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giovedì, Feb 27

Blockchain, a lezione dai Simpson (e da altre serie tv)



Da Wired.it :

L’episodio “Frinkcoin” spiega il funzionamento della tecnologia legata ai bitcoin. Ma non è la prima volta. Ecco tutte le occasioni in cui la tv se n’è occupata (bene)

Una foto dall’episodio Frinkcoin dei Simpson’s

Se ancora vi sfugge cosa sia la blockchain, avete un’occasione per rifarvi con dei maestri d’eccezione: i Simpson. Proprio così, gli irresistibili omini gialli della tv, che non sono nuovi a incursioni pop nella cultura e nell’economia, nell’episodio Frinkcoin (stagione 31, episodio 13), andato in onda qualche giorno fa, spiegano con parole loro uno dei totem tecnologici dell’ultimo decennio: la blockchain. Lisa sta compilando un saggio sul professor Frink, lo scienziato di Springfield, che ha creato una sua criptovaluta il Frinkcoin (tanto da superare mister Burns come uomo più ricco in città).

Per spiegare a Lisa il funzionamento delle criptovalute, Frink avvia un video, che ha per protagonista la versione simpsoniana di Jim Parson (lo Sheldon di The Big Bang Theory). “Abbiamo bisogno di un registro per le criptovalute – spiega l’alter ego di Parson – che registri ogni transazione. Queste sono registrate in quello che chiamiamo ledger (libro mastro) distribuito”. In quell’istante il registro, fattosi cartoon, intona una canzoncina nella quale spiega il suo funzionamento: “I’m a consensus of shared and synchronized digital data / spread across multiple platforms from Shanghai to Grenada. / Each day I’m closer to being cash of the future / Not in your wallet, I’m in your computer” (Traduzione: “Sono un registro consensuale di dati digitali, condivisi e sincronizzati, che circolano su molteplici piattaforme da Shangai a Granada. Ogni giorno sono sempre più il denaro del futuro. Non nel tuo portafogli, ma nel tuo computer”).

La parola torna poi a Parson: “Quando usi la valuta, la transazione viene registrata nel libro mastro, e quando un libro mastro viene riempito, lo aggiungiamo a una catena di libri precedenti: quella è la blockchain”. Nel tutorial appare anche un testo che precisa ulteriormente le cose (anche se alla maniera dei Simpson’s).

L’incursione dei Simpson’s nell’universo delle criptovalute non è la prima: la prima citazione risale al dicembre 2013 in un dialogo tra Crusty il clown e Lisa. E non sono neppure gli unici: cartoon e serie tv se ne sono occupati spesso e volentieri.

Bitcoin for dummies

Il 15 gennaio 2012 i bitcoin finiscono anche al centro della popolare serie tv The Good Wife, nell’episodio Bitcoin For Dummies che ruota attorno a Mr Bitcoin (Jason Biggs) e affronta il tema delle criptovalute, in un momento in cui il bitcoin valeva poche centinaia di euro. Tant’è che l’avvocato Will (Josh Charles), uno dei protagonisti della serie, chiede alla sua socia Diane (Christine Baranski): “Ma non ci pagheranno mica in bitcoin, vero?”.

A seguire i bitcoin hanno fatto capolino anche in The Big Bang Theory con l’episodio The Bitcoin Entanglment (Il groviglio bitcoin, episodio 11, stagione 9), in Mr Robot, nella serie StartUp, che narra proprio le vicissitudini della creazione di una criptovaluta che fa gola alla criminalità, e in Billions, dove si è materializzato anche un ledger wallet nano (un dispositivo in grado di custodire le criptovalute offline).

Un’altra spiegazione su come funziona la blockchain è fornita nel 2015 in Csi: Cyber, lo spin-off tecnologico della prolifica serie tv sulla polizia scientifica americana. Nell’episodio Bit by Bit, che conclude la prima stagione, il tecnico della squadra Krumitz (Charley Koontz) illustra in due minuti in che modo la blockchain tiene traccia delle transazioni dei bitcoin e come queste non siano così anonime come si crede: un concetto che ancora oggi sfugge ai più.

Krumitz approfondisce l’argomento della detenzione di chiavi private e suggerisce che la persona che le detiene sia probabilmente l’assassino ricercato. L’occasione è buona per una spiegazione su come funziona la blockchain. Nella scena, l’attore ha fatto i compiti a casa. Il suo personaggio chiosa: “Il più grande malinteso su bitcoin è che è anonimo. Ecco perché è la valuta preferita nel deep web. È usato per finanziare gli affari della droga, i sicari, la tratta di esseri umani – ma in realtà non è così anonimo”. E se lo dice la tv…

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[Fonte Wired.it]