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lunedì, Gen 18

Biden vuole bloccare la costruzione del colossale gasdotto Keystone



Da Wired.it :

Nel suo primo giorno in carica, secondo il network canadese Cbc Biden revocherà i permessi di costruzione del gasdotto più discusso dell’ultimo decennio, che avrebbe attraversato le terre delle tribù indigene del Nebraska

(foto: JASON CONNOLLY/AFP via Getty Images)

A meno di due giorni dal suo insediamento, il presidente eletto Joe Biden ha già pronta una lista di ordini esecutivi per inaugurare la stagione di rottura con le politiche avviate dal presidente uscente Donald Trump. Tra questi si trova la revoca delle concessioni per la costruzione del gasdotto Keystone Xl, uno dei progetti più discussi in Nord America nell’ultimo decennio, che dovrebbe attraversare le terre indigene del Nebraska, partendo alla provincia canadese dell’Alberta.

Secondo fonti del network canadese Cbc, il nuovo presidente dovrebbe siglare dodici ordini esecutivi già dal suo primo giorno: tra questi ci sarebbe il fondamentale rientro degli Stati Uniti negli accordi di Parigi sul clima, la revoca delle restrizioni di viaggio per i paesi a maggioranza musulmana e l’obbligo di utilizzo delle mascherine sanitarie per almeno 100 giorni, in determinate circostanze.

Già bloccato dall’ex presidente Barack Obama durante i suoi due mandati, quando Biden era vicepresidente, il progetto era stato autorizzato da Trump nel 2019. Il gasdotto Keystone è pensato per portare petrolio grezzo dal Canada alle raffinerie degli Stati Uniti. Tre sezioni sono già in fase di completamento negli stati dell’Illinois, Oklahoma e Texas. La quarta, denominata Keystone Xl, dovrebbe attraversare il Nebraska, ma ha incontrato l’opposizione dei gruppi ambientalisti per il suo elevato impatto ambientale, e del Native Americans Rights Round, un’organizzazione che riunisce i rappresentati dei nativi d’America, per la violazione degli accordi sulla gestione delle terre riconosciute come patrimonio delle tribù indigene.

Lo scorso 17 novembre, la tribù dei Rosebud Sioux e la comunità indiana di Fort Belkna avevano agito con una causa federale contro il Dipartimento degli interni degli Stati Uniti e contro l’Ufficio per la gestione delle terre,per bloccare i permessi del Keystone Xl. Secondo i comitati indigeni, le autorità non avrebbero consultato le tribù residenti nella zona prima di avviare il progetto, come prescritto dalla legge e dal Dipartimento degli interni. Inoltre, l’Ufficio per la gestione delle terre non avrebbe ottemperato all’obbligo di tutela delle risorse naturali e dei territori dei nativi, e il governo non avrebbe proceduto nemmeno alla valutazione di una rotta alternativa per il gasdotto. I comitati hanno sottolineato anche come l’impatto del progetto potrebbe mettere in pericolo la salute e il welfare delle tribù presenti nella zona, in particolare rispetto all’inquinamento delle falde acquifere.

Biden si era già espresso in maniera contraria alla realizzazione del gasdotto durante la campagna elettorale e stando ai retroscena sembra determinato a mantenere la parola data, in linea con gli obbiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra contenuti nel suo programma.

Il Canada ha espresso invece preoccupazione rispetto a questa notizia. Sia l’ambasciatrice canadese negli Stati Uniti, Kristen Hillman, che il primo ministro dello stato dell’Alberta, Jason Kenney, hanno sottolineato come il progetto sia drasticamente cambiato in ottica ecologica rispetto alla sua prima proposta. Una posizione sostenuta anche dall’impresa incaricata della costruzione, la Tc Energy Corp, che avrebbe assicurato il raggiungimento di zero emissioni entro il 2023 e la conversione all’utilizzo di sole fonti rinnovabili entro il 2030. Inoltre, secondo Kenney, la revoca delle concessioni del progetto porterebbe alla perdita di posti di lavoro e comporterebbe un indebolimento delle relazioni Canada-Stati Uniti, andando anche a minare la sicurezza nazionale statunitense, rendendo il paese più dipendente dalle importazioni di petrolio dai paesi dell’Opec.

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[Fonte Wired.it]