A uno sguardo distratto possono sembrare identici a tutti gli altri notebook, ma i portatili da gaming presentano in realtà alcuni tratti peculiari che permettono di distinguerli in maniera netta dai “fratelli” che si muovono tra semplici attività quotidiane e giornate trascorse tra scuola e ufficio. Solitamente caratterizzati da display di dimensioni generose – quasi nessuno vuole giocare in piccolo – i laptop da gioco propongono configurazioni che puntano tutto sull’accoppiata cpu/gpu, affiancandola a generose dotazioni di ram e a spazi di archiviazione che devono essere al tempo stesso capienti e veloci. Importante anche la tastiera, che deve essere scattante, reattiva, e catturare ogni input con la massima precisione, e fondamentale il sistema di raffreddamento, che deve fare in modo che la componentistica interna sia sempre al fresco per evitare rischi di surriscaldamento che possono ridurre le performance e, in casi estremi, causare danni permanenti. Da non sottovalutare nemmeno la connettività, che deve muoversi a 360 gradi, tra ingressi vari e moduli wireless per il collegamento wifi per permettere di giocare davvero ovunque. E poi, c’è l’estetica. Inserti luminosi, linee smussate, qualche logo sparso qua e là: tutti tocchi che donano personalità extra e che aiutano a distinguersi dalla massa.
Infine, due tratti distintivi segnati con la matita rossa. Il primo è il peso, ben sopra la media, che arriva a superare i 4 Kg in alcuni modelli. Il secondo è l’autonomia con batterie interne che, pur con la massima ottimizzazione, non possono fare miracoli a fronte di una mole di dati abnorme da caricare e processare, e che tendono di conseguenza a esaurire la loro carica nel volgere di qualche ora.



