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venerdì, Mar 10

Bio-on, seconda vita: via libera a Maip



Da Wired.it :

Una seconda vita per Bio-on, l’ex unicorno della bioplastica. Il tribunale di Bologna ha dato il “visto si stampi” all’acquisizione da parte di Maip, gruppo di Settimo torinese specializzato nello stesso campo. Con l’omologa dei giudici emiliani alla proposta dell’azienda piemontese, che ha convinto creditori e curatori fallimentari, si chiude l’iter per rimettere sui binari la startup fondata nel 2007 da Marco Astorri e Guido “Guy” Cicognani” per sviluppare tecnologie nel settore delle bioplastiche da polimeri poliidrossialcanoati (Pha), arrivata nel 2018 a una capitalizzazione di un miliardo di euro, che le era valso il titolo di unicorno, e finita nel 2019 sotto attacco di un fondo speculativo, che ha ha scatenato un’indagine della procura di Bologna, l’azzeramento dei vertici e il fallimento.

Di quella stagione non rimane che un pallido spettro, con personale ridotto all’osso e impianti fermi, finiti a un certo punto nel radar del ministero dello Sviluppo economico per la produzione di vaccini. Ora a Maip la regia del nuovo capitolo della storia di Bio-on. 

Il caso:

  1. L’operazione
  2. Chi è Maip
  3. Il ritorno di Marco Astorri

L’operazione

Al timone c’è Haruki spa, società controllata al 75% da Maip Compounding srl e al 25% da Plastotecnica srl (entrambe società appartenenti al Gruppo Maip). Si tratta quindi di un veicolo nato ad hoc per l’acquisizione di Bio-on. Haruki (nome giapponese che sta per rinascita ma è anche un omaggio allo scrittore Hakuri Murakami, amato dal fondatore di Maip, Eligio Martini) in pancia ha una dote di 20 milioni, che servono a realizzare le promesse del progetto concordatario. Ossia ripristinare gli impianti di Castel San Pietro e farli ripartire. Ora serviranno dei tempi tecnici per concludere le operazioni di acquisto e passaggio delle chiavi dal team dei curatori fallimentari Luca Mandrioli e Antonio Gaiani, a Maip. Tra questi, la notifica alla presidenza del Consiglio per l’esercizio del golden power (la disciplina sul controllo delle operazioni di acquisto di aziende ritenute critiche) dato che i biodigestori di Bio-on ne fanno un impianto strategico a livello nazionale.

Sul piatto, oltre alla provvista di denaro per gli investimenti, il gruppo piemontese ha messo un piano quinquennale. Obiettivo: sintetizzare i Pha da scarti agricoli o sottoprodotti agro-industriali (come canna da zucchero, barbabietola, glicerolo da biodiesel). Usando la tecnologia sviluppata da Bio-on. Lo scorso settembre l’intervento di Maip ha bloccato la spirale di aste per piazzare Bio-on al miglior offerente, andate tutte regolarmente deserte. Dal primo bando di maggio 2021, base d’asta 95 milioni, il valore è sceso ai 13,4 milioni dell’ultimo appello, l’ottavo, in programma il 14 settembre scorso e sospeso proprio per l’arrivo della lettera di Maip.

Chi è Maip

Maip ha esperienza nel settore. Nasce nel 1987, aggregando attività iniziate nel 1962. Alle spalle ci sono le famiglie Martini e Nicola. Al timone, nella doppia veste di amministratore delegato e presidente, c’è Eligio Martini. Maip sviluppa compound plastici, ossia delle formulazioni attraverso la miscela di diversi polimeri, che invece sono il prodotto di Bio-on. Il gruppo, sede a Settimo Torinese, ha chiuso il 2021 con un giro d’affari di 11,8 milioni e un utile di 877.858 euro, in aumento rispetto ai 706.648 euro del 2020, e questo nonostante un periodo nero a causa del lockdown e dei riflessi sull’industria dell’auto, principale cliente della società. 



[Fonte Wired.it]