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venerdì, Mag 19

Blue Origin e il National Team si aggiudicano l’appalto per un secondo lander lunare

da Hardware Upgrade :

Le missioni Artemis si propongono non solo di riportare l’essere umano sulla Luna ma di avere una presenza stabile sul satellite naturale. Per farlo sono state programmate missioni con cadenza di una ogni due anni circa per una permanenza sulla superficie lunare di circa 30 giorni. La prima a raggiungere questo obiettivo sarà Artemis III non prima della fine del 2025 (ma potrebbe anche slittare).

Come sappiamo per Artemis III e Artemis IV verrà impiegato il lander lunare di SpaceX basato su Starship ma la NASA ha voluto bandire un altro contratto per avere un secondo lander lunare con struttura differente e quindi garantire una certa ridondanza operativa. Il risultato del bando è stato reso pubblico oggi con Blue Origin (società di Jeff Bezos, ex-Amazon) e il National Team che se lo sono aggiudicato. Il suo utilizzo avverrà a partire da Artemis V e sfrutterà anche il Lunar Gateway che sarà in orbita intorno alla Luna.

Blue Origin realizzerà il secondo lander lunare per Artemis

Secondo quanto riportato nella conferenza stampa e nel comunicato il lander, chiamato Blue Moon, è stato completamente rivisto rispetto a quello che era stato annunciato in precedenza con capacità superiori (seppur inferiori a Starship).

Il contratto a costo fisso (così da evitare incrementi dei costi durante lo sviluppo) dal valore di 3,4 miliardi di dollari prevederà progettazione, sviluppo ma anche test effettivi con una missione dimostrativa senza equipaggio sulla superficie lunare. Il tutto dovrà avvenire prima del 2029, quando la missione Artemis V si dovrebbe svolgere.

nasa lander

Il precedente concept per il lander lunare

Bill Nelson (amministratore della NASA) ha dichiarato “oggi siamo entusiasti di annunciare che Blue Origin costruirà un sistema di atterraggio umano come secondo fornitore della NASA per portare gli astronauti Artemis sulla superficie lunare. Siamo in un’età d’oro del volo spaziale umano, reso possibile dalle partnership commerciali e internazionali della NASA. Insieme, stiamo facendo un investimento nell’infrastruttura che aprirà la strada allo sbarco dei primi astronauti su Marte”.

Il National Team comprende, oltre a Blue Origin, anche Lockheed Martin, Draper, Boeing, Astrobotic e Honeybee Robotics. Come scritto, molte sono le caratteristiche che sono cambiate rispetto al primo lander lunare proposto dalla società di Jeff Bezos.

In particolare troviamo la possibilità di far arrivare un carico utile di 20 tonnellate (versione riutilizzabile, da e verso l’orbita lunare) e 30 tonnellate (versione spendibile, che rimarrà sul suolo lunare) sulla Luna. L’altezza è pari a 16 metri e funzionerà con la combinazione ossigeno-idrogeno liquidi, per la prima volta impiegata su questo genere di veicoli. Lo stesso Bezos ha scritto su Twitter “onorato di essere in questo viaggio con la NASA per far atterrare gli astronauti sulla Luna, questa volta per restare. Insieme, risolveremo il problema dell’ebollizione e renderemo LOX-LH2 una combinazione di propellente immagazzinabile, portando avanti lo stato dell’arte per tutte le missioni nello Spazio profondo”.

Avendo una massa complessiva maggiore sarà necessario utilizzare navette-cisterna in maniera simile a quanto sarà fatto con Starship. Le missioni del lander Blue Origin prevederanno rifornimenti dall’orbita bassa terrestre fino in orbita lunare (NRHO, la stessa impiegata dal Gateway) attraverso un sistema sviluppato da Lockheed Martin.

Gli astronauti (quattro complessivamente) raggiungeranno l’orbita lunare con un razzo SLS e la capsula Orion per poi attraccare al Lunar Gateway. A quel punto due astronauti passeranno dal Gateway al lander lunare per arrivare fino alla superficie nella zona del Polo Sud.

Lisa Watson-Morgan (programma HLS della NASA) ha dichiarato “avere due distinti progetti di lander lunari, con approcci diversi è il modo in cui soddisfano le esigenze delle missioni della NASA, fornisce maggiore robustezza e garantisce una cadenza regolare degli allunaggi. Questo approccio competitivo guida l’innovazione, riduce i costi e investe in capacità commerciali per far crescere le opportunità di business che possono servire altri clienti e promuovere un’economia lunare”.

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