantità e anche dalle nostre condizioni di salute. Il fenomeno è noto come over-idratazione o intossicazione da acqua. Ecco cosa c’è da sapere.
Quanta acqua si deve bere al giorno?
Non c’è una risposta uguale per tutti a questa domanda. Per una persona adulta, in generale, il consiglio è quello di consumare 8 bicchieri di acqua al giorno, quindi circa 2 litri. Tuttavia le esigenze possono cambiare a seconda, per esempio, della stagione (in estate meglio bere di più) o dell’attività fisica che si svolge durante la giornata. Le donne incinte, poi, hanno bisogno come minimo di 2 litri di acqua al giorno. Un buon indicatore per capire se si è sufficientemente idratati è far caso alla propria diuresi: se si beve quando si è assetati e le urine sono di colore simile al tè, allora, probabilmente, si sta facendo bene.
Esiste il rischio di bere troppa acqua?
“Come Società italiana di nefrologia (Sin) ci preme sottolineare che non deve passare il concetto che l’acqua faccia male”, ha commentato a Wired Luca De Nicola, presidente della Sin. “Se una persona ha una funzionalità renale normale, anche bere 4-5 litri di acqua, tè o tisane, al giorno non causa problemi, perché i reni sono organi ‘intelligenti’ e, se in salute, sono in grado di sostenerlo e di eliminare i liquidi in eccesso mantenendo l’equilibrio elettrochimico dell’organismo”. Anzi, a volte – aggiunge il medico – aumentare un po’ l’assunzione di acqua può anche aiutare a ridurre ritenzione idrica e inestetismi come la cellulite.
“La cosiddetta intossicazione da acqua esiste, ma è una condizione estremamente rara, che si verifica soprattutto in pazienti che sono affetti da insufficienza renale, quindi che hanno reni che non funzionano come dovrebbero, o da un disturbo psichiatrico che prende il nome di potomania, o polidipsia psicogena, e che li spinge a bere quantità di acqua spropositate rispetto al fabbisogno dell’organismo, anche 20 litri al giorno”, continua De Nicola.
Come spiega l’esperto, l’intossicazione da acqua si manifesta soprattutto nausea e vomito e disturbi neurologici, per esempio confusione, astenia, senso di sbandamento, che sono causati da una diminuzione della concentrazione di sodio nel sangue che fa gonfiare le cellule e impedisce il corretto funzionamento.
“Voglio ribadire che la disidratazione, quindi bere troppa poca acqua, è un rischio molto, molto più frequente dell’over-idratazione”, conclude De Nicola. “Oltretutto con i cambiamenti climatici in corso l’Italia per diversi mesi l’anno assomiglia a una regione subsahariana, colpita da ondate di calore estremo e livelli di umidità altissimi. Tali condizioni ambientali favoriscono la sudorazione, la perdita di liquidi, che devono pertanto essere reintrodotti: dovremmo abituarci tutti a bere più acqua dei canonici due litri, soprattutto in estate, e anche a mangiare leggermente più salato”.



