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Blackout in Portogallo, il racconto in diretta da Lisbona

da | Apr 29, 2025 | Tecnologia


Bancomat fuori uso, semafori spenti, ascensori bloccati, persone chiuse in casa o fuori perché incapaci di aprire portoni azionati elettronicamente. Le sirene suonano in continuazione, all’inizio. Poi più nulla.

Alcune luci sono accese, come le insegne di una farmacia e quella di un parcheggio sotterraneo. Chiedo ad un signore che sta uscendo. Funziona, dice.

14:30 — La città è tranquilla. Forse è il carattere dei portoghesi, penso. Le TV sono spente, qualcuno ascolta la radio dalla macchina. Nessuno sembra essere nel panico adesso, anzi molti sembrano divertiti. La sensazione è che tutto tornerà come prima molto presto. Eppure le luci sono ancora spente. E se invece durasse di più? Sarebbe il caos, dice un signore accanto a me. Questa è la guerra, è un attacco, dice un altro.

Per rientrare a casa dovrò bussare al vicino. Ho il tre percento di batteria. Le email non si aprono. Non riesco ad accedere al sito di Wired. WhatsApp va a colpi, alcuni allegati non sono stati spediti.

15:00 — Sono passate più di tre ore dall’inizio del black out.

Scrivo ai miei familiari per rassicurarli. Mio fratello è un medico, mi chiedo cosa stia succedendo negli ospedali portoghesi. Mi vengono in mente i racconti di un amico palestinese che parlava della sua famiglia bloccata a Gaza senza elettricità. Per loro questa è la normalità.

Prima di tornare da Pedro per mangiare qualcosa, dice che è ora del barbecue che aveva promesso. Mi presta 100 euro in contanti, non si sa mai.

Realizzo solo ora che posso caricare il telefono attaccandolo al Mac con un cavo. Decido che queste sono le ultime parole che scrivo, mando video e foto al direttore. Mi serve batteria, in fondo non so quanto durerà tutto questo.

Ho un volo dopodomani, chissà se partirà. Ho cancellato tutte le call di lavoro in programma per oggi. Non ricevo più le e-mail, eppure Whatsapp ancora funziona, anche se a colpi.

La porta di casa è tenuta aperta da un sanpietrino, così gli inquilini dei BnB del palazzo possono entrare e uscire liberamente. In ogni caso mi ero messo d’accordo con i vicini, avrei bussato forte alla loro finestra e mi avrebbero aperto da dentro. C’è ancora un tasto meccanico sulla serratura, quello apre anche se l’interruttore non va.

15:30 — Basta poco per ricordarci la fragilità di un sistema totalmente dipendente dall’elettricità anche per le cose più basilari. È difficile non immaginare come questo potrebbe essere utilizzato in uno scenario di guerra, o anche solo di tensione geopolitica. Questioni note da tempo, ma ignorate.

Curiosamente, un paio di settimane fa un amico era stato mio ospite e avevamo parlato di cosa sarebbe successo se fosse saltata l’elettricità. In quei giorni avevo anche mandato una proposta ad un agente letterario in cui i blackout sono uno degli elementi centrali della trama. Era l’idea di un romanzo distopico. Me lo immaginavo diverso però. O forse è solo troppo presto per dirlo.

Scrivo su carta i numeri di telefono delle persone più vicine. Esco di casa e mi incammino verso il baebecue improvvisato di Pedro al bordo strada.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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