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giovedì, Mag 21

Bonafede, il Senato respinge la mozione di sfiducia



Da Wired.it :

Il ministro si è difeso in aula, ripercorrendo gli incontri con il magistrato Di Matteo e spiegando le motivazioni dei provvedimenti di scarcerazione. Voto secondo le aspettative e, anche Italia Viva, dopo giorni di tentennamenti, decide di votare contro la mozione

(Photo by Simona Granati – Corbis/Getty Images)

È stata respinta con 160 voti contrari e 131 voti a favore la sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La mozione era stata presentata il 7 maggio, alla conferenza dei capigruppo al Senato, dai partiti di centrodestra Lega, Forza Italia e Fratelli dopo le dichiarazioni pubbliche del magistrato antimafia Nino Di Matteo e i provvedimenti di scarcerazione di alcuni detenuti condannati per reati di mafia, a causa dell’emergenza del Covid-19. La decisione dell’opposizione era stata appoggiata, nei giorni successivi, anche da +Europa, il partito di Emma Bonino, che ha parlato di “mozione garantista” dovuta a “un’accelerazione notevole dei mali dei giustizia durante i due governi Conte”.

Il voto ha rispettato le previsioni: le dimissioni sono state votate, compatte, dall’opposizione e dai senatori di +Europa. Contrario, invece il fronte della maggioranza rappresentato dal Partito democratico e dal Movimento 5 stelle. Italia Viva di Matteo Renzi, dopo giorni di tentennamenti, ha scelto di votare contro la mozione.  L’ex premier, nel suo intervento, ha riconosciuto, però, al centrodestra di aver posto temi veri e che “la mozione non fosse strumentale

Le parole del ministro Bonafede

Il ministro Bonafede ha preso parola in Senato definendosi un “uomo delle istituzioni” e ha voluto rispondere, punto per punto, alle accuse ricevute nel corso delle ultime settimane. Il discorso – durato una trentina di minuti circa e interrotto, spesso, dagli applausi dei senatori dei 5 stelle – è iniziato con una ricostruzione dettagliata degli incontri tra Bonafede e Di Matteo. “Respingo con forza, ancora una volta le illazioni sul mio conto”, ha detto, ripercorrendo i fatti che hanno portato il magistrato, secondo la ricostruzione del ministro, a rinunciare alla carica di capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), salvo poi cambiare idea. “La mafia vive di segnali e proporre a Di Matteo di assumere l’incarico che fu di Giovanni Falcone è uno di questi”, ha proseguito il ministro sottolineando come la seconda nomina proposta, quella a direttore generale degli affari penali, non sarebbe stato un incarico di ripiego o di minore responsabilità, come invece dichiarato dal magistrato antimafia. Ma, anzi, “un segnale ancora più forte vista la stretta collaborazione con il ministero della Giustizia che l’impegno avrebbe comportato”.

La seconda parte del discorso ha avuto come fulcro, invece, i provvedimenti di scarcerazione. “È falsa l’immagine del Governo che ha spalancato le porte ai criminali più pericolosi. Le scarcerazioni hanno seguito solo leggi previgenti e sono state eseguite dai magistrati di sorveglianza”, ha spiegato Bonafede. E, infatti, ha sottolineato come i provvedimenti di scarcerazione siano stati decisi per preservare la salute dei detenuti in quanto le carceri potrebbero rappresentare un focolaio per i contagi. “Abbiamo contenuto la diffusione del virus. A oggi sono 102 sono i detenuti positivi in tutta Italia”. 

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[Fonte Wired.it]