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giovedì, Gen 21

Brescia e Bergamo sono le due città europee in cui le polveri sottili uccidono di più



Da Wired.it :

Polveri sottili e nitrossido d’azoto sopra i valori raccomandati dall’Oms uccidono ogni anno più di 50mila cittadini europei, e il Nord Italia è una delle zone più colpite del continente. Lo racconta uno studio su Lancet Planetary Health

polveri sottili

Per l’Italia arriva un nuovo triste primato. Uno studio appena pubblicato su Lancet Planetary Health ha calcolato le morti provocate ogni anno dall’inquinamento atmosferico in quasi mille città europee, fornendo un responso inclemente per il nostro paese: Brescia e Bergamo sono, rispettivamente, al primo e al secondo posto per mortalità dovuta al particolato atmosferico, seguite da Vicenza, quarta, e Saronno ottava; mentre Torino è terza per morti legate al nitrossido d’azoto (NO2), con Milano quinta, a poca distanza. Più in generale, l’inquinamento in eccesso (rispetto ai livelli raccomandati dall’Oms) uccide ogni anno oltre 51mila europei.

La nostra ricerca dimostra chiaramente che moltissime città europee non stanno ancora facendo abbastanza per affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico”, spiega Mark Nieuwenhuijsen, ricercatore dell’Istituto di salute globale di Barcellona che ha collaborato allo studio. “I livelli di inquinanti che superano le soglie indicate dall’Organizzazione mondiale per la salute continuano a produrre un grande numero di morti evitabili”.

Il problema, tutto sommato, non si può definire nuovo (così come il triste primato italiano): secondo l’Oms l’inquinamento atmosferico è una delle principali cause di morte nel mondo, con circa 7 milioni di decessi ogni anno provocati dall’aria inquinata. I dati sulla mortalità legata all’inquinamento solitamente vengono però calcolati sull’intero territorio nazionale, e questo non aiuta a comprendere il reale impatto del problema nelle città, dove concentrazione di attività produttive, densità abitativa e abbondanza di mezzi di trasporto tende a spingere con più facilità gli inquinanti presenti nell’aria ben oltre i livelli di sicurezza.

È per questo che nasce il nuovo studio, pensato per mappare l’impatto dell’inquinamento sulla salute degli abitanti delle mille principali città dell’Unione europea. Calcolando per ognuna il numero di morti premature causato dalle polveri sottili (Pm 2,5) e dal nitrossido d’azoto. I due inquinanti forniscono infatti informazioni preziose sulla fonte del problema: nel caso del nitrossido si tratta principalmente dei gas di scarico delle automobili, mentre le polveri sottili arrivano anche da altre forme di combustione, come le fabbriche, il riscaldamento domestico e la produzione di energia con combustibili fossili.

Parlando di polveri sottili, gli effetti peggiori sulla salute si vedono nella Pianura Padana e nelle regioni ad est della Repubblica Ceca. Mentre le morti dovute più specificamente al traffico sono diffuse più uniformemente in tutte le grandi città del continente, con Madrid al primo posto per morti evitabili legate al nitrossido di azoto, seguita da Anversa e Torino. Le città con l’aria più pulita, invece, si trovano tutte all’estremo Nord: Reykjavík è quella con meno morti causate dalle polveri fini, mentre Tromsø, nella Norvegia settentrionale, è quella con meno decessi legati al nidrossido d’azoto.

Stando ai calcoli degli autori dello studio, se tutte le città europee riuscissero a scendere a livelli di inquinamento atmosferico paragonabili a quelli delle città più pulite (ben inferiori sia rispetto ai limiti raccomandati dall’Oms che a quelli imposti dall’Unione europea), si eviterebbero ogni anno circa 204mila morti premature. “Il nostro è il primo studio che prova a stimare la mortalità causata dall’inquinamento atmosferico al livello delle singole città europee”, rivendica Nieuwenhuijsen. “I nostri risultati supportano l’idea che non esistano livelli sicuri di esposizione all’inquinamento atmosferico, e indicano che le leggi europee attualmente non sono sufficienti per proteggere la salute dei cittadini. I livelli massimi di NO2 e Pm2,5 permessi dalle norme europee devono essere diminuiti ulteriormente, e speriamo che le autorità locali utilizzino i dati che abbiamo elaborato per implementare delle politiche che puntino a migliorare realmente la salute dei propri cittadini”.

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[Fonte Wired.it]