La nuova era del vostro servizio è il risultato di una folgorazione, di una sensazione che vi ha detto che era tempo di cambiare rotta? E con quali idee in mente l’ha disegnata?
“È una cosa a cui abbiamo pensato a lungo. Non c’è un vero momento spartiacque: se c’è, probabilmente risale a 17 anni fa, quando abbiamo fondato l’azienda. Parlo proprio degli inizi, quando ospitammo in casa tre persone sui materassi gonfiabili. Quei tre ospiti si fermarono per un weekend nel 2007, cercavano un posto dove dormire, ma ebbero molto di più: un’esperienza di viaggio autentica, il passare del tempo con noi, l’essere portati in giro a scoprire la città. Da allora abbiamo sempre pensato che Airbnb fosse destinata a molto più che fornire posti letto.
Poi per 17 anni ci siamo occupati di accomodation, principalmente per i viaggiatori. Ed Airbnb è diventata molto popolare: è stata scelta più di due miliardi di volte, e in tutto il mondo la gente ha iniziato a usarla come sostantivo e verbo, nel senso di “posto in cui fermarsi”. Però per anni ci siamo chiesti: e se potessimo “Airbnb-izzare” oltre il perimetro di Airbnb? E monetizzare il bene più prezioso della vita – che non è la casa, ma il tempo?”
Le Esperienze però non sono un’idea completamente nuova per Airbnb.
“Ci abbiamo provato sette o otto anni fa con la prima versione delle Experiences. Forse il tempismo non è stato quello giusto. Ha funzionato discretamente, ma senza decollare. Poi è arrivata la pandemia di Covid-19, che ci ha imposto di concentrarci sul nostro core business. Quando ne siamo usciti, ci siamo sentiti pronti per una nuova sfida. Le persone vogliono viaggiare per fare più che trovare un alloggio: vogliono un’esperienza, vogliono rendere il loro soggiorno speciale. Ed è qui che entrano in gioco i Servizi e le Esperienze. Abbiamo completamente reimmaginato Airbnb e ampliato il quadro per fare molto di più. In fondo il viaggio è fatto di ricordi, e noi vogliamo far parte di quei ricordi; anzi, vogliamo contribuire a crearli.
E i migliori sono quelli con le altre persone, dove magari abbiamo imparato qualcosa di nuovo, scoperto la cultura locale sentendoci parte di essa, o arricchito il nostro soggiorno con servizi incredibili. Così ci siamo detti: perché non chiamare personalità straordinarie per renderle host che non offrono solo la loro casa, ma anche il loro tempo? Un paio d’anni fa il progetto è entrato nella fase decisiva, che ci ha portato a ridisegnare l’app e battezzare due nuove linee di business. Ora dobbiamo costruire su queste attività, e ci vorrà tempo, ma penso che andrà molto bene”.
